Al minuto numero 55 di Zulte Waregem-Lazio, mentre buona parte degli italiani era concentrata sulla semifinale di X Factor, la stagione dei biancocelesti cambiava. Si profilava in terra belga un nuovo-vecchio scenario dai ritmi altalenanti e dalle illimitate potenzialità. Uno scenario fatto di esaltazione, come quando sbarcò dal Brasile, di rabbia, generata dall’iniziale incapacità di esprimersi, di apoteosi, quando in campo era incontenibile trascinatore, di speranza, di chi chiedeva continuità a quei livelli, di desolazione, per un infortunio che non passava mai.
Parole che fotografano il modo di vivere il calcio a Roma, lui lo sa bene. Come potrebbe non saperlo, Felipe Anderson?
IL RITORNO
Il brasiliano torna in campo e fa il suo esordio stagionale, superato il problema fisico che lo teneva ai box dall’estate e la ricaduta subita a pochi giorni dal derby, poi perso dai suoi compagni. Un ritorno “soft” in una partita che contava poco o nulla per la squadra di Inzaghi, ma che proprio al tecnico piacentino lascia buone impressioni riguardo la condizione del suo numero 10. Felipe entra e accende il reparto offensivo, sterile nella prima parte di gara, regalando lampi del giocatore che è stato e che il popolo biancoceleste si augura sarà. Scatti, dribbling e suggerimenti per i compagni, coraggio nell’affrontare anche nell’uno contro uno gli avversari e precisione sui calci piazzati (da uno schema su punizione nasce il gol del momentaneo pareggio di Lucas Leiva).
DOVE SCHIERARLO
A questo punto, sperando che i guai siano alle spalle, ci si interroga sulla collocazione tattica di Felipe Anderson in una squadra che, soprattutto sino all’ultima pausa Nazionali, girava alla meraviglia. Il 3-5-1-1 non si tocca, così pare aver deciso Inzaghi, maestro di un’orchestra ordinata quanto talentuosa. Considerate le difficoltà del brasiliano nel giocare “a tutta fascia” la logica lo vuole lì, tra centrocampo e attacco, dietro Immobile, dove attualmente agisce Luis Alberto. Come alternativa allo spagnolo, straordinaria rivelazione della Serie A, sarà probabilmente impiegato FA10, ma la possibilità di vedere entrambi in campo esiste. L’ex Liverpool può infatti sostituire sia Parolo sia Milinkovic-Savic (magari a turno) come interno di centrocampo, sebbene le sue doti da trequartista vengano evidentemente limitate. Ma per dar spazio al giocatore più fantasioso finalmente a disposizione della Lazio, qualche sacrificio andrà fatto.
I NUMERI
Quella di fatto iniziata ieri è la quinta stagione di Felipe Anderson a Roma: arrivato nell’estate del 2013 dal Santos, Felipe ha collezionato sin qui 146 partite, 26 gol e 33 assist vincenti con la maglia biancoceleste. Numeri tutt’altro che impressionanti per un giocatore che impressionante, in realtà, lo è stato in diversi periodi. Statistiche da migliorare, magari già da lunedì, quando la Lazio affronterà il Torino, la sua “vittima” preferita da quando gioca in Italia…