La Spagna si ferma, il Mondo li guarda e non c’è da sorprendersi: mercoledì sera al Camp Nou andrà in scena un Clasico, il numero 179 della storia del torneo, (forse) decisivo per il futuro della Liga 2019/20. Ci sarà da stare comodi e da divertirsi, perché Barcellona-Real Madrid è più di una semplice partita, è la sintesi del vero calcio. Tra tutte le 178 edizioni giocate sin qui, c’è da evidenziare il fatto che i Blancos siano riusciti nell’impresa di espugnare il capoluogo catalano solamente per 20 volte in totale visto il forte fattore campo blaugrana (50 vittorie). Tra i clasicos più divertenti ed appassionanti giocati in Catalogna negli ultimi dieci anni, non si può non citare quello del 21 aprile del 2012, quello in cui Cristiano Ronaldo calmò il Camp Nou.
La partita
Erano “gli anni d’oro del grande Real” come cantava Max Pezzali, mancavano 4 giornate alla fine e ci si giocava il tutto per tutto. Giornata 34, il finale di stagione è alle porte e Real Madrid e Barcellona si trovano l’uno davanti all’altra in classifica, esattamente a distanza di 4 punti. Un presupposto più che valido per la squadra allora allenata da Pep Guardiola per battere gli acerrimi rivali della capitale, ma c’era da fare i conti con un marziano in maglia bianca dal numero 7 sulle spalle.
Il match parte forte con due occasioni, una per parte, prima con Ronaldo con un colpo di testa alzato in angolo da Victor Valdes, poi con Sanchez che, a tu per tu con Casillas, si fa sbattere la porta in faccia dal portiere spagnolo. Il goal, però, non tarda ad arrivare perché al minuto 16, a seguito di una respinta corta del portiere catalano su Pepe, Khedira ribadisce in rete firmando l’1-0 per gli ospiti. I minuti scorrono e il Barcellona prova a rispondere prima della chiusura di primo tempo con un diagonale di Xavi, da solo all’interno dell’area di rigore, deviato dall’estremo difensore avversario in corner.
La seconda frazione si apre con lo stesso copione del finale della prima, ovvero con i blaugrana all’attacco alla ricerca del pareggio. Al 54°, Busquets trova l’imbucata dalla trequarti per Tello che però, solo davanti a Casillas, apre troppo l’interno e spara il pallone al secondo anello. Al 69, però, il punto del pari arriva a seguito di un’azione molto confusionaria: Messi prende palla a centrocampo e, a seguito di un dribbling ubriacante, infila per Iniesta che sbaglia il controllo e, inavvertitamente, serve Dani Alves che, da posizione defilata, prova ad incrociare trovando il piede di Casillas. L’azione non si ferma: Busquets prova a ribattere, una deviazione di Ramos finisce sul sinistro di Sanchez che prima colpisce il numero 1 blanco e poi ribadisce in goal; è 1-1.
Passano soltanto tre minuti ed accade ciò che i 97.000 cuori blaugrana speravano non succedesse mai. Ozil recupera palla al centro del campo e, con un filtrante micidiale, riesce a pescare l’accorrente Ronaldo, che aggira Valdes e deposita nella porta sguarnita il goal dell’1-2, dando sfogo ad un’esultanza quasi polemica andando a calmare il pubblico catalano con la mano e le sue parole: “calma, eu estou aqui”. Il cronometro scorre inesorabile e al 94° l’arbitro Carlos del Cerro Grande mette la parola fine al match. Il Real, dunque, conquista 3 punti decisivi per quello che, una sola giornata dopo, diventerà il titolo di Spagna numero 32 staccando Messi & co di ben nove punti.
Il clasico dei record
Il momento è arrivato: mercoledì 18 dicembre alle ore 20 sarà tempo di andare in scena. C’è anche da dire che questo sarà il primo clasico della storia della Liga spagnola a disputarsi con le due contendenti a pari punti in classifica: 11 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte per il Barcellona; 10 vittorie, 5 pareggi e una sconfitta per il Real, per un totale di 35 punti ciascuna.
Frankie Hi-NRG, nella sua “quelli che benpensano”, cantava: “la posta in gioco è massima, l’imperativo è vincere”; si tratta pur sempre di un brano di 22 anni fa, ma mai come in questo momento può rendersi più attuale. Amici sportivi, ci sarà da divertirsi.