Il vice presidente AIC, Umberto Calcagno, è intervenuto ai microfoni di TgCom24 riguardo la grande quantità di partite che i calciatori dovranno disputare in pochi mesi in caso di ripartenza. Calcagno ha detto la sua anche sulla questione stipendi, che si è complicata dato lo stop ai campionati causa coronavirus.
Le parole del vice presidente dell’AIC
“Giocare ogni tre giorni sottoporrà i calciatori a rischi maggiori. Stipendi? Non è semplice trovare una soluzione condivisa. Rimandare le scadenze e fare le cause sugli stipendi di marzo e aprile non è la chiave giusta per noi”.
Lo stesso Calcagno ha espresso il suo pensiero in merito a una possibile ripresa della Serie A in un’intervista per Sportmediaset. Di seguito un estratto della sua intervista.
“L’orario delle 16.30 per le partite estive è sbagliato e siamo contrari. Inoltre giocare ogni tre giorni sottoporrà i calciatori a rischi maggiori da un punto di vista fisico, oltre alle criticità legate alla quarantena forzata, nel caso di una positività, prevista tuttora nei protocolli. Per quanto riguarda le norme di iscrizione ai campionati, non si riescono a trovare soluzioni condivise: spostare il controllo dei pagamenti degli emolumenti rischia di lasciare molti calciatori senza stipendio per cinque mesi. Fare le cause sui pagamenti degli stipendi di marzo e aprile non è la chiave giusta per noi. Sotto questo punto di vista non si sta creando l’ambiente migliore per la ripresa“.