Nonostante il periodo complicato dato dai venti di guerra da est, nel calcio si torna spesso e volentieri a parlare di Superlega. Il presidente dell’UEFA ha ripreso l’argomento in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, in cui ha ribadito la sua posizione contraria al progetto che alcuni club europei vorrebbero far partire. Sul patron della Juventus, Andrea Agnelli, invece, preferisce non esprimersi.

Un primo appunto sul conflitto Russia-Ucraina
“Ci sono molte similitudini con la guerra in Jugoslavia. All’epoca avevo 23 anni, ma per fortuna il conflitto durò solo 10 giorni per noi sloveni. Anche questa volta è una guerra tra fratelli, ma a soffrire non sono mai i politici. Alcuni capi di stato sono interessati al calcio, altri meno. Ad esempio Macron ed Erdogan sono grandi tifosi, mentre Putin preferisce altri sport. Personalmente, i politici non ci influenzano, ma è inevitabile che la politica faccia parte della vita e noi non possiamo influenzarla“.
Superlega una Terrible League
“I tre club sono liberi di giocare le loro competizioni, ma escludo categoricamente che possano stare al contempo nelle nostre. Basta chiamarla Superlega, è semplicemente una ‘Terrible League’. Le nostre competizioni sono sane, senza alcuna preferenza. In campo tutti avranno gli stessi diritti, anche quando ci sono dei problemi fuori”.
Agnelli
“Agnelli? Non voglio dire una parola, ormai è il passato“.
L’opinione sull’Italia
“Il vostro paese deve investire, ormai sono anni che non vengono rifatti gli stadi. Purtroppo il problema è la burocrazia. A mio avviso è un’operazione che farebbe bene al paese e andrebbero coinvolti i governi. Mi è stato detto che anche il nuovo San Siro sarà più piccolo“.
Il futuro
“Credo di ricandidarmi per un nuovo mandato Uefa. La guerra? Sono ottimista, finirà presto“.