Dichiarazioni forti, a tratti pesanti, che molto probabilmente alzeranno un polverone nel mondo dello sport. Gian Piero Gasperini, allenatore dell’Atalanta fresca di qualificazione ai quarti di finale di Champions League, dice la sua sulla questione coronavirus ai microfoni del Corriere dello Sport.
“Trovo che il calcio sia terapeutico”
“Stiamo trattando il coronavirus come la peste. Stiamo cambiando le vite di tutti, vedo un mondo al rovescio. Ho visto che sono state spostate tutte le partite di Europa League e succederà anche con la Champions. Nel giro di poche ore siamo passati dalla gioia per la qualificazione alla consapevolezza di star per vivere un qualcosa di inimmaginabile. Sento ambulanze, gente che dice state in casa, state in famiglia. E da queste parti almeno siamo super organizzati. Mi chiedo cosa potrebbe accadere a Roma o Napoli.
Ad ogni modo noi italiani sappiamo adattarci. Poi devo dire una cosa: mi ha dato fastidio la speculazione politica sui soliti temi; i calciatori e gli interessi economici, i soldi che si perdono. E’ demagogia pura. Avevo gradito il primo decreto che consentiva le partite a porte chiuse. Trovo che il calcio sia terapeutico, diamo due ore di svago a queste persone, invece niente. Il calcio come antidepressivo, come forma di sopravvivenza, è così che lo considero. Le abitudini sono importanti, e non solo per noi italiani la visione di una partita, una parentesi di leggerezza, può risultare importante. Hanno voluto dare un segnale forte, bah. Bisognava andare avanti con le porte chiuse, io la penso così“.