“Dove sono andati i tempi d’una volta, per Giunone, quando ci voleva per fare il mestiere anche un po’ di vocazione?”, intonerebbe il celeberrimo De Andrè, genoano doc, per inquadrare questo derby nel contesto storico. Un tempo Genoa-Sampdoria valeva un posto di prima classe per l’Europa, mentre adesso vorrà dire speranza per la salvezza.
Dalle annate sognanti a questi ultimi anni quasi di carestia tra scelte societarie sbagliate e un mercato non all’altezza della situazione. Un derby horror: chi uscirà battuto stasera cadrà nel pieno del baratro, con il fantasma della Serie B che da dietro incombe. In gioco per rischiarare il cammino c’è la luce, vitale, della lanterna. Vietato sbagliare ancora. I fantasmi potrebbero arrivare definitivamente.
Clima teso
Aria pesante a Pegli e a Bogliasco. I tifosi in attesa del derby sono stati chiaramente vicini alle rispettive squadre, ma saranno sicuramente pronti a contestare in caso di sconfitta di una delle due. Il clima è pesante, e non potrebbe essere altrimenti. In gioco, come è deducibile, non ci sono solo l’onore e il potere cittadino, ma molto di più.
La speranza, la salvezza, il riaggrapparsi a certezze che sembravano affievolite sono concetti che sicuramente i due allenatori avranno nel corso della settimana rimembrato. D’altro canto chi dovrà abbassare la testa e vedere gli altri festeggiare potrebbe andare incontro ad una crisi non solo tecnica, ma anche psicologica. Infatti perdere un derby in queste situazioni potrebbe infliggere il colpo mortale, dal quale sarebbe difficilissimo riprendersi. Sarà questo il derby tra Genoa e Sampdoria, tra ricerca di vita e spiragli di morte.
Scontro generazionale
Questo Genoa-Sampdoria è anche scontro fra generazioni. Da una parte chi di queste situazioni ne ha viste e ne ha vissute, come Claudio Ranieri, che ha sottolineato in conferenza come in queste partite contino la voglia e il cuore da mettere a servizio della squadra. La sua squadra, ha demarcato, il tecnico romano, è viva e lotterà da qui alla fine come una squadra all’ultima spiaggia. Dall’altra sponda di Genova, invece, ritroviamo quel Thiago Motta che da giocatore dimostrava un grandissimo temperamento e che, quasi all’improvviso, si è ritrovato catapultato nella situazione difficile di salvare il Genoa.
Nella conferenza pre derby l’italo-argentino, oltre a risaltare la grandezza del collega Ranieri, ha cercato di infondere fiducia ai suoi ragazzi, dati pronti a dare il massimo per dare tutto. Prevedibile come in partite come i derby, specie se con queste drammatiche situazioni, gli allenatori abbiano fatto appello alla voglia, agli attributi che tutti i membri dello spogliatoio devono dimostrare. Match del genere spesso vengono vinti con i calzoncini sporchi e la maglia strappata, con i denti stretti e le lacrime. Non servono prime donne, ma solo battaglieri.
Vincere per poi rinforzarsi
Uno scontro che arriva con lo sfondo il Natale, e soprattutto con il mercato invernale che può arrivare a soccorso delle due squadre. Con molta probabilità le squadre agiranno sul mercato per colmare gli errori che sono stati fatti nella sessione estiva. Il Genoa dovrà in primis rimpiazzare l’infortunato Kouamè con una pedina altrettanto importante e poi, vista anche la smania di cambiare del patron Preziosi, sicuramente approderanno a Genova, sponda rossoblu, altri giocatori.
Il presidente Ferrero dovrà invece rinforzare sicuramente la squadra, che nella precedente sessione ha perso gente come Praet e Defrel, non rimpiazzati adeguatamente. Ecco che vincere il derby farebbe respirare ad entrambi le squadre aria pulita, e farebbe guardare al futuro, anche per l’incombere del mercato, in maniera più fiduciosa. Vincere il derby per costruire il futuro. La possibilità è duplice e controversa: svoltare o cadere nel profondo dell’abisso.