Esclusiva OkC, Costantino: “Ungheria di Rossi esperienza emotiva. L’estero dà più chance dell’Italia”

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Giovanni Costantino è un interessante giovane allenatore giramondo. Classe 1984 messinese con un passato da ferroviere, dopo una prima esperienza nel settore giovanile della squadra finlandese del Futura, nonostante la giovane età nel 2013 inizia la sua parabola ascendente nel ruolo di tecnico dell’Åland United (femminile), per poi continuare come vice allenatore in Ungheria (all’Honved) e in Slovacchia (al DAC Dunajska Streda).

La sua carriera prende una svolta nel 2018, quando da vice allenatore della nazionale ungherese (dietro Marco Rossi) vince per due anni consecutivi il girone della Nations League e di ottiene la qualficazione ad Euro 2020. Poi le avventure da primo tecnico sulle panchine di MTK Budapest, Casarano, Agia Napa e Craiova.

Quanto è difficile essere un giovane allenatore in italia? La scelta di andare all’estero è stata un’esigenza o un’opportunità?
Entrambe. Non avendo un grande passato da calciatore, credo che all’estero si possano trovare più opportunità rispetto all’Italia e mi piaceva l’idea di esplorare nuovi orizzonti e nuove culture. Unendo questi due fattori ho cercato di cogliere l’opportunità e di partire“.

Come ha vissuto l’ultima esperienza in Romania in una piazza importante come Craiova?
Craiova è una piazza molto importante a livello di storia nel calcio rumeno, quindi la pressione era tantissima. L’esperienza è stata molto positiva a livello di risultati; inoltre il mio lavoro è stato riconosciuto molto anche dai media rumeni. Avrei voluto finire la stagione, ma fa parte del calcio ed è andata così (separazione dopo quasi cinque mesi, ndr)“.

Cosa ne pensa dell’ascesa di Ylber Ramadani del Lecce, centrocampista che lei stesso ha allenato a Budapest?
Sotto l’aspetto professionale e calcistico è un giocatore top, di altissimo livello. Ha raggiunto l’attuale livello attraverso il lavoro e il sacrificio. Sono, quindi, contento che adesso si possa confrontare in certi palcoscenici, dove sta dimostrando di saper stare. In Ungheria l’ho voluto fortemente e l’ho provato in un ruolo che adesso sta facendo benissimo, il playmaker davanti la difesa. Quello che sta raggiungendo in carriera è assolutamente meritato“.

Come ha vissuto l’esperienza da vice di Rossi nella nazionale ungherese?”
Penso che la Nazionale sia un qualcosa di diverso rispetto al club. Che tu sia un giocatore o un allenatore, hai pochissimo tempo e lo puoi sfruttare solo per preparare una partita. Certo, è un’esperienza emotiva, ma sotto altri punti di vista è del tutto diverso rispetto ad allenare un club, che è invece un’avventura molto più formativa“.

Quale sarà il prossimo step?
Qualche settimana fa ho avuto l’opportunità di iniziare a lavorare in Nord Europa, ma ho preferito rinunciare. Andrò dove c’è la possibilità di fare calcio in un certo modo, con competenza e professionalità e mettendo a disposizione tutte le mie qualità. A me piace una squadra che giochi un calcio organizzato, che sia propositiva e voglia fare la partita. Se questi sono valori condivisi dalla società, indipendentemente dalle qualità e dal livello, mi metterò a disposizione per poter lavorare“.