È finito Game of Thrones e noi sentiamo un vuoto dentro

game of thrones

The O.C., Dawson’s Creek, Beverly Hills 90210: per la generazione nata a cavallo tra il 1985 e il 1995 i telefilm erano sostanzialmente questi e assumevano le sembianze di un avvenimento quotidiano. Paragonabile ai Walker Texas Rangers dei nostri padri o agli Happy Days dei nostri nonni. Un avvenimento sicuramente importante ma non cruciale nella vita di ognuno di noi. Telefilm guardati con nonchalance, quasi vissuti con inerzia.

Con l’avvento delle serie tv, invece, abbiamo tutti virato verso una visione nerd delle cose, ci siamo fatti travolgere dalle emozioni, ci siamo fatti trascinare dagli eventi. La serie che più incarna questa nuovo modo di vedere gli eventi è sicuramente Game of Thrones: la serie più vista del mondo.

Superato ogni confine

Quando Martin iniziò a scrivere “Cronache del ghiaccio e del fuoco” non avrebbe mai pensato che la sua creatura avrebbe finito per assumere una popolarità mondiale. Il fantasy in quel tempo era un fenomeno di nicchia, denigrato dalle masse. Anche un genio come Tolkien era osservato con perplessità. Se gli avessero detto che, in America nel 2018, 2545 persone avrebbero chiamato la loro figlia Arya e 560 persone Khaleesi lui probabilmente si sarebbe fatto una risata. Peggio ancora se gli avessero detto che milioni di persone nel mondo sarebbero arrivate “moribonde” a lavoro ed altri avrebbero inventato fantomatiche scuse per non presentarcisi proprio. Le avventure della serie HBO hanno travalicato qualsiasi confine nazionale, hanno generato meeting, discussioni, amicizie e teorie più disparate su chi alla fine sarebbe finito sull’agognato trono.

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L’evoluzione dei personaggi

Nel corso delle 8 stagioni abbiamo mandato a memoria gli slogan delle casate, abbiamo assimilato i loro principi e  ci siamo quasi convinti che dietro le loro azioni – anche quelle più sanguinarie – in fondo ci fosse una ragione che potesse giustificare il tutto. I Lannister, tanto divisi quanto uniti, hanno rappresentato i “villain” per eccellenza, ma in fondo ci siamo commossi alla morte finale perché solo in quel momento Cersei ha ritrovato un briciolo di umanità. Daenerys ci ha fatto letteralmente innamorare di lei con una bellezza onirica ma la sua natura Targaryen è passata dall’essere il fuoco che dava vita alle sue speranze reali, ad una terribile ossessione. I personaggi secondari hanno dato una speranza a tutti quelli che non credono in sé stessi. E gli Stark hanno finito per prendersi tutto perché sì, evidentemente, esiste una giustizia divina anche nel mondo di Martin. Arya con le sue abilità da ninja ha sconfitto il Night King; Sansa ha superato guerre, stupri, matrimoni con una lucidità e una sagacia impensabili nella prima stagione; Jon ha sacrificato l’amore della sua vita mostrandosi sempre integerrimo dal punto di vista caratteriale, a dimostrazione che per quelli come lui non esistono sfumature; Bran si è preso il trono dopo una riunione dei lord dei 7 Regni “perché nessuno aveva una storia migliore della sua”. La sua evoluzione ci dice quanto sia complicata questa versione del Medioevo e come possa cambiare la vita di un bambino innocente che aveva semplicemente voglia di arrampicarsi su una scala.

Ora che le serie è finita sentiamo tutti un vuoto dentro, ovviamente molto difficile da capire per chi questa serie non l’ha vissuta con la stessa passione. La differenza è che non ci sente più nerd, quanto piuttosto ci si sente parte di una Community dove parlare con enfasi di una serie non rappresenta più un tabù.