Commisso: “Fiorentina sana e senza debiti. Solo la Juventus penalizzata, ma chi ha vinto poteva essere iscritto al campionato?”

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Rocco Commisso, presidente della Fiorentina, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport e non ha risparmiato dei duri attacchi nei confronti di Inter e Milan, criticando aspramente il loro operato sul mercato nonostante i numerosi debiti. Inoltre l’imprenditore si è soffermato sulla situazione finanziaria della Viola e sulle cessioni di Dusan Vlahovic e Federico Chiesa (ora al Liverpool) alla Juventus.

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Le sue dichiarazioni

Non invidia nessun club che in questi anni ha vinto?
No, perché certe vittorie sono arrivate grazie a situazioni debitorie assurde che hanno portato i club quasi alla bancarotta e poi nelle mani di fondi per la mancata restituzione da parte delle proprietà dei prestiti ricevuti. E io mi chiedo ancora se chi ha vinto in certi anni poteva essere iscritto al campionato… Stavo per comprare il Milan poi è finito a mister Li e sapete come è finita. E Zhang? Non si sa più dov’è… Anche lui costretto a lasciare l’Inter, indebitata col Fondo Oaktree. Poi c’è il caso Juve: da Ronaldo in poi Exor in cinque anni ha dovuto mettere 900 milioni di euro per sistemare i bilanci, nonostante i ricavi annuali fossero superiori a 450 milioni, più del triplo di quelli della Fiorentina. Dei club a cui possiamo paragonarci, per dimensione e ricavi, solo l’Atalanta ha fatto meglio di noi come risultati, ma il loro progetto, compreso di infrastrutture, è partito prima. Le altre no, non posso invidiarle”.

In questi 5 anni ha visto qualche cambiamento in positivo in Italia o è rimasto tutto uguale? Ha ancora fiducia o ha perso le speranze?
“La fiducia c’è sempre, ma non ho visto migliora menti in nessuno degli aspetti che lei ha citato, a partire dal rispetto delle regole. La Juventus ha subito una penalizzazione per irregolarità, ma Milan e Inter continuano a spendere nonostante centinaia di milioni di debiti e non sono mai state penalizzate per questo. Non si è voluto intervenire. Questi club, a partire dalla Juve, volevano aggiustare i bilanci con i soldi della Super Lega a scapito dei tornei nazionali! Per fortuna quel progetto è fallito ed il calcio si è salvato.

Un bilancio della sua avventura alla Fiorentina?
“Ho acquistato la Fiorentina nel giugno del 2019, con la squadra che si era salvata dalla retrocessione in B all’ultima giornata. Considerato da dove siamo ripartiti, credo che il percorso di crescita sia stato innegabile. Ho speso in 5 anni 430 milioni: 170 per il club, 140 per comprare giocatori e 120 per il Viola Park. Tutte finanze proprie, senza prestiti. E ogni anno rimettiamo mano al portafogli per tutte le necessità. La Fiorentina è un club sano, senza debiti. Oggi cerchiamo un equilibrio tra costi e ricavi, ma nel sistema italiano è quasi impossibile e bisogna sempre inserire nuovi flussi di denaro. L’impegno è sempre stato e resta quello di migliorarci anno dopo anno”.

Soddisfatto dei risultati sportivi ottenuti?
“Abbiamo disputato due finali europee di Conference consecutive e una di Coppa Italia. Dispiace non averle vinte, ma tre finali in cinque anni sono un grande risultato. In campionato speravamo di fare ancora meglio e ci siamo assestati intorno al settimo-ottavo posto. Possiamo e vogliamo salire altre posizioni. Ma se mettiamo insieme i risultati sportivi, gli investimenti e la costruzione di un centro sportivo che tutti ammirano, credo che il bilancio complessivo sia senz’altro positivo”.

Pensa di aver fatto un buon lavoro con le cessioni di Vlahovic e Chiesa?
“Io dico di sì. Sono stati venduti alla Juve solo perché è l’unica squadra che si fa avanti con i soldi, che devo fare… (ride, ndr). Abbiamo fatto un grande affare con Vlahovic, il più importante nei miei cinque anni. E guardi Chiesa: ho letto che è andato al Liverpool per 12 milioni. Noi lo abbiamo venduto per quasi 60… Chi ha fatto l’affare, gli altri o Rocco? Loro hanno fatte delle scelte, noi abbiamo ottenuto il massimo guadagno. Io volevo tenere Vlahovic, ma col suo agente era impossibile trovare un accordo. Quando sono arrivato, Chiesa era già stato venduto alla Juve e io l’ho trattenuto. Lui però voleva andare via e gli ho promesso che l’anno successivo sarebbe stato ceduto. Ma alle nostre condizioni”.