34esima giornata Serie A, invasione di campo: Juve con le mani sul trofeo, le inseguitrici non hanno più benzina

Cristiano-Ronaldo-Ciro-Immobile

Una 34esima giornata di Serie A che decreta, quasi sicuramente, la prossima squadra campione d’Italia. Con la vittoria della Juve sulla Lazio, infatti, i bianconeri si portano a +8 dalle inseguitrici grazie anche al pareggio dell’Inter con la Roma. Milan e Napoli, invece, continuano a vincere.

Il Milan non si ferma più: 5-1 con il Bologna

Un Milan formato scudetto se il campionato fosse iniziato dopo la pausa coronavirus. Basta questo a far capire il momento di straordinaria forma del Diavolo: una squadra che, in positivo, sembra lontana parente di quella che nel primo corso della stagione affannava. Il Bologna è stata un’altra vittima sacrificale: a San Siro non c’è storia finisce 5 a 1 per i rossoneri. A nulla è valsa la rete di Tomiyasu, nel tentativo di fermare la corsa all’Europa di Ibrahimovic e compagni. Quello che colpisce è il fatto che questa squadra con la sola presenza dello svedese in campo sembra totalmente diversa: sono i risultati a dimostrarlo. Lo svedese c’è, non eccelle, ma fa giocare bene la squadra e fa rendere al meglio compagni come Kessie (rivitalizzato), Calhanoglu, Rebic. Una macchina questo Milan, e il merito va dato anche e forse sopratutto a Stefano Pioli che ha saputo rimettere pezzi di un puzzle che sembravano non combaciare. Imminente un altro banco di prova: nel turno infrasettimanale rossoneri attesi a Reggio Emilia dal Sassuolo, squadra più in forma del campionato.

Pagelle: Donnarumma 6.5; Calabria 6.5, Kjaer 6.5, Romagnoli 6, Herandez 7; Kessie 7.5, Bennacer 7; Saelemaeker 7 (Krunic 6), Calhanoglu 7.5 (Bonaventura 6), Rebic 7.5; Ibrahimovic 6.5 (Leao 6.5). All. Pioli 7.5

(di Antonio Di Cello)

La Roma domina l’Inter, ma ottiene solo un pareggio

Il titolo parla da solo: la Roma domina l’Inter, ma ottiene solo un pareggio. La squadra di Fonseca affronta i nerazzurri a viso aperto, ancora una volta con la linea a tre difensiva ormai diventata il sistema di riferimento per il tecnico portoghese. Dopo i primi 15 minuti di supremazia giallorossa (che poi si estenderà anche per i successivi 75) arriva il gol del vantaggio dell’Inter su un colpo di testa di De Vrij sugli sviluppi di un corner. I capitolini giocano bene e, prima della fine del primo tempo, pareggiano i conti con una bella rete di Spinazzola che firma la sua prima marcatura in Serie A.

La Roma disputa una delle migliori partite del campionato e crea occasioni di continuo ribaltando la partita con il nono gol in stagione di Mkhitaryan. Purtroppo il dio del calcio sa essere crudele (molto spesso con i giallorossi) e, a pochi minuti dal fischio finale, Spinazzola scivola sul piede di appoggio colpendo l’avversario (Moses ndr) anziché il pallone nella sua area: calcio di rigore che viene trasformato da Lukaku. Nota di merito alla difesa che con il trittico Mancini, Ibanez, Kolarov ha trovato talento, equilibrio e solidità. Nonostante la prestazione monumentale, i giallorossi tornano a casa solamente con un punto.

Pagelle: Pau Lopez 6; Mancini 6.5, Ibanez 7 (Smalling 6), Kolarov 6.5; Bruno Peres 6.5, Diawara 7 (Cristante 6), Veretout 6.5, Spinazzola 6.5; Pellegrini 6 (Carles Perez SV), Mkhitaryan 7 (Perotti SV), Dzeko 6.5. All. Fonseca 7

(di Matteo Celletti)

Inter, ennesima prova così e così, ma quello su Lautaro è fallo

Termina 2-2 all’Olimpico tra Roma e Inter. Ennesima prova opaca per i nerazzurri che nonostante tutto riescono a portare a casa un punto che, per come si era messa vale oro. L’Inter va in vantaggio grazie all’incornata di De Vrij che giocherà una partita nella partita con Edin Dzeko. Allo scadere della prima frazione arriva la clamorosa svista di Di Bello. La Roma pareggia con Spinazzola ma l’azione nasce da un evidente fallo di Mancini su Lautaro Martinez.

L’Inter non rientra in campo dopo l’intervallo e i giallorossi dominano il campo. Mkhitaryan trova il vantaggio in mischia e i nerazzurri si disuniscono e si allungano. Fino all’80esimo poco gioco, poca grinta, poco tutto. Poi la svolta: Conte mette Eriksen e cambia modulo per la prima volta in stagione. 4-2-3-1 con il danese alle spalle di Lukaku. L’Inter crea più negli ultimi 10 minuti che in tutta la partita acciuffando il pareggio grazie al gigante belga su rigore. Che questo sia lo spunto giusto per affrontare questo finale di stagione.

Pagelle: Handanovic 5.5, Skriniar 6, De Vrij 6, Bastoni 5.5 (D’Ambrosio sv), Candreva 5.5 (Moses 6.5), Barella 6, Brozovic 6, Gagliardini 6.5 (Eriksen 6), Young 5 (Biraghi 5.5), Lautaro Martinez 5 (Lukaku 6.5), Sanchez 6.5. All. Conte 5.5

(di Edoardo Zeno)

Un Napoli sottotono vince 2-1 contro l’Udinese all’ultimo minuto

Un Napoli un po’ lento e compassato quello che è sceso in campo tra le mura amiche del San Paolo contro l’Udinese. Le motivazioni degli azzurri ovviamente sono poche, non si deve però correre il rischio di prendere sottogamba le prossime partite ed arrivare così scarichi al match di Champions contro il Barcellona, unico vero obiettivo rimasto della stagione.

A fare il match, come spesso succede, è sempre il Napoli. Sulla falsa riga del Bologna però gli azzurri fanno un possesso palla molto lento e sterile, rendendo la manovra per nulla pericolosa. A passare in vantaggio infatti è proprio l’Udinese, con un contropiede fulmineo capitalizzato ottimamente da De Paul al minuto 22. Il registro non cambia e gli uomini di Gennaro Gattuso controllano la sfera affacciandosi raramente dalle parti di Musso. Al minuto 31 però il Napoli riesce a trovare il pareggio con il gol di Milik, entrato da una manciata di secondi, ed imbeccato in area dall’ennesimo assist di Fabian Ruiz. Nel secondo tempo le cose non cambiano e l’Udinese diventa pericolosissima in più occasioni, meritando ai punti la vittoria. All’ultimo minuto però Matteo Politano regala i 3 punti al Napoli con un siluro dal limite dell’area che si insacca nell’angolino alto.

Pagelle: Ospina 7; Hysaj 6, Manolas 6, Koulibaly 6.5, Mario Rui 7; Fabian Ruiz 6 (Elmas SV), Lobotka 6 (Demme 6.5), Zielinski 6 (Allan SV); Callejon 5 (Politano 7), Mertens 5.5 (Milik 5.5), Insigne 6 All. Gattuso 5.5

(di Emanuele Cardella)

Cuore Lazio, ma la voglia non basta quando le gambe non girano

Cosa c’è da dire? La Lazio è questa, non c’è altro che si possa fare. La ripresa del campionato è stato l’ostacolo definitivo per i biancocelesti che hanno da subito mollato qualsiasi possibilità di puntare il titolo. Nonostante la voglia ci fosse, ma tra sfortuna, preparazione errata e infortuni, non si può chiedere nulla di più alla Lazio. La squadra e l’ambiente ha aspettato questa gara con grande trepidazione nei 5 mesi precedenti, pensando che sarebbe stata la partita spartiacque per la conquista dello scudetto. Invece è stata la solita delusione. I ragazzi di Inzaghi, che ormai hanno ammainato qualsiasi vela per la volata scudetto, sono arrivati a Torino con l’unica intenzione di prendere un pareggio e il conseguente punto che avrebbe matematicamente dato la qualificazione in Champions League. 8 titolari indisponibili, mettono letteralmente in ginocchio Inzaghi, costretto nelle sue scelte.

La gara parte blandamente e per tutto il primo tempo è dominio Juve, la Lazio si difende in maniera ordinata, ma non riesce mai neanche a superare la metà campo in possesso. L’unico strappo a questo canovaccio è il palo colpito da Immobile. Stop. Secondo tempo ingenuità di Bastos, calcio di rigore e 1-0. 2 minuti dopo l’errore clamoroso è di Luiz Felipe che consegna alla coppia Dybala-Ronaldo il 2-0. La Lazio si sveglia solo dal minuto 82′, con un fallo nosense di Bonucci che manda Immobile dal dischetto e fa 2-1. La Lazio nel finale fa tantissima paura, ma la gara finisce così. 1 punto nelle ultime 5 gare. E sempre un punto serve per la matematica qualificazione alla Champions, si proverà ad ottenerlo giovedì 21:45, in casa contro il Cagliari. Per poi staccare la spina e andare in vacanza…

Pagelle: Strakosha 5.5; Bastos 5, Luiz Felipe 4.5 (dal 89′ Luca Falbo sv), Acerbi 5.5; Lazzari 5.5 (dal 89′ Raul Prescoli sv), Milinkovic-Savic 6.5, Cataldi 5.5 (dal 75′ Andrè Anderson 5.5), Parolo 5.5, Djavan Anderson 5.5 (dal 66′ Vavro 6); Caicedo 5 (dal 66′ Adekanye 5.5), Immobile 6. All. Inzaghi 6

(di Christian Poliseno)

Juve, Lazio sconfitta e 4 punti all’obiettivo

Il tanto atteso passo decisivo verso la conquista dello scudetto è stato finalmente realizzato dalla Juventus. Bianconeri si sono imposti per 2-1 contro una Lazio sì in difficoltà di organico, ma comunque mai doma. Juventus trascinata dalla doppietta del solito Cristiano Ronaldo, ormai denominato “l’uomo dei record”. 30 goal in 30 partite per lui, che insieme all’altro marcatore di serata, Immobile, guida la classifica marcatori. E, da non sottovalutare, la continua crescita esponenziale del “cavallo matto” Rabiot.

Partita che si sblocca nel secondo tempo con un rigore segnato proprio dal portoghese di Madeira, abile poi a servirsi dello splendido assist di Dybala (suicidio di Felipe Luiz) per raddoppiare. Juventus che sfiora più volte il terzo goal, con lo stesso Ronaldo, ma che come successo molte volte ultimamente non riesce a chiudere la partita. Partita che si riapre per la solita, ormai abituale, amnesia difensiva, stavolta di Bonucci, che in una incomprensione con il portiere Szcezcny regala letteralmente un calcio di rigore ai laziali.

Che Immobile trasforma in modo freddo. Sarri, che vede una Juve impaurita, compie per la prima volta quest’anno un cambio abituale e identificativo degli anni passati con Allegri: il terzo difensore centrale per un attaccante. Formando così una solida difesa a 5, più bassa rispetto all’abituale, per soffrire e portare a casa il risultato. Cosa che avviene prontamente. Bianconeri quindi a +8 sulla seconda, ovvero l’Inter di Antonio Conte. Per l’ennesimo tricolore sono necessari quattro punti, da conquistare nelle prossime partite contro Udinese, Sampdoria, Cagliari e Roma.

Pagelle: Szcezcny 6; Cuadrado 6, de Ligt 6, Bonucci 4.5, Alex Sandro 5.5; Ramsey 5.5 (Matuidi 6), Bentancur 6, Rabiot 7; Douglas Costa 5.5 (Danilo 6), Dybala 6.5 (Rugani SV), Cristiano Ronaldo 7. All. Sarri 7.

(di Fabiano Gasparini)