Il calcio, si sa, è uno sport molto vasto, che ricopre qualsiasi area del globo terrestre. Di fatto, lo si può anche scovare nelle aree più profonde del nostro immenso pianeta, anche tra le montagne, in mezzo ai Pirenei ad esempio. Proprio lì si nasconde una piccolissima realtà calcistica, la quale fama, purtroppo, non è mai stata (e mai sarà) ai livelli di una Spagna o Italia: si parla della Nazionale di calcio di Andorra.

Il percorso verso Euro 2020
Naturalmente, non ci si poteva e non ci si può aspettare nemmeno ora una qualificazione della Nazionale tricolor ai prossimi europei, anche perché con 3 punti in 7 partite non si riesce ad ambire a molto. La squadra allenata da Koldo è inserita in uno dei gironi più proibitivi di tutta la competizione, nel quale deve competere con corazzate come Francia, Turchia, le temibili Islanda e Albania e, infine, la più abbordabile Moldova. Come da programma, la cavalcata verso Euro 2020 della Selecciò non parte per nulla bene. In 6 gare, infatti, non riesce a portare a casa nemmeno un misero punticino. Anche i numeri partita “piangono”: 0 goal fatti e 14 subiti, pessimo metodo per uscire dall’oblio.
Andorra-Moldova, un raggio di sole
Le porte degli Europei sono ormai chiuse, restano soltanto 4 match alla fine del percorso qualificazione e Andorra non ha più nulla da perdere. Venerdì sera, all’Estadi Nacional di Andorra La-Vella, arriva una Moldova senza pretese, con solo una vittoria conquistata nella gara di andata contro la stessa tricolor tra l’altro. La partita resta su ritmi blandi fino al minuto 63, quando Marc Vales infila in porta il goal dell’1-0 per i padroni di casa. Al triplice fischio dell’arbitro belga Lardot, tutta la squadra fa festa insieme ai propri tifosi, come se avesse conquistato i punti decisivi per staccare il pass per i campionati europei. La nazionale, dunque, torna a vincere un match di qualificazione dopo 2 anni e mezzo, l’ultima volta era datata 9 giugno 2017. Purtroppo, però, la classifica del girone non cambia di tanto, anche perché 3 punti in 7 partite sono davvero nulla in confronto ai 18 di Francia e Turchia. Restano comunque questi i momenti che ci insegnano che il calcio non è solo un semplice sport.

L’importante è partecipare
La nazionale andorrana, come detto, non vanta un gran curriculum internazionale, soprattutto per via di continue mancate qualificazioni alle fasi finali di un Europeo o di un Mondiale. In più, nel corso della sua ancor breve storia, la squadra è riuscita a trionfare contro gli avversari soltanto in 7 occasioni. Quattro volte in amichevole, contro Bielorussia, Albania, San Marino e Liechtenstein, due durante le qualificazioni ai Mondiali del 2018 contro Macedonia e Ungheria e, infine, contro la Moldova venerdì. Nonostante questi numeri poco incoraggianti, è maturato uno spirito positivo intorno all’intero ambiente calcistico, un modo di accettare qualsiasi tipo di insuccesso, dal più pesante al meno peggio. Pierre de Coubertin, in tempi remoti, sosteneva che l’importante non fosse vincere, ma partecipare, un principio che, con il calcio di oggi, sta svanendo sempre di più, ma che un intero Paese sta cercando di rivalutare a pieno.