Che cosa sta succedendo alla Juventus? Questa è la domanda che i tifosi bianconeri, ma non solo, si stanno facendo soprattutto nell’arco degli ultimi 7 giorni.
Difatti dal termine della partita di Champions League contro il Benfica di una settimana fa, e soprattutto dopo la disfatta di Monza, sta letteralmente accadendo di tutto nel contesto del club torinese.

Rivolte social, squadra spaccata, dirigenza divisa e incoerenze comunicative.
Il paradosso per eccellenza è la “chiacchierata” trasformata in intervista da parte del tecnico bianconero Massimiliano Allegri con Mario Sconcerti, il giorno dopo la sconfitta contro i portoghesi e le parole dello stesso allenatore toscano riguardo lo “stare zitti e lavorare”. E se il tecnico toscano inizia a sbandare anche nella sua forza principale, ovvero la comunicazione, la situazione è grigia.

Piani alti
È innegabile che tutta questa situazione derivi soprattutto da una mancanza di unità e chiarezza nella dirigenza, e presidenza, dei bianconeri. Che si riflette sul campo, su dei giocatori che mai come ora sono privi di personalità.
È lapalissiana l’amicizia fra il presidente Agnelli e Allegri, nonostante pare essersi incrinato qualcosa dopo l’azzardata chiacchierata con i giornalisti da parte del mister toscano.
È anche palese la poca stima sportiva da parte di Pavel Nedved, e l’insoddisfazione da parte dell’ad Arrivabene (che ricordiamo, è arrivato dopo l’insediamento sulla panchina di Allegri), nei confronti dell’allenatore ex Milan e Cagliari. Questa divisione fra i piani alti non fa che causare ancora più confusione nella società, una sorta di guerra interna che avviene ormai dal lontano 2019, data del primo esonero di Allegri.
E proprio nel momento in cui si deve arrivare ad una decisione netta sul futuro della panchina bianconera, data l’evidente perdita di controllo del tecnico livornese sulla squadra, c’è invece un silenzio assordante da parte della società. Ed è questo che spaventa i tifosi. L’assenza della società.

Personalità
I problemi non sono solo in dirigenza. La rosa composta da Cherubini ed Arrivabene questa estate è stata rimpolpata da alcuni giocatori di esperienza, quali Pogba, Di Maria e Paredes.
Giocatori di personalità, oltre che qualità. Ma il resto della rosa?
È indubbio che dopo il rinnovamento attuato negli ultimi anni, nella Juventus ci sia una mancanza palese di leader. Sia in campo che nello spogliatoio.
Una squadra già carente di personalità, che con l’aggiunta degli infortuni di due dei più importanti acquisti estivi, soffre in maniera enorme la mancanza di un condottiero. Cosa che, per riprendere ciò che ha scritto la Curva Sud in un comunicato recente, Bonucci (il capitano designato) non sarà mai.

Soluzione
Come risolvere questa situazione complessa, intricata e complicata?
Pare ormai evidente che Allegri non sia ancora stato allontanato per cause economiche, dato il suo elevato ingaggio. Rimane infatti sentimento condiviso il fatto che qualsiasi altro allenatore sarebbe già a casa sul divano, data l’evidente sfiducia della squadra nei suoi confronti.
Ma è altrettanto evidente il bisogno di un qualcuno che dia una scossa ai giocatori, e metta d’accordo tutti i membri della dirigenza, per mettere fine a questa guerra interna ormai annosa, che ha portato a esoneri su esoneri.
Perciò, se verrà deciso un improbabile continuo di cammino fino a fine stagione di Allegri per portare la squadra almeno fra le prime 4, scartando l’eventuale figura del traghettatore, si opterà per una figura diversa.

Serve anche un qualcuno che “alleni” veramente i giocatori, che li indottrini con del gioco. Cosa che Massimiliano Allegri non fa e non farà mai, in quanto profilo più di gestione di campioni.
Inutile dire che l’identikit appena descritto corrisponde ad un certo allenatore di una squadra di Premier League, specialista nel risollevamento di situazioni catastrofiche. La coincidenza? Il contratto in scadenza a fine anno e la non nascosta volontà di non rinnovare…