Con molta probabilità sarà per l’ennesima volta una stagione da collezionare nel dimenticatoio. Ieri il Milan poteva svoltare, ma non ha messo la freccia. La luce pian piano ha dato sfogo alle tenebre del baratro. Non sono bastati 60 minuti di un buon e coraggioso Milan di fronte ad una Lazio sorniona e rapace che non ha appena ha sentito l’odore del sangue ha morso, rimandando il diavolo nel limbo dell’inferno. Il Milan sicuro e pragmatico di un anno fa sembra un lontano ricordo: troppi se e troppi ma, il Milan deve essere il Milan non un fiasco italiano.
La partita
Ieri si attendeva una prima seria risposta dal “nuovo” Milan di Pioli. Risposta che in parte c’è stata per circa 60 minuti. Milan coraggioso, e più in palla rispetto alle ultime uscite grazie soprattutto ad un Calhanoglu rivitalizzato, lontano parente di quello che si è visto nella primissima parte della stagione. Peccato però che le partite durino 95 minuti. Quando l’intensità del pressing dei rossoneri cala, sale l’immensa qualità degli uomini chiave della Lazio. A san Siro ieri ha vinto la qualità. Non si può non esaltare la bellezza tecnica di Luis Alberto e di Correa. Lo spagnolo compone la melodia, l’argentino suona. Tutto questo senza il migliore Milinkovic-Savic e con un claudicante Immobile. Inzaghi è quarto, Pioli undicesimo: la differenza è la qualità, la classe che nella Lazio entusiasma e che invece nel Milan manca. I rossoneri giocano una discreta partita , ma alla fine tornano a casa con la sesta sconfitta e un misero undicesimo posto. A Milanello oggi andrebbe affisso per l’ennesima volta il cartello di lavori in corso. Bisognerebbe pazientare, ma gli incubi incombono. Cercasi identità, cercasi disperatamente il Milan.
Miraggio Champions
Strano a dirlo, ma dopo appena 11 giornate, il Milan è lontanissimo dalla Champions League. Oltre ad avere una differenza di punti che inizia a diventare importante, quello che più deve preoccupare è la differenza tecnica con le altre antagoniste. La Roma, la Lazio, l’Atalanta, il Cagliari stesso hanno dimostrato maggiore qualità, e un’identità più solida rispetto sia al Milan di Giampaolo sia a questo Milan. Tutte queste squadre hanno attraversato già un periodo di destabilizzazione, ma hanno saputo rialzarsi e trovare rapidamente certezze. Step che il Milan non ha ancora compiuto. Da inizio stagione, infatti, si parla di Milan in crisi. Una vera e dirompente risalita non c’è mai stata. Ad una vittoria poco convincente, segue una sconfitta pesante. Il leitmotiv è questo. Troppo poco per sperare di giocarti il posto in Champions e per disputare un campionato dignitoso.
Mercato gravemente insufficiente
La Lazio ha vinto ieri grazie alle individualità di livello molto alto, il Milan ha si buoni giocatori, che difettano però di carattere e personalità. Le responsabilità chiaramente non sono solo da attribuire al tecnico, ma anche ad una società poco chiara e che ha operato in maniera abbastanza disordinata. Ad Agosto sono state fatte troppe scommesse. Bennacer e Krunic lo scorso anno hanno giocato, perdendola, per la salvezza. Duarte, gravemente responsabile sui entrambi i gol della Lazio, si sta dimostrando inadatto persino per fare l’alternativa a Musacchio. Leao, dopo un avvio di campionato promettente, si sta perdendo fra una veronica mal uscita e troppi errori sotto porta. È giovane e si farà, ma il tempo al Milan, soprattutto adesso non c’è. Grande delusione anche per il vice campione del Mondo Ante Rebic, corpo estraneo e misterios, quasi irritante per il mondo con cui è entrato ieri sera. L’unico da salvare è il francese Theo Hernandez che, pur concedendo più di qualcosina in fase difensiva ,sta dimostrando una qualità di prima fascia in fase offensiva, ma che risulta essere troppo poco per risollevare questo Milan.
Quando si tocca il fondo c’è solo una strada da seguire: quella della risalita. Urge trovare questa strada subito, perché i cattivi pensieri rischiano di tramortire definitivamente il diavolo. E in tutto questo disordine si rimpiange un unico uomo: porta la barba, è calabrese e di questi tempi un anno fa sedeva sulla panchina rossonera…