“Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai”. Nella stessa estate in cui Gonzalo Higuain ha accettato le avances del più grande club d’Italia, c’è un uomo in netta controtendenza che continua a difendere i colori del posto che gli ha dato maggiore successo. La città è Madrid, il club è l’Atletico Madrid e il soggetto in questione è Diego Pablo Simeone.
L’allenatore argentino, reduce da due finali nelle ultime tre stagioni, ha deciso di riprovare ancora l’assalto alla Champions League con una squadra di lotta più che di governo. Non ce l’ha fatta a tagliare il cordone ombelicale con una tifoseria che lo venera come un imperatore e che Diego Forlan ha definito “unica tifoseria sudamericana d’Europa”. Per lui, uomo dal sangue caldo, l’Atleti è quanto di meglio possa offrire il calcio europeo. Ma, proprio per la sua visione del calcio passionale e scevra da condizionamenti economici, quella che sta per iniziare potrebbe rappresentare l’ennesimo banco di prova della sua carriera. Riuscirà a ottenere ancora una volta il 110% dai suoi ragazzi, riuscirà a caricarli come molle nonostante tutte le delusioni patite in questi anni? Ѐ questa la vera sfida che attende “El Cholo”, l’Europa si aspetta da lui il solito Atleti brutto, cattivo ed efficiente. Ma per ottenere tutto ciò serve la solita concentrazione mistica che caratterizza il calcio di Simeone. Un calcio che pensa a non prenderle prima di offendere, che attacca difendendo e dove la classe dei singoli è sempre subordinata al collettivo. Se Simeone riuscirà ancora una volta a tirare tutto dai suoi ragazzi avremo ancora una volta l’Atletico Madrid nelle quattro d’Europa. Le lacrime di Juanfran nell’ultima edizione della “Coppa dei Campioni” gridano vendetta: non esiste nessun altro club nel Mondo che ha accumulato la rabbia dell’esercito di Simeone. Per due volte hanno sfiorato il cielo con un dito e per due volte Piazza Nettuno ha visto tanti tifosi uscire in lacrime a discapito dei cugini ricchi e glamour. Griezmann, poi, – l’uomo di maggior talento – ha aggiunto alla delusione della Champions anche una finale dei Campionati Europei persa da favorito.
L’istinto comune suggerisce che ancora una volta riusciranno a trovare le motivazioni raschiando il fondo del barile e tirando fuori le ultime energie rimaste, nonostante la lunga mole di occasioni sciupate nell’ultimo triennio. Non è da pazzi auspicare una finale con gli altri sfortunati storici delle coppe europee: la Juventus di Buffon, Evra, Barzagli e Higuain. Un altro club di livello mondiale che attende con ansia e impazienza il riconoscimento europeo.