La Serie A ha un nuovo MVP per il mese di ottobre: Matias Soulé. L’argentino in prestito al Frosinone fino ad ora ha racimolato 5 gol ed 1 assist in 10 partite rivelandosi una delle sorprese di questo campionato. Il classe 2003 ha colpito soprattutto per la grandissima dote nel dribbling, attualmente il primatista in Italia con ben 62 finte riuscite. Il giocatore in prestito dalla Juventus ha finalmente avuto modo di dimostrare il suo talento e molto del merito va dato ad Eusebio Di Francesco.
L’ex Velez, in esclusiva a l’Ultimo Uomo ha risposto ad alcune domande in seguito al riconoscimento ottenuto dall’AIC per l’MVP del mese di ottobre. Soulé ha elogiato il suo nuovo mister al Frosinone, ha parlato del suo ruolo in campo e delle sue caratteristiche tecniche. Mentre i gialloblù se lo stanno godendo, la Juventus intanto sta già pensando di riportarlo in anticipo nel mercato di gennaio.

L’intervista di Soulé a L’Ultimo Uomo
Pensavi di poter incidere da subito in Serie A?
“Sì, pensavo di poter dare subito una mano. Io sono venuto qui a Frosinone per dimostrare quello che so fare. Nella videochiamata fatta con il mister e con il direttore prima di arrivare abbiamo parlato subito di quello che volevano da me, di quello che so fare, di come mi piace giocare, del ruolo che posso ricoprire, di come vengo dentro al campo per giocare. Che poi è quello che faccio oggi al Frosinone. Quindi sì, io ho pensato subito di dover fare bene. Non come un obbligo, ma con l’idea di venire qui a dimostrare quello che magari non ho potuto fare con continuità con la Juventus”.
Come ti ha responsabilizzato Di Francesco?
“Lui mi ha dato tanta libertà. Mi chiede di stare aperto, ma soprattutto di non dare riferimenti, di cercare la palla. Io ho questo vizio di volere sempre la palla, quindi lui mi spinge ad abbassarmi tra le linee per ricevere o al contrario ad allargarmi se il terzino si propone nel mezzo spazio. Sono tutte cose che stiamo imparando. Grazie a lui sto imparando tantissimo e imparerò tantissimo”.
Il passaggio in Serie C ti ha aiutato?
“Sì sì sì, mi ha aiutato molto. Dalla Primavera alla prima squadra c’è una strada piuttosto lunga, che magari da un’altra parte mi avrebbero fatto andare in prestito. Invece stare nella Juventus U23 mi è servito molto a livello fisico, per capire il gioco, provare. Eravamo tutti giovani lì, senza esperienza, ma avevamo la possibilità di giocare, di provare. Che poi è anche quello che ho trovato al Frosinone, una squadra giovane. Quell’esperienza mi ha aiutato molto, non è come la Serie A, certo, ma devi lottare su ogni pallone, non è facile. È stato utile”.

Al Frosinone ora giochi in alto a destra, pensi che sia questo il tuo ruolo?
“Nel 4-2-3-1 io mi trovo bene in tutti e tre i ruoli. Nel Velez ad esempio giocavo a sinistra; quello in mezzo, da “sottopunta”, è il mio ruolo, lo so fare, poi ovvio: per il mio profilo giocare a destra è più naturale perché da lì posso ricevere e poi ho tutto il campo col sinistro per andare avanti entrando dentro al campo. Mi piace più stare a destra, mi sento più libero di poter fare quello che so fare da lì”.
Ad inizio anno c’era scetticismo sul Frosinone, vi ha motivato?
“Sì, sentivamo che non avevano tanta fiducia in noi, ma penso sia normale per una squadra che sia appena salita in Serie A. Noi però abbiamo fiducia nella nostra qualità, in quella di chi già c’era o di chi come me, Enzo, Oko, Caio, Rei, Harrou. Siamo arrivati in tanti. Lo stile di gioco ci aiuta molto perché siamo una squadra tecnica, sappiamo giocare, ci piace costruire dal basso, con gli uno-due, lo sappiamo fare e penso che si veda”.
Di Francesco ti incentiva a dribblare o è un qualcosa che ti viene naturale?
“Penso che sia un po’ di tutte e due, lui mi dà la fiducia, conosce i miei punti forti, mi dice di sfidare l’avversario nell’uno contro uno. Il dribbling fa parte del mio gioco, ho sempre provato a farli. Se ci sono le squadre chiuse e non provi la giocata come arrivi in porta? Io lo faccio istintivamente, perché sono così. Poi, certo, è importante che il mister mi dia la libertà di farlo”.

Nel tuo gioco è importante la suola, ci fai caso a come la usi?
“Io non ci faccio caso quando uso la suola, non è qualcosa che Di Francesco mi incentiva o mi proibisce. Io usavo la suola quando stavo in Argentina, fin da piccolo quando giocavo sia a calcetto, che lì si chiama Baby Futbol e si gioca in quattro più il portiere, che a undici. Mi piaceva giocare a calcetto e lì c’è una palla più piccola e usi la suola sempre, da quel momento per me è diventato naturale, mi piace farlo, mi aiuta”.
Hai segnato i tuoi primi gol di testa, è un caso?
“Io in quelle partite ho preso un po’ di pali calciando di piede, anche con qualche bella azione, quindi c’era anche un po’ di sfortuna, poi ho segnato di testa, che per me è strano, ma va bene, andava bene anche di coscia: l’importante è segnare. Ovviamente è curioso, i miei primi tre gol di testa. Non so se sono forte di testa, ma so che ci sono, che quando vado lì per colpirla di testa mi sento bene”.
Aiuti molto in difesa, è controproducente per il tuo gioco offensivo?
“Il mister me lo chiede, ma io lo faccio già automaticamente, non penso a risparmiarmi, che spendo troppa energia se mi abbasso troppo. Io vado per aiutare quando non abbiamo la palla, coprire dentro, uscire fuori. Ovviamente quando sono stanco magari chiedo aiuto a un compagno, ma se riesco mi applico, do una mano alla fase difensiva: è qualcosa che ho imparato qui in Italia, onestamente in Argentina non lo facevo tanto, ma alla Juventus me l’hanno insegnato molto bene. È da lì che ce l’ho automatico, torno con la squadra”.

Che vi ha detto Di Francesco dopo la rocambolesca sconfitta contro il Cagliari?
“Lui era molto arrabbiato, perché dopo il terzo gol abbiamo mollato come si è visto. Abbiamo smesso di attaccare come stavamo facendo e come sappiamo fare. Era arrabbiatissimo, ma anche noi ovviamente lo eravamo: non pensavamo di poter perdere una partita così, dopo essere andati in vantaggio 3-0. Ma dopo quel giorno lì ci siamo riuniti e ci siamo detti che non contava più, certo da 3 punti prenderne zero non esiste, quella partita lì era già vinta. Però dopo siamo andati avanti, abbiamo vinto due partite. Certo, non è facile perché magari la testa ci ripensa, per questo è stata una fortuna vincere subito dopo in quel modo col Torino in Coppa Italia, per rimetterci subito in ordine”.
Adesso c’è l’Inter, come si affronta una squadra del genere?
“È una partita molto importante per noi, ma siamo tranquilli: sarà una partita molto bella da giocare. Noi proviamo sempre a farlo nella nostra maniera e sarà così anche con l’Inter, quindi non sarà facile per loro perché noi lasceremo tutto in campo. Sarà bellissimo, non vedo l’ora”.

In cosa pensi di poter ancora migliorare?
“Eh ho tanto da migliorare, ho appena iniziato a giocare, devo ancora fare tutto. Devo migliorare sotto porta, per dire, finora in questa stagione ho avuto altre possibilità di fare gol ma ho preso i pali, tipo quello col Verona. Poi devo migliorare fisicamente. Ho appena iniziato a giocare con regolarità, che era quello che volevo, ora mi alleno sempre al 100%, sempre col sorriso, è questo quello che volevo”.