Il 2024 resterà un anno storico per San Marino, il piccolissimo stato indipendente che si trova tra le regioni di Emilia-Romagna e Marche. Tra gli oltre 33.000 abitanti sono presenti alcuni supereroi, i quali indossano fieramente la maglia della nazionale di calcio guidata dal commissario tecnico Roberto Cevoli. Uno dei principali protagonisti del momento d’oro è indubbiamente Lorenzo Lazzari, talentuoso centrocampista in forza al San Marino Calcio.
Nato il 6 giugno 2003, “Lello” è un predestinato e al suo debutto con La Serenissima (17 novembre 2022) va subito a segno nell’amichevole terminata 1-1 contro Santa Lucia, diventando così il terzo marcatore più giovane alle spalle di Alex Gasperoni e Nick Sensoli (in vetta alla classifica dal 5 settembre 2024). La vetrina perfetta per mettere in mostra tutte le sue qualità è la Nations League: dopo aver saltato l’inaspettato successo per 1-0 contro il Liechtenstein (prima vittoria in competizioni ufficiali per San Marino, che non trionfava dal lontano 28 aprile del 2004 ed era reduce da 6 pareggi e 135 sconfitte) a causa di un infortunio, Lorenzo raggiunge l’apice della carriera nell’ultima sosta per le nazionali. In occasione del match contro Gibilterra, valido per la terza giornata della fase a gironi e terminato 1-1 grazie al fondamentale rigore trasformato da Nicola Nanni al 91′, parte titolare e gioca 72 minuti. La data da ricordare è però il 18 novembre 2024, giorno in cui va in scena al Rheinpark Stadion il ritorno della sfida con il Liechtenstein: i padroni di casa passano in vantaggio con Sele e a inizio ripresa proprio Lazzari pareggia i conti su assist di Contadini, dando così il via a una clamorosa rimonta. Alla fine il San Marino si impone 1-3 e mette a referto una sfilza di record: primo posto nel girone con 7 punti e promozione nella Lega C di Nations League, prima vittoria di sempre in trasferta, prima partita in cui realizza tre reti e trionfa con più di un gol di scarto e prima volta che vince due match in un anno. Ultimo nel ranking FIFA alla posizione numero 210, San Marino ha conquistato 3 successi e 11 pareggi in tutta la sua storia. Ora la Repubblica del Titano non vuole smettere di sognare e, in caso di incastri giusti (ovvero almeno 10 delle 14 vincitrici dei gironi di Nations League arrivano prime o seconde nei gruppi di qualificazione al Mondiale 2026), potrebbe anche disputare i playoff per accedere alla Coppa del Mondo.
In esclusiva a Ok Calciomercato abbiamo intervistato Lorenzo Lazzari, punto fermo dello scacchiere tattico del ct Cevoli e idolo dei tifosi in seguito al gol nella vittoria per 1-3 contro il Liechtenstein nonostante abbia appena 21 anni. Il centrocampista classe 2003 ha ripercorso tutte le tappe della sua carriera, soffermandosi soprattutto sul rapporto con la nazionale e raccontandoci le emozioni vissute nell’ultima impresa in Nations League tra retroscena e curiosità.
Intervista al ‘Golden Boy’ di San Marino: Lorenzo Lazzari si racconta
La sua storia da calciatore?
“Ho iniziato a giocare a calcio da quando avevo circa 4 anni e mezzo. Ho vestito la maglia del Domagnano, la squadra che si trova più vicino a casa mia, e all’età di 10/11 anni mi sono trasferito a Cesena. Due anni dopo sono tornato a San Marino per giocare con la San Marino Academy e qui ho fatto tutta la trafila del settore giovanile. Successivamente sono passato alla Victor San Marino, che ora si chiama San Marino Calcio, e questo è il mio terzo anno nel club”.
Studia o lavora mentre gioca a calcio?
“Studio Scienze Motorie all’Università Telematica UniPegaso”.
Come gestisce calcio e studio?
“Dal martedì al venerdì mi alleno tutti i pomeriggi, sabato mattina c’è la rifinitura e domenica la partita. Lunedì è quindi il mio unico giorno libero. Io studio principalmente la mattina, ma registrando le lezioni posso studiare quando voglio”.
Come si sta trovando al San Marino Calcio? Che impatto ha avuto con la Serie D?
“Sono qui da tre anni. Il primo anno eravamo in Eccellenza e mi sono trovato benissimo, avevo giocato tutte le partite. Dalla passata stagione ho avuto un po’ di difficoltà, quest’anno è cambiato anche l’allenatore e sto giocando un po’ meno. Per ora procede tutto normalmente”.
Il suo ruolo preferito?
“Mi piacciono tutti i ruoli del centrocampo ma mi esprimo al meglio da mezzala o trequartista”.
Lo stadio della sua squadra si trova a San Marino: come sono le strutture sportive del paese?
“Lo stadio in cui gioca la nazionale è perfetto, è di livello buonissimo anche dal punto di vista del manto erboso rispetto ad alcuni impianti che si trovano nel resto d’Europa. Per me è tra i migliori. La struttura è davvero ottima e dispone di una palestra e una sala dedicata alla fisioterapia. Inoltre a San Marino sono presenti dei campi sintetici praticamente nuovi”.
Cosa significa per lei indossare la maglia della nazionale?
“Come tutte le nazionali rappresenti il tuo paese ed è un motivo di orgoglio. Rispetto al club, quando indosso la maglia del San Marino gioco più spensierato e mi diverto maggiormente. Mi godo davvero tutte le partite”.
Il 17 novembre 2022 ha esordito con la nazionale maggiore del San Marino e ha segnato il gol dell’1-1 nell’amichevole contro Santa Lucia: cosa ha provato in quel momento?
“È stato davvero un bel momento. Sinceramente non mi aspettavo nemmeno di essere convocato per quella trasferta dato che avevo fatto appena due allenamenti. Successivamente non credevo di avere l’opportunità di scendere in campo, ma il ct Costantini ha deciso di farmi entrare nel secondo tempo. Ovviamente non mi sarei mai immaginato di segnare. Quando ho fatto gol non ho più capito niente: mi ricordo di essere saltato in braccio a un mio compagno e poi sono stato sommerso dalla squadra. È stata un’emozione bellissima perché i miei genitori e i miei amici erano a casa a guardare la partita”.
Quando San Marino segna esultate in modo davvero unico ed è fantastico vedere il gruppo squadra tutto unito impazzire di gioia.
“Raramente facciamo gol, anche se nell’ultimo anno ne abbiamo fatti un po’ (ride, ndr). Quando segniamo nelle partite delle qualificazioni, come accaduto contro la Danimarca con la rete di Golinucci, esultiamo particolarmente perché non siamo abituati. Per il marcatore si tratta di momenti indelebili, che resteranno per sempre nella sua memoria. Ultimamente facciamo un po’ di gol, quindi ci stiamo quasi abituando (ride, ndr)”.
Quale è la partita che sentite di più?
“Probabilmente quelle in cui possiamo giocarci qualcosa come le sfide di Nations League. Sappiamo di avere una maggiore possibilità di vincere, motivo per cui la pressione addosso è più alta. I tifosi sostengono molto la nazionale. Sono queste le partite in cui abbiamo più responsabilità”.
Come vengono organizzate le trasferte? Contro Santa Lucia siete andati addirittura ai Caraibi per giocare.
“Vengono organizzate dalla Federazione. Per raggiungere l’isola di Santa Lucia ci sono volute sette ore e mezza di volo mentre per arrivare in Kazakistan abbiamo fatto scalo a Istanbul e siamo arrivati alle tre e mezza di notte. Alla fine però sei con la squadra, chiacchieri con i tuoi compagni e ascolti la musica. Nonostante siano viaggi lunghi il tempo passa”.
Dopo il pareggio contro Santa Lucia sono arrivate alcune sconfitte. Dato che San Marino non è una nazionale abituata a vincere, che rapporto ha con la sconfitta?
“Quando ci sono le qualificazioni per il Mondiale e l’Europeo affrontiamo nazionali molto più forti, quindi spesso la sconfitta è quasi attesa. Ovviamente però scendiamo in campo sempre con l’obiettivo di vincere e dare il massimo a prescindere dal valore del nostro avversario. L’anno scorso abbiamo giocato contro Danimarca, Slovenia e Kazakistan e molto spesso perdiamo contro nazionali di questo calibro. Le amichevoli e le partite di Nations League sono molto più alla pari per noi e ci teniamo a vincere. Ultimamente è capitato di ottenere dei punti e abbiamo chiuso addirittura in vetta al girone di Nations League”.
Quando giocate contro una big cosa provate: timore di prendere tanti gol o gioia di affrontare dei campioni?
“Al momento la nazionale più forte che ho incontrato è la Danimarca. Giocare contro calciatori di quel livello è bellissimo e ti diverte, anche se alla fine magari il pallone lo vedi poco. Ovviamente c’è sempre la paura di demoralizzarsi al primo gol subito e di prenderne altri, ma devi essere bravo a rimanere in partita. Contro i danesi abbiamo resistito per 25 minuti senza subire gol, poi ne abbiamo incassati tre in 14. Inoltre è fantastico giocare nei vari stadi d’Europa, contro la Danimarca c’erano circa 40.000 spettatori e l’atmosfera era bellissima. Mi sono davvero goduto la partita nonostante la sconfitta”.
Ha affrontato nazionali di livello come la Danimarca: è riuscito a scambiare qualche maglia? Quali sono le più ‘preziose’?
“Ho imparato che se chiedi la maglietta alla fine della partita molte volte non riesci a prenderla perché spesso sono prenotate o già chieste in precedenza. Ora quindi le chiedo prima del match o negli spogliatoi. Sono comunque riuscito a prendere le maglie di Petar Stojanović della Slovenia e di Thomas Delaney della Danimarca. Inoltre ho anche un pantaloncino della nazionale danese. Per fortuna c’è tempo per arricchire la collezione (ride, ndr)”.
Nel dicembre del 2023 il ct Costantini è andato via: quanto è stato importante per lei?
“È stato colui che mi ha fatto esordire in nazionale nel novembre del 2022. Avevo partecipato ad appena due allenamenti con la selezione maggiore e mi ha subito convocato per le amichevoli ai Caraibi (contro Santa Lucia, ndr). Ha sempre creduto in me facendomi giocare praticamente tutte le partite e devo ringraziarlo. Quando è andato via gli ho anche scritto un messaggio, ero dispiaciuto. Ora c’è Cevoli e devo ringraziare anche lui: quando è arrivato stavo giocando poco nel mio club, ma lui ha creduto in me e ha sempre voluto farmi giocare. Poi ho avuto dei problemi fisici e sono stato costretto a fermarmi, ma una volta tornato in forma lui mi ha messo in campo e ho cercato di dare il meglio”.
Cosa è cambiato con il ct Cevoli? Anche i risultati sono migliorati sensibilmente.
“Cevoli ha creduto maggiormente nei giovani e il campo gli ha dato ragione. Lui dice che non si aspettava subito questi risultati, ma noi siamo stati bravi ad ascoltarlo e a mettere in pratica le sue idee. Alla fine quindi i risultati sono arrivati immediatamente”.
A settembre è iniziata la Nations League: quanto è importante per voi questa competizione?
“Appena abbiamo visto il girone sapevamo di poter riuscire a fare qualcosa di importante. La vittoria mancava da 20 anni, motivo per cui tornare al successo era il nostro obiettivo principale. Abbiamo vinto la prima partita del girone e quindi abbiamo subito iniziato a credere nella promozione in Lega C. Dopo l’immeritata sconfitta contro Gibilterra abbiamo avuto un po’ di paura e anche nel match di ritorno abbiamo rischiato, ma in quell’occasione meritavamo di vincere. Alla fine siamo stati bravi a rimanere in partita e a pareggiare nei minuti conclusivi della gara. Infine la vittoria contro il Liechtenstein è stata davvero il massimo perché abbiamo addirittura chiuso il girone in testa”.
Che emozione ha provato dopo il rigore trasformato da Nanni al 91′ nel fondamentale pareggio per 1-1 contro Gibilterra?
“Io ero in panchina e stavo quasi per arrendermi. Soffrivo perché ero uscito e non potevo dare una mano alla squadra, stavo pregando a bordocampo nella speranza che accadesse qualcosa. Non riuscivamo a segnare nonostante il forcing finale, ma alla fine Nanni è stato bravo a procurarsi il penalty e a trasformarlo. Battere un rigore del genere con una pressione addosso davvero incredibile non è affatto facile, complimenti a lui”.
Grazie all’1-3 contro il Liechtenstein siete entrati nella storia e lei ha anche segnato la rete del momentaneo 1-1: che emozioni ha provato?
“Per quanto riguarda il gol, l’esultanza iniziale è stata abbastanza composta perché non sapevo se fosse fuorigioco ed ero un po’ incerto. Quando ho visto la palla entrare mi sono subito alzato da terra per andare a festeggiare, è stato bellissimo vedere il pallone superare la linea di porta. È stato bravo anche Contadini, il quale mi ha servito un assist incredibile. Dopo la conferma del VAR abbiamo esultato tutti insieme e mi sono scrollato di dosso l’ansia che avevo accumulato. La vittoria è stata magnifica: al fischio finale siamo corsi in campo e sono andato ad abbracciare i miei compagni per festeggiare. Poi la festa è continuata a casa e i miei genitori mi hanno svelato di essersi messi a piangere davanti alla tv”.
Vi siete resi conto dell’enorme valore dell’impresa?
“Ti rendi conto di ciò che hai fatto soltanto un po’ dopo. Sono emozioni che restano per sempre e che ricorderò per tutta la vita”.
Tra incastri giusti e sorteggio benevolo potreste partecipare ai playoff per accedere al Mondiale del 2026: ci ha mai pensato? Cosa significherebbe per San Marino?
“Sì, è impossibile non pensarci. In caso di playoff sappiamo già che incontreremmo un avversario difficilissimo, ma nel calcio non si sa mai. Magari la fortuna potrebbe assisterci ed essere dalla nostra parte. Noi entriamo sempre in campo con l’obiettivo di vincere e passare il turno, motivo per cui ci proveremmo”.
Ha segnato 2 gol in 16 presenze con il San Marino ed è a -1 dalla seconda posizione in classifica occupata da Nanni e Berardi: cosa significa per lei raggiungere questo traguardo? L’obiettivo è superare il recordman Selva a quota 8?
“Segnare con la nazionale è un’emozione incredibile, soprattutto perché è un’esperienza che non capita così spesso. Oltre a me, anche Nanni e Berardi possono raggiungere tranquillamente Selva. In questi anni è stata istituita la Nations League, motivo per cui possiamo giocare contro avversari del calibro di Liechtenstein e Gibilterra. Ora abbiamo maggiori possibilità di segnare mentre Andy (Selva, ndr) li ha fatti contro nazionali più forti come Belgio e Austria”.
Ha un numero di gol in testa come obiettivo?
“Io provo a dare il massimo per la mia nazionale e segnare è una cosa in più. In questo momento sto facendo la mezzala quindi sono meno propenso al gol rispetto a Nanni e Berardi. Ovviamente posso sempre provare a raggiungere Selva e vedremo cosa succederà”.
Che rapporto ha con i suoi compagni di nazionale?
“Quando sono arrivato ne conoscevo pochi, ma mi sono trovato davvero benissimo con tutti sin da subito. In occasione della prima chiamata ero il più giovane del gruppo e quindi mi trattavano come un ‘bambino’. Con Cevoli sono arrivati altri ragazzi e un paio sono addirittura più piccoli di me. Alcuni di loro già li conoscevo bene perché abbiamo giocato insieme nelle giovanili. Siamo un gruppo fantastico, così come lo eravamo anche con Costantini”.
Il suo soprannome è “Lello” e l’è stato dato da sua sorella, la quale da piccola non riusciva a pronunciare il nome Lorenzo: anche i suoi compagni di nazionale la chiamano così?
“Le persone che mi conoscono da poco alcune volte non sanno nemmeno il mio nome. È capitato di sentirmi dire: ‘Ma ti chiami Lorenzo? Io ti ho sempre chiamato Lello!’. Alla fine mi chiamano tutti così”.
Quale è il suo sogno nel cassetto sia con il club sia con la nazionale?
“Con la nazionale l’obiettivo più grande sarebbe qualificarsi al Mondiale. Inoltre mi piacerebbe riuscire a vincere nuovamente il girone di Nations League oppure rimanere nella Lega C o addirittura ottenere la promozione. Ora però non esageriamo (ride, ndr). Per quanto riguarda il club, invece, il mio sogno è riuscire ad arrivare nei professionisti”.
Ci sono stati dei contatti con club professionistici?
“Ancora no. Dopo aver fatto un anno buono in Eccellenza pensavo che ci sarei arrivato tranquillamente, ma nel corso della mia prima stagione in Serie D mi sono accorto di quanto sia difficile questo campionato. Vediamo con il tempo cosa succederà”.