Sono i giorni dell’impresa della nazionale di San Marino, che battendo il Liechtenstein ha guadagnato la promozione in Lega C della Nations League. Un risultato frutto della programmazione e dei progetti alla base della selezione allenata da Roberto Cevoli. In esclusiva ai microfoni di Ok Calciomercato è intervenuto Elia Gorini, giornalista di San Marino RTV, da sempre vicino al calcio nella Repubblica sammarinese. Elia ci ha spiegato tutti i segreti della nazionale che si sta prendendo le prime pagine.
Le parole di Elia Gorini sulla favola della nazionale di San Marino
Da profondo conoscitore del mondo che ruota attorno alla nazionale di San Marino ci spieghi quali sono i segreti che hanno spinto gli uomini di Cevoli a questa impresa.
“Programmazione, gioventù e passione sono gli elementi alla base. Soprattutto la passione ha giocato un ruolo principe per tutto quello che siamo riusciti a fare: tutti i ragazzi lavorano e fanno altro oltre al calcio, a parte Nanni che è l’unico giocatore professionista in squadra. Stiamo crescendo anche su questo: infatti il portiere Colombo sta giocando in Serie D con il Forlì, Filippo Berardi sta trovando continuità alla Vibonese. Si è puntato molto sul migliorare i settori giovanili delle nostre squadre. Un elemento da non dimenticare è che nella nazionale di San Marino giocano solo i sammarinesi: le naturalizzazioni non sono consentite attraverso passaporti sportivi. Per poter giocare nella nazionale di San Marino bisogna quindi essere o sammarinese per nascita o per parenti che vivono da noi. I ragazzi argentini che giocano con la nostra nazionale, come Rinaldi, sono sudamericani. Di Maio, che ha giocato anche in squadre importanti come Lecce, è diventato giocatore della nazionale di San Marino dopo che son passati 10 anni dal suo matrimonio con una ragazza di San Marino. Nonostante le difficoltà numeriche che abbiamo, riusciamo comunque a produrre un campionato nazionale con 16 squadre senza retrocessioni. Il team che è stato l’ultimo a nascere è la San Marino Academy che sarebbe come la Juventus Next Gen o Milan Futuro. In questo club giocano tutti ragazzi sammarinesi e l’allenatore è l’attuale commissario tecnico della nazionale under 21, Matteo Cecchetti. L’intento con questa squadra è raccogliere tutti i ragazzi che farebbero fatica a trovare spazio in altri posti e farli crescere direttamente dal tecnico della nostra under. Nella partita contro il Liechtenstein abbiamo raggiunto più record: la prima volta che raggiungiamo un fase successiva di un torneo, la prima vittoria in trasferta, la prima volta che segniamo tre gol in una partita. Insomma, stiamo vivendo un momento magico che deve essere un punto di partenza. A tutto questo voglio aggiungere che la Nations League ci ha permesso di coronare questo traguardo: da noi è un torneo molto apprezzato, in quanto ci dà la possibilità di confrontarci con realtà simili alle nostre. Non è giusto secondo me far giocare i grandi con i grandi ed i piccoli con i piccoli, è giusto che una selezione possa sognare in grande visto che il calcio è di tutti. Vedere una piccola nazionale di persone comuni, che sono tornate al lavoro dopo aver compiuto un’impresa, è un elemento che fa apprezzare San Marino in tutto il mondo. Per me è sacrosanto che una selezione come la nostra giochi le qualificazioni al Mondiale, che sono una competizione diversa rispetto al Mondiale in senso proprio. Al Mondiale è giusto che vadano le migliori selezioni, ma nelle qualificazioni credo sia giusto che partecipi una nazionale come la nostra“.
Molte volte, soprattutto in Italia, tendiamo ad addossare agli allenatori le responsabilità delle disfatte. Questa volta dobbiamo invece sottolineare il grande lavoro fatto dal ct Cevoli. Che personaggio è?
“Roberto è un grandissimo uomo di calcio, conosce tantissime dinamiche. Non dobbiamo dimenticare che ha giocato nella sua carriera anche in Serie A, facendo 57 incontri e segnando una rete. Quindi il mister è un profondo conoscitore, avendo allenato anche squadre di categorie importanti come il Renate. Ci ha fatto fare con la sua esperienza un passo avanti importante, privilegiando sempre i giovani. Infatti ha adottato dall’inizio sempre la politica del ‘se è bravo gioca’. Nella nostra nazionale giocano i fratelli Benvenuti, che sono 2006, giocano nella Primavera del Sassuolo e fanno la Youth League. In Italia i diciannovenni dove giocherebbero? Roberto è un uomo di profonda umanità, inoltre: ne è l’esempio quello che è accaduto in Andorra qualche mese fa. Ha dedicato la nostra vittoria in Liechtenstein a Nicolas, un ragazzo autistico che io e Massimo Zavatta gli abbiamo fatto conoscere in Andorra. Nicolas, ci ha raccontato la sua famiglia, è riuscito grazie alla sua passione per San Marino ad aumentare la sua interazione con la gente. Il mister in conferenza stampa lo ha ricordato, dedicandogli la vittoria. Questo, come detto, è l’esempio di che persona garbata e disponibile sia“.
In molti si chiedono quale sia il passo successivo di questa nazionale. Qualcuno sogna il Mondiale, qualcuno invece pensa allo stretto presente senza fare voli pindarici. Lei che ci può dire?
“Io sono un amante della concretezza e non mi piace fare voli pindarici. L’obiettivo di San Marino deve essere quello di crescere gradualmente. Il cosiddetto ‘step by step’ deve essere il nostro mantra. Nel futuro prossimo dobbiamo cercare di guardare e di raggiungere le selezioni che stanno sopra di noi. Alle qualificazioni al Mondiale affronteremo squadre di ranking diverso e noi saremo in ultima fascia. Sarebbe bello giocarcela con chi ci sta un gradino sopra e magari vincere. Con le grandi corazzate sarà sempre bello confrontarci con l’obiettivo di incassare meno gol del passato. Crescere, dunque, senza voli pindarici, ma con passione e gioventù“.
Infine, lei è stato per tanto tempo il rappresentante di San Marino per l’elezione del Pallone d’Oro. Da quando sono cambiate le regole può votare soltanto un giornalista per ogni Paese dei primi 100 al mondo, ranking alla mano. San Marino, quindi lei, è stato tagliato fuori. Come reputa questa scelta?
“Fino a tre anni votavamo tutti. Ora che hanno cambiato reputo questa scelta sbagliata, visto che non vota non solo San Marino, ma anche nazioni riconosciute come il Liechtenstein, Gibilterra e potrei andare avanti. Non correttissima anche perché personalmente ho tutte le carte in regola per essere un membro attivo dell’elezione, essendo iscritto all’albo dei giornalisti professionisti oltre ad essere corrispondente di San Marino con la UEFA“.