In un momento in cui sembra essere da preludio per il ritorno in campo, è ancora Rocco Commisso che ai microfoni della Gazzetta dello Sport ha rilasciato una lunga intervista in cui ha parlato dei più svariati argomenti: dalla forza economica del suo club agli obiettivi da porsi, passando per il tema mercato in cui il futuro di Federico Chiesa riveste un ruolo primario.
“Come forza economica la Fiorentina non è seconda a nessuno ma…”
Da quando lo abbiamo conosciuto, Rocco Commisso ci ha dato sempre modo di considerarlo come una persona schietta, sincera ed ambiziosa: doti che non ha conosco nemmeno nell’intervista rilasciata al quotidiano in rosa. “Ho portato in Italia investimenti importanti della mia famiglia. Ho il 100% della società viola. Non come i presidenti di Inter, Milan, Roma e Lazio che ricevono contributi anche da altri investitori. Gli stessi Agnelli, se non sbaglio, che tramite Exor controllano la Juve, sono proprietari di non più del 35 per cento del valore del club bianconero. Io rischio i miei soldi e non per una quota. Come forza economica la Fiorentina non è seconda a nessuno ma per diventare competitiva ha la necessità di alzare gli introiti. Quindi servono un nuovo stadio, infrastrutture. Non parlo solo dell’incasso delle partite. Parlo di ristoranti, di tutto un indotto. Compresa la possibilità di vendere il nome dello stadio come hanno fatto Arsenal e Juve“.
Sincero, anche nel momento in cui rivela che il suo progetto di rendere la Fiorentina una realtà italiana solida e forte ha subito nel corso di questi 9 mesi dei rallentamenti, causa eccessiva burocrazia dello Stato italiano. “Anzi, rispetto a dieci mesi fa, quando siamo arrivati, forse abbiamo fatto un passo indietro. E questo nonostante una miriade di riunioni che hanno visto protagonisti il sottoscritto, Joe Barone e i nostri avvocati e architetti. Lo Stato vuole aiutare il calcio? Allora cambi leggi vecchie. Aiuti i privati a costruire impianti o a ristrutturare stadi già esistenti superando certi vincoli. Parlo di imprenditori che vogliono creare valore alle città, non di “pirati” che stanno pensando di comprare in Italia aziende in crisi. Di infrastrutture non hanno bisogno solo Firenze e la Fiorentina. La verità è che ultimamente ha vinto quasi solo la Juve. Brava la società bianconera ma se vince sempre la stessa squadra è un bene? Per cambiare bisogna permettere agli altri club di creare le infrastrutture“.
Solidi anche grazie a Mediacom
Il patron viola, dunque, che non nasconde mai il desiderio personale e la necessità collettiva di dover creare nuove infrastrutture in campo sportivo e calcistico, è sempre più convinto di proseguire al comando della società gigliata e di portare costantemente investimenti per rendere forte il progetto viola, anche grazie a Mediacom, società sempre in mano al presidente americano. Guai però a fare promesse. “Intanto cominciamo con il ricordare che in dieci mesi ho investito: 170 milioni per acquisire il club, oltre 90 milioni per le due campagne acquisti, 70 milioni per il centro sportivo e in più si è alzato notevolmente il monte stipendi. E Mediacom aiuta la Fiorentina con la sponsorizzazione. Il nostro punto di forza è proprio Mediacom. Solidissima anche in un momento di forte crisi come questa. Chiuderemo anche questo trimestre in attivo, novantatré trimestri in crescita consecutivi. Credo che nessuna grande azienda italiana possa vantare un simile risultato. Di sicuro non farò come il Milan di Mister Li che nello spazio di poco tempo ha fatto crescere le perdite e alla fine ha perso la società. Spero di costruire una squadra più forte. E cercherò di farlo anche se non potrò costruire subito il nuovo stadio. Il mio slogan è: tempi rapidi, costi giusti e controllo investimenti”.
Un Presidente ambizioso, che non nasconde i suoi obiettivi per il futuro imminente e non si pone confini: “Intanto essere sempre nella parte sinistra della classifica. Poi, arrivare sempre più in alto. Grazie alla mia forza economica vorrei arrivare più in alto di quella che è la potenzialità della Fiorentina. Nel prossimo mercato forse qualcuno andrà via e forse arriveranno altri due-tre giocatori validi“.
Prossime mosse sul mercato
Oltre a parlare della gestione e della forza economica di cui gode, Rocco Commisso, ha parlato anche di temi più vicini al campo e soprattutto di calciomercato: La Fiorentina gode di tantissimi gioielli, da Milenkovic a Castrovilli, passando forse per quello più blasonato e gettonato di queste ore, Federico Chiesa.
Alla consueta domanda sul mercato e sull’esterno azzurro figlio d’arte, il patron di origini italiane ha dato una risposta chiara: “Molti giovani giocatori hanno già sposato questo progetto. Milenkovic, Vlahovic, Dragowski, Sottil, Castrovilli e altri. Chiesa deve decidere e come ho detto se vuole andarsene lo accontenterò a patto che la cifra sia giusta. Quanto è la clausola rescissoria di Lautaro? 111 milioni? Beh, potrei levare un milione su Chiesa. No, sto scherzando. Basta che la cifra sia giusta. Prima di sposare il progetto Mediacom potevo diventare il responsabile finanziario di tante aziende leader negli Stati Uniti ma ho scelto una strada diversa. Ho iniziato dal nulla e un passo alla volta è nata Mediacom. E ho scelto bene. Chiesa sa cosa è la Fiorentina, chi è Rocco e cosa troverà in futuro qui a Firenze. Se va altrove non so“. E su un possibile approdo alla Juventus: “Io penso al bene della Fiorentina. Se Chiesa vuole andare via la nostra priorità sarà quella di avere la giusta contropartita economica Non ci sono veti per alcune società. Però, in questo momento ho uno splendido rapporto con Federico e con suo padre. C’è un clima positivo che non va alterato“.
Su Chiesa, dunque nessun veto, mentre su un altro gioiello viola e azzurro, Gaetano Castrovilli, soltanto parole d’elogio che allontanano il mercato: “Questo ragazzo mi è piaciuto fin dal primo giorno. E’ fenomenale, è sempre sorridente. Mi piace che i nostri talenti ci danno credito. Danno fiducia al sottoscritto, Barone, Pradè, Iachini, Ferrari, Antognoni, Dainelli, a tutto un gruppo di lavoro“.
Un focus anche su Frank Ribery, colpaccio di mercato con il quale il presidente Commisso in estate aveva voluto mettere esperienza ad una squadra giovane e che lo vedrà centrale anche nel futuro. “E’ un leader come lo ero io quando giocavo. Anche se lui è un campione e io ero solo un giovane universitario. I leader sono preziosi“.
Chi potrebbe andare e chi invece arriva
Non solo mercato in uscita però, visto che la Fiorentina ha praticamente già ufficializzato colpi per la prossima stagione come Sofyan Amrabat. Su di lui parole al miele del presidente: “Ci ha rovinato nella gara di Verona. Passaggi perfetti, sempre avanti e indietro e in controllo della partita. Un giocatore così servirà“.
E poi anche parole sul futuro di Beppe Iachini e anche su modelli come Lazio e Atalanta che secondo il patron viola sono assolutamente da prendere da esempio, almeno per la faccende che riguardano il campo. “Ci sono ancora dodici partite da giocare. Vediamo. Però Iachini mi piace, ho con lui uno splendido rapporto anche dal punto di vista umano. Viaggia a una media di un 1,5 punti a partita. Se va avanti così…“.
E sui modelli da dover seguire: “Certo. Dobbiamo crearci quanti più giocatori forti possibile in casa e scoprire dei calciatori quando ancora non sono al top. Dobbiamo imparare dalla Juve per quanto concerne la loro capacità di fare business e da Lazio e Atalanta a come stare ad alti livelli con budget decisamente inferiori“.