Il Bologna è in piena crisi di risultati e nella serata di ieri è arrivata la sconfitta per 2-0 in casa dell’Aston Villa nella terza giornata della first phase della nuova edizione della Champions League. Dopo il clamoroso quinto posto in classifica con la conseguente qualificazione nella massima competizione europea a 60 anni di distanza dall’ultima volta, il club rossoblù si è reso protagonista di una grande rivoluzione in estate e le difficoltà nate da tale cambiamento si rispecchiano in campo: dodicesimo posto in classifica in Serie A con 9 punti in otto giornate e ventottesima posizione in Champions con 1 punto dopo tre turni. Lo scarso rendimento assume contorni ancora più negativi se ci si sofferma sulle singole partite: 1 vittoria, 7 pareggi e 3 sconfitte in 11 gare tra tutte le competizioni. Gli addii dell’allenatore Thiago Motta e di alcuni pilastri della rosa come Joshua Zirkzee, Riccardo Calafiori e Alexis Saelemaekers (non riscattato e ora in forza alla Roma) sembrano aver fortemente indebolito la squadra e, almeno per il momento, anche il nuovo tecnico Vincenzo Italiano appare in confusione.
La rivoluzione in estate
Nella passata stagione il Bologna era una macchina praticamente perfetta e ha terminato il campionato al quinto posto con 68 punti (sopra squadre del calibro di Roma, Lazio, Fiorentina e Napoli) e con appena 6 sconfitte in 38 match. Oltre agli incredibili risultati, a rapire l’occhio degli appassionati di calcio sono state le splendide trame di gioco proposte da Thiago Motta, caratterizzate da un rapido possesso palla alla ricerca della verticalità e da una grandissima compattezza nella fase di non possesso (solamente 32 reti subite in Serie A e terza miglior difesa).
Al termine della stagione l’allenatore decide di non rinnovare il contratto per compiere il salto in un top club e ad accaparrarselo è la Juventus. La società felsinea corre immediatamente ai ripari e il 5 giugno 2024 ufficializza l’ingaggio di Vincenzo Italiano, l’uomo che ha portato la Fiorentina a disputare due finali consecutive di Conference League. Il cambio in panchina è solamente il primo di una lunga serie di modiche effettuate in estate dal responsabile dell’area tecnica Giovanni Sartori, il quale è chiamato a compiere un lavoro difficilissimo in seguito alle cessioni di Zirkzee al Manchester United e Calafiori all’Arsenal per un incasso totale di quasi 90 milioni di euro. L’obiettivo dell’esperto dirigente è aumentare la qualità della rosa rispettando allo stesso tempo determinati parametri economici e le richieste del nuovo allenatore.
La sessione estiva di calciomercato termina con numerose operazioni in entrata e gli acquisti principali portano il nome di Thijs Dallinga (15 milioni dal Tolosa) e Nicolò Cambiaghi (10 milioni dall’Atalanta). Inoltre alla corte di Italiano arrivano ulteriori rinforzi come Emil Holm (7 milioni dallo Spezia), Martin Erlic (7 milioni dal Sassuolo), Benja Dominguez (4 milioni dal Gimnasia y Esgrima La Plata), Nicolò Casale (in prestito con obbligo di riscatto condizionato a 7 milioni dalla Lazio), Tommaso Pobega (prestito con diritto di riscatto a 12 milioni dal Milan), Samuel Iling-Junior (prestito secco dall’Aston Villa) e Juan Miranda (parametro zero). Sartori decide quindi di non investire tutto il denaro incassato ma mantenere il bilancio in positivo puntellando la rosa in vari settori con profili giovani e di qualità.
La stagione
Terminato il precampionato tra alti e bassi (su tutti il pesante ko per 4-0 contro il Bochum), il Bologna di Italiano affronta l’Udinese nella prima giornata di Serie A. L’allenatore si schiera con il suo consueto 4-3-3 ibrido, che si trasforma in un 4-2-3-1 con Giovanni Fabbian nel ruolo di centrocampista avanzato con il compito di inserirsi in area, e l’unico neo acquisto titolare è Erlic. La partita è equilibrata e il primo gol della stagione viene siglato al minuto 57 da Riccardo Orsolini su calcio di rigore. La gioia dura però appena 11 minuti, quando Lautaro Giannetti pareggia i conti e mette a segno la rete del definitivo 1-1. L’avventura dei rossoblù parte quindi con un pareggio casalingo contro i friulani ma la peggiore notizia riguarda Cambiaghi, uno degli uomini simbolo del mercato: l’esterno offensivo rimedia una lesione al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro e per rivederlo in campo bisognerà attendere almeno l’inizio del 2025. Il Bologna perde così una pedina importantissima e il grave infortunio si va ad aggiungere a quello subito dal capitano Lewis Ferguson (lesione del legamento crociato del ginocchio destro) nella trentaduesima giornata del precedente campionato.
Nel secondo turno gli uomini di Italiano fanno visita allo Stadio Diego Armando Maradona di Napoli e vengono spazzati via con un netto 3-0, mentre nelle successive due partite arrivano dei pareggi contro Empoli (1-1) e Como (2-2). Nel match contro i lagunari rischiano di sprofondare e concedono palle gol a ripetizione: i padroni di casa si portano sul 2-0 e sfiorano in più occasioni il tris, ma il Bologna dimostra di essere vivo e nel quarto d’ora finale acciuffa il pari grazie a Santiago Castro e Iling-Junior.
Quattro giorni più tardi arriva l’attesissimo debutto in Champions League e allo Stadio Renato Dall’Ara va in scena Bologna-Shakhtar Donetsk: l’inizio è scioccante e al 4′ viene concesso un rigore agli ucraini; Georgiy Sudakov si incarica della battuta ma davanti a sé trova un muro chiamato Lukasz Skorupski, il quale lo ipnotizza e para il penalty. I rossoblù si svegliano e soprattutto nel secondo tempo schiacciano gli avversari nella propria area di rigore senza però trovare il guizzo giusto. La gara termina così con un deludente 0-0 e l’appuntamento con la vittoria viene nuovamente rimandato.
Il primo successo stagionale è datato 22 settembre e i felsinei sono ospiti del Monza: il primo tempo si conclude sull’1-1 e per sbloccare la partita serve il colpo del campione, che arriva al minuto 80 grazie un bolide imprendibile di Castro. Italiano festeggia così i primi tre punti e la squadra sembra trovare continuità anche nell’impegno successivo contro l’Atalanta: la Dea domina e spreca chances ghiottissime ma i rossoblù restano sempre concentrati e trovano il vantaggio al 46′ con il solito Castro. Dopo essersi salvato ripetutamente il muro del Bologna viene abbattuto dal mancino a giro di Lazar Samardzic al minuto 90 e la partita finisce 1-1.
Dopo 5 pareggi nelle prime 7 partite i felsinei incappano nella seconda sconfitta stagionale in occasione della gara di Champions League contro il Liverpool. I Reds passano subito in vantaggio con Alexis Mac Allister ma gli emiliani forniscono una delle migliori prestazioni stagionali e spaventano seriamente la banda di Arne Slot, che smette di tremare solamente al 75′ dopo il raddoppio di Mohamed Salah. “Usciamo da Anfield a testa alta – dice Italiano a Sky Sport –. Abbiamo giocato un’ottima partita e abbiamo mostrato una grande personalità creando occasioni. Probabilmente il Liverpool non si aspettava di affrontare un Bologna così coraggioso. Ripartiamo da questo atteggiamento, che rappresenta un mattoncino importante per il nostro cammino”.
L’entusiasmo generato dalla prestazione di Anfield non porta gli effetti sperati e in campionato arrivano altri due pareggi contro Parma (0-0) e Genoa (2-2). La partita contro il Grifone mette in risalto le enormi difficoltà dei felsinei dal punto di vista della concentrazione e della scarsa solidità difensiva: dopo essersi portato sullo 0-2, il Bologna spegne l’interruttore e subisce un’incredibile doppietta di Andrea Pinamonti (in gol al 73′ e all’85’) facendosi rimontare da una squadra in forte emergenza a causa degli infortuni.
La possibilità di riscattarsi arriva tre giorni dopo e si tratta dello scontro Champions contro l’Aston Villa: i rossoblù reggono nel primo tempo e creano alcune situazioni interessanti; nella ripresa però subiscono il gol dell’1-0 sulla punizione calciata da John McGinn e si sciolgono, incassando anche la rete del raddoppio 9 minuti più tardi.
I problemi del Bologna: cosa è cambiato rispetto alla passata stagione?
Il Bologna appare lontano anni luce da quello ammirato nella passata stagione e sembra trovarsi in un tunnel senza fine: 1 vittoria in 11 partite tra Serie A e Champions League e soprattutto zero successi e zero gol fatti in Europa. Quali sono i problemi?
Bisogna subito mettere in chiaro che quanto accaduto nella precedente annata è un traguardo storico e difficilmente ripetibile, motivo per cui mantenere un rendimento simile è davvero complicato. Inoltre i calciatori devono adattarsi al gioco di Italiano, anche se presenta dei punti di contatto con quello di Thiago Motta (il possesso palla e l’utilizzo offensivo dei difensori centrali in primis): “Dal punto di vista dello sviluppo del gioco e della proposta ci somigliamo – le dichiarazioni di Italiano nella conferenza stampa di presentazione –. Cerchiamo di sviluppare da dietro coinvolgendo i difensori, mentre le punte devono lavorare per tutta la squadra e segnare”.
“Sta nascendo un Bologna che cerca di mantenere le caratteristiche che ci hanno portato alla cavalcata incredibile della scorsa stagione, inserendo però allo stesso tempo i concetti di Italiano, che sono differenti da quelli di Thiago Motta – le parole di Orsolini nel ritiro estivo –. Prima ci affidavamo a una manovra corale, mentre ora c’è maggiore concentrazione su determinati aspetti come l’uno contro uno sulle fasce, la tanta densità in zona gol e l’attenzione nel fraseggio. Vogliamo sempre aggredire gli avversari nella metà campo e fare pressing”.
In moltissime azioni sotto la guida di Thiago Motta venivano coinvolti gran parte dei giocatori in campo, mentre Italiano concentra il gioco sugli esterni: nella passata annata il Bologna ha effettuato 55 cross in 38 partite di Serie A (ultima in campionato sotto questo aspetto), mentre ad oggi è quarto in classifica a quota 23 in appena 8 gare. Inoltre la fase difensiva è notevolmente peggiorata: lo scorso anno ha subito solo 32 reti (0.84 a partita) e ottenuto 17 clean sheet in 38 giornate, mentre ora è già a 11 gol incassati (1.22 a gara) e appena una porta inviolata. In netto calo anche il rendimento offensivo: nel 2023/24 ha realizzato 54 gol (1.42 a match) e in questa stagione 9 in 8 turni (media di 1.12). In Champions League il resoconto è di zero gol fatti e 4 subiti in 3 giornate.
Oltre al cambio di allenatore, le cause di questo trend negativo sono riconducibili al calciomercato: il Bologna ha perso giocatori fondamentali come Zirkzee, Calafiori e Saelemaekers e li ha rimpiazzati con Dallinga, Casale o Erlic e Cambiaghi. Il primo è in grande difficoltà e non sembra essersi adattato al campionato italiano (solo 300 minuti giocati e 0 gol), tanto da essersi fatto soffiare il posto da Castro (riserva di Zirkzee l’anno scorso); i due nuovi difensori centrali faticano a trovare spazio e nelle gerarchie partono indietro alla coppia Beukema-Lucumí; il terzo invece si è gravemente infortunato al crociato e tornerà nel 2025. Al momento quindi la squadra è fortemente indebolita e tutti i nuovi acquisti non riescono a giocare con continuità tra problemi fisici e rendimento altamente insufficiente. Inoltre anche Riccardo Orsolini, stella della rosa, non si è adattato alle richieste di Italiano ed è molto meno incisivo rispetto alla passata stagione.
In attesa che gli ultimi arrivati spicchino il volo e che ritorni capitan Ferguson, il Bologna è alla ricerca di un’identità ben definita ma il tempo stringe. Nonostante le aspettative si siano ridimensionate, Italiano ha una rosa attrezzata per lottare comunque per un posto nella prossima edizione della Conference League. I tifosi chiedono a gran voce dei risultati all’altezza e, speranzosi di vedere la prima vittoria allo Stadio Dall’Ara, si aspettano un cambio di marcia a partire dalla sfida contro il Milan. La società è intenzionata a proseguire questo nuovo ciclo con Italiano in panchina e al momento c’è totale fiducia, ma sarà solamente il campo a fornirci un quadro dell’effettivo operato dell’allenatore: “Ai posteri l’ardua sentenza”.