Esclusiva OkC, Tonetto: “Il derby è unico. La Roma deve raggiungere la Lazio in classifica”

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La redazione di Ok Calciomercato ha intervistato in esclusiva Max Tonetto, ex difensore, tra le altre, di Lecce, Sampdoria e Roma. Tra i temi approfonditi, quello del derby che la Capitale si prepara a vivere, la Roma del passato e del presente e qualche indicazione sul futuro personale.

Le parole di Max Tonetto

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Sappiamo come il derby di Roma sia una delle partite più importanti e più sentite di tutta la Serie A, lei che lo ha vissuto ci dica come ci si prepara a giocarlo e come si prepara la città. Vincerlo può diventare importantissimo per indirizzare un’intera stagione?
“Il derby è una partita che non è sicuramente uguale a tutte le altre ed è chiaro che possa portare qualche strascico. Di questo può risentirne lo spettacolo; quando ci sei dentro te ne rendi veramente conto. Come dico spesso, personalmente i primi anni l’ho sentita meno perché la vivevo un po’ come da ‘esterno’, poi però con il passare del tempo ti rendi conto veramente dell’importanza della partita: basta osservare l’attesa e l’atmosfera che si respira nella città nella settimana che ti porta al derby. La conseguenza, come ho detto, è che ne risente la partita, perché vedi due squadre molto contratte, molto tese che perdono energie proprio per tutta questa pressione che c’è”.

Proprio collegandoci alla sua esperienza personale a Roma, ci dica cosa hanno significato per lei Roma e la Roma.
“Significa vivere un’esperienza completamente diversa da tutte le altre. Ho girato un po’ tutta Italia, ma devo dire che mentre in quasi tutte le altre parti la settimana si vive con tranquillità, l’esperienza che vivi da giocatore della Roma ti fa respirare il calcio a 360 gradi: lo senti negli allenamenti, quando passeggi per strada. È stata un’esperienza unica, diversa da tutte le altre: alcuni mi dicono che anche a Napoli sia così, ma non posso dirlo perché non l’ho vissuta in prima persona”.

Ci sono delle analogie rintracciabili tra la Roma di un tempo della quale lei faceva parte e la Roma attuale?
“Dal punto di vista societario no, perché è cambiato tutto praticamente e neanche dal punto di vista della rosa, perché questa è stata allestita con tanti ricambi. Forse l’analogia può esserci in relazione alla guida tecnica, perché Fonseca cerca sempre di essere propositivo e non specula sul risultato. Il percorso dell’allenatore portoghese sta iniziando a prendere forma e ha già dato alcuni frutti iniziali, ma sicuramente ha bisogno di tempo. Se ricordiamo anche il primo di Spalletti fu un anno di ‘inizio’ che presentò delle difficoltà”.

Dal passato al presente

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La Roma ha mostrato sicuramente di essere competitiva per guadagnarsi il posto Champions e farà di tutto per restare quarta. Pensa che i giallorossi abbiano le carte in regola e siano favoriti sull’Atalanta e sulle altre pretendenti seppur attardate?
“Il campionato è ancora molto lungo, siamo solo alla seconda giornata di ritorno: è sempre difficile in questi casi capire se bisogna guardarsi le spalle o guardare chi c’è davanti. La cosa più importante perciò è ottenere risultati perché con le vittorie allontani chi c’è dietro e cerchi di avvicinarti a chi ti è davanti. Penso che la Roma abbia l’obbligo di raggiungere la qualificazione in Champions, aldilà degli avversari che sono e saranno competitivi fino all’ultimo. L’obiettivo della Roma credo che debba essere piuttosto quello di raggiungere la Lazio“.

Una settimana fa si diceva che i giorni successivi sarebbero stati decisivi per la Roma, con lo scontro in Coppa Italia con la Juventus e il derby in campionato. Con la Juve è andata male soprattutto per meriti della squadra di Sarri, ma con un’ipotetica vittoria nel derby la squadra di Fonseca potrebbe acquisire quella consapevolezza e quella forza utili per avere ambizioni ancora più importanti?
“È il contraccolpo che può portarti il derby in un senso o nell’altro. La Roma viene dalla partita di Coppa dove sono mancati coraggio e personalità, e proprio il derby può essere la partita giusta per rispondere alla critiche e dimostrare di avere queste qualità. Se dovesse esserci invece paura con una squadra in forma come la Lazio credo sarebbe difficilissimo uscire con un buon risultato domenica. Il derby dirà molto in questo senso: la Roma potrebbe, con una vittoria, iniziare a provare a dare la caccia alla Lazio, ma potrebbe, con una sconfitta, salutare la Lazio in classifica e pensare soltanto a guardarsi le spalle”.

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Uno sguardo ai biancocelesti

La Lazio, in caso soprattutto di successo nel derby, può veramente dire la sua in chiave scudetto? Ha le carte in regola per potersi sedere al tavolo con Juventus e Inter?
“Più che le carte in regola, la Lazio ha il vantaggio di disputare un’unica competizione, visto che è uscita sia dall’Europa League sia dalla Coppa Italia. Se a questo si continuerà ad aggiungere la componente della buona sorte con molto vittorie arrivate nei minuti finali, è chiaro che può ambire allo scudetto. I biancocelesti, a differenza della Roma, hanno avuto pochissimi infortuni che hanno permesso di dare continuità alle vittorie. Chiaramente poi la fortuna devi anche cercarla, e questo è sicuramente un merito degli uomini di Inzaghi”.

Per colmare il gap con Juventus e Inter, la Roma e la Lazio che cosa devono ricercare sul mercato a partire magari da questa sessione?
“La Lazio mi sembra che non abbia una rosa numericamente adeguata, soprattutto in relazione ai ricambi. La Roma deve continuare questo percorso che ha intrapreso, augurandosi soprattutto buona salute, perché dopo ogni partita si parla di giocatori infortunati, spesso quelli che sembrano più in forma: Zaniolo e Diawara sono solo gli ultimi di una lunga serie. Per quanto riguarda il mercato, quello di gennaio come sappiamo è abbastanza complicato, perché le squadre non cedono assolutamente i loro talenti”.

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Alla ricerca di leader

Lei che ha giocato a Roma con gente come Totti e come De Rossi, nell’attuale rosa dei giallorossi vede potenzialmente dei leader che nel futuro possano diventare il centro nevralgico della squadra, non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto caratteriale, e poter così essere accostati alle due bandiere appena citate?
“Di giovani interessanti ce ne sono veramente tanti, questo sicuramente è un punto di partenza importante. Per diventare come Totti e De Rossi ci vuole veramente tanto tempo, devi essere carismatico, rappresentativo e di personalità. Di potenziali figure ce ne sono: Florenzi, Pellegrini, Zaniolo, che però potranno essere valutati solo con il tempo. Va detto che sostituirsi a due monumenti come Totti e De Rossi è veramente difficilissimo, se non del tutto impossibile”.

Futuro personale

Cosa intende fare nel proprio futuro prossimo? Ci potrebbe essere il campo nel destino?
“Non ho programmi a lungo termine, sto lavorando nella radio e nella televisione della Roma e per adesso va bene così. Il ritorno in campo in veste di allenatore comunque sento di escluderlo, anche per il futuro”.