Dalla B al centrocampo della Nazionale, la “bella favola” di Marco Verratti

Marco Verratti inizia molto presto a dare calci ad un pallone abituandosi a sentire la gente chiedersi “Ma dove va questo? È troppo piccolo!”. Ha le stigmate del campione, e continuando a lavorare giorno dopo giorno, migliora a vista d’occhio.

PESCARA, PSG E NAZIONALE: L’ASCESA DI VERRATTI

Marco è un fenomeno anche negli atteggiamenti e resta umile, concentrato e a disposizione dei suoi allenatori; a differenza di quei giovani che credono che tutto gli sia dovuto, che non sanno che per via della loro presunzione probabilmente faranno una carriera di gran lunga al di sotto delle proprie aspettative. Esordisce quindi nel 2008 con la maglia del Pescara, facendo intravedere le doti del fuoriclasse, poi la consacrazione con Zeman, uno che con i giovani ci sa fare, e che infatti lo sposta dalla trequarti alla cabina di regia. Da questo momento in poi il futuro di Marco è un crescendo di prestazioni di altissimo livello che attirano i migliori club di tutta Europa.

Ad accaparrarselo è proprio il Paris Saint-Germain per 12 milioni di euro, quando ha appena 19 anni. Si parla così della “bella favola” di Marco Verratti, passato da protagonista in serie cadetta ad astro nascente del calcio europeo, a suon di milioni. Ma gli altri cosa ne sanno dei sacrifici che hai fatto, delle giornate passate su quel rettangolo verde, delle volte che hai rinunciato aspettando il tuo momento?! Ben presto la “bella favola” si rivela una bellissima realtà e che in pochi mesi Marco diventa il pilastro del centrocampo parigino nonché idolo della tifoseria. Forse per il suo essere semplice, o forse per l’altrettanta semplicità con cui dà del tu al pallone, destreggiandosi negli spazi e impostando l’azione con quella precisione e personalità che un po’ a tutti hanno ricordato il Maestro, Andrea Pirlo. Di conseguenza bisogna aspettare non molto per vedere il fuoriclasse pescarese in azzurro, unico italiano della storia ad essere arrivato in nazionale maggiore senza collezionare neanche una presenza in Serie A. Certo, sarà demerito delle società italiane che (a differenza degli altri campionati del mondo) non se la sono sentita di affidare le chiavi del centrocampo ad un ragazzino.

Verratti è presente quindi nella disastrosa spedizione azzurra ai Mondiali del Brasile, dove è l’unico a salvarsi nell’ultima partita del girone in cui, con l’Italia in dieci, gestisce il gioco come se di Mondiali ne avesse giocati già quattro. Passano due anni, Conte diventa il CT della Nazionale e, come tutti gli altri, vede in lui una speranza di rinascita del calcio italiano ad Euro 2016. Purtroppo, però una fastidiosa pubalgia tiene fuori il campioncino per diversi mesi, che è quindi costretto a disertare la comunque bellissima spedizione azzurra in Francia. Tutti a chiedersi “E se ci fosse stato Verratti?”. Ma non è il momento di farsi questo tipo di domande, Marco ha appena 23 anni, è il più grande patrimonio del nostro calcio e speriamo tutti che la sua storia possa essere da insegnamento per il movimento calcistico italiano. Perché i giovani talenti ci sono, basta dar loro la fiducia che meritano.