Gela, tra gioie e dolori: la Terranova del calcio italiano

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Che bella la Sicilia: il mare, i paesaggi, le rovine greche, il calcio. Come tutti sanno, lo sport più bello del Mondo si può trovare ovunque, dai capoluoghi alle più piccole province perché è li che si nascondono le realtà più belle, quelle passionali. Questa volta la redazione di Okcalciomercato vi porta sulla costa ovest dell’isola nostrana, più precisamente in provincia di Caltanissetta dove il popolo grida forte un solo nome: Gela.

La storia

La società biancoblu nasce ufficialmente nel 1994 a seguito di una fusione tra altre due compagini: la Juventina Gela ed il Terranova calcio. Il sodalizio fra i due presidenti, rispettivamente padre e figlio, dà vita, dunque, ad una nuova realtà pronta a scrivere la propria storia. L’inizio non è per niente male visto che in soli due anni la squadra si conquista un posto nella vecchia Serie C2. In essa, ci rimarrà per nove stagioni consecutive fino alla 2004/05, in cui riesce ad ottenere, addirittura, la promozione in C1 . Sfortunatamente, però, i primi problemi economici iniziano ad insorgere a partire dall’estate dello stesso anno, in cui il Gela rischia per la prima volta nella sua ancor breve storia un fallimento che potrebbe cancellare ogni impresa compiuta fino a quel momento. Al termine dell’annata 2005/06, a seguito di una bellissima salvezza conquistata sul campo, arriva la sentenza: la società fallisce.

Grazie all’adesione al Lodo Petrucci, una procedura amministrativa disciplinata dalle Norme Organizzative Interne alla FIGC prevedente la cessione del titolo sportivo di una società calcistica ad una nuova della stessa città su richiesta del suo sindaco, i Delfini restano fra i professionisti. Il nuovo presidente è Angelo Tuccio e, con lui, la squadra riprende a camminare partecipando per due stagioni consecutive ai playoff di C2 senza mai vincerli. La stagione 2009/10 vede i biancoblu promossi in Prima Divisione visto il fallimento di numerose società; nel gennaio 2011, però, arriva un fulmine a ciel “sereno”: l’allenatore Provenza si dimette. Un chiaro segno premonitore di ciò che accadrà nell’estate successiva. Nel giugno dello stesso anno, infatti, il patron gelese non trova i 287.000 euro necessari per pagare Iva e Irap al fine di iscrivere la compagine al campionato di Prima Divisione, lasciando esclusa la squadra dai campionati professionistici.

Il Gela, dunque, riparte dalla Terza Categoria con tanta rabbia e voglia di riscatto: il 27 settembre del 2012, però, viene accolta la sua domanda di ripescaggio venendo inserito nel girone I siciliano di Seconda Categoria. Passano due anni e il 23 febbraio 2014, con ben quattro turni d’anticipo, la squadra conquista la vittoria del campionato volando in Promozione sicilia. L’annata 2014/15 è ancora una volta un successo: battuto il Troina per 1-0 nella finale playoff, i Delfini salgono ancora di categoria iscrivendosi al campionato di Eccellenza; adesso la Serie D è più vicina. L’undici siculo, però, non si ferma più e il 17 aprile 2016 fa esplodere di gioia il suo stadio, il Vincenzo Presti, perché grazie alle quattro reti segnate al Cus Palermo, la Serie D diventa realtà.

Le successive tre stagioni sono senza infamia e senza lode viste le zero promozioni e le tranquille salvezze, ma il luglio 2019 risulterà ancora una volta fatale. Al termine del mese, infatti, la società fallisce per la terza volta nella sua storia: un lavoro straordinario di successi e sogni buttato al vento per l’ennesima occasione. Il Gela, attualmente, milita nel girone E della Seconda Categoria, costretto a rinascere e a macinare campionati su campionati per tornare ai fasti di un tempo.

La stagione attuale

Come detto, il Gela milita nel girone E della Seconda Categoria siciliana per la stagione 2019/20. Ovviamente non si presenta come un torneo facile, sopratutto per una squadra appena “rinata” e con tutto quel caos alle spalle. Attualmente, la compagine è allenata da Mirko Fausciana e si trova al quarto posto a -4 dalla Don Bosco Mussomeli prima in classifica. In 9 giornate, i Delfini hanno totalizzato 5 vittorie, 1 pareggio e 3 sconfitte per un totale di 16 punti, non abbastanza per poter ambire ad una promozione diretta.

L’inizio è una bomba: 5-1 sul campo del Muxar, un risultato convincente che manda un grande segnale a tutto il girone. La seconda giornata, però, ha dell’incredibile: il Gela batte l’Eraclea in casa per 2-1, ma la sostituzione del classe 2001 Costarelli ribalta tutto: è 0-3 a tavolino per gli ospiti. Come può una semplice sostituzione provocare un fatto del genere? Molto semplice: dall’Eccellenza fino alla seconda categoria, vige la regola che bisogna obbligatoriamente schierare per tutta la durata di un incontro almeno un classe 2000 e un 2001. Norma non rispettata che significa sconfitta e tre punti fondamentali in meno in classifica. I biancoblu, però, accantonano tutto e ripartono alla grande conquistando 6 punti in due partite, rilanciandosi prepotentemente verso la zona promozione e alzando alle stelle l’entusiasmo del popolo gelese, forse troppo. Le seguenti due giornate, infatti, regalano solo un misero punticino alla squadra di Fausciana nelle due uscite contro Atletico Caterinese in trasferta (2-1) e Alessandria della Rocca in casa (0-0). Come ulteriore segno dell’altalenante stagione dei siculi, ci sono i due successi consecutivi contro terza e quarta in classifica e la sconfitta a tavolino nell’ultima partita disputata contro il Vallelunga per rissa e timore di ordine pubblico. Per ripercorrere le orme del vecchio Gela, però, l’andamento deve cambiare decisamente, altrimenti non si può arrivare lontano.

The sound of silence

Vi ricordate quella canzone di Simon & Garfunkel che si intitola “the sound of silence”? Ebbene, il silenzio è proprio ciò che sentono i calciatori gelesi durante una loro partita fra le mura amiche, ma come mai? Il Gela, come già citato, gioca le sue partite casalinghe allo stadio Vincenzo Presti, il più grande tra i due massimi impianti della cittadina. Esso, però, da ben tre anni vive con problemi di agibilità che costringono la compagine biancazzurra a giocare i suoi match in casa senza il supporto dei propri tifosi, una vera e propria batosta sia per i calciatori che per i sostenitori stessi. Non c’è cosa più brutta per un qualsiasi giocatore di pallone del non ricevere supporto costante durante una partita: un goal non accompagnato dal boato della propria gente o un momento di difficoltà senza il canto e il calore dei tuoi supporters sono come dei colpi d’arma da fuoco in pieno cuore. La situazione, nonostante tutto, non si smuove ancora: lo stadio resta chiuso e la squadra cambia casa spostandosi al campo Mattei, un impianto con soltanto una piccola tribuna da 200 posti. Al peggio, purtroppo, non c’è (quasi) mai fine.

Arriverà la fine, ma non sarà la fine

L’ultimo evento extracalcistico di grande spessore andato in scena allo stadio Presti è, senza dubbio, il concerto di Tiziano Ferro dell’agosto 2012. Correva proprio quell’anno quando il cantautore pontino cantava: “arriverà la fine, ma non sarà la fine”; parole forti, ma tremendamente vere che rispecchiano il passato e il presente della squadra sicula. Durante quell’annata, inoltre, il Gela calcio aveva appena vissuto il suo secondo fallimento della storia, ripartendo dall’inferno della Terza Categoria per poi tornare a macinare vittorie su vittorie e promozioni su promozioni, fino a giungere in Serie D. Sfortunatamente, gli spettri di quei tempi hanno rifatto capolino, un altro particolare che ci conferma il fatto che il calcio sia come l’amore: delle volte ti manda in paradiso, delle altre ti affossa. Nella vita, però, si cade, ci si rialza e si riprende a combattere, perché la fine può arrivare, ma non sarà mai totale finché si vive e si ha la forza di risorgere.