Ai microfoni della BBC, Emmanuel Badu, centrocampista dell’Hellas Verona, ha commentato il suo periodo difficile a causa di un‘embolia polmonare che lo ha colpito e dell’uccisione della sorella. Il calciatore ghanese ha rivelato che il 2019 e il 2020 sono stati anni molto difficili perché ha rischiato la morte e ha perso una parente molto stretta.
La dolorosa confessione di Badu
“Il 2019 ed il 2020 sono stati gli anni più difficili della mia vita. Ad agosto sono quasi morto, ho avuto molti infortuni e poi ho perso mia sorella in un modo così doloroso. “È molto difficile per me e la mia famiglia. L’assassino è ancora in fuga perché il virus rallenta tutto. Io vivo da solo qui a Verona. Sono stato in una stanza per 34 giorni e non ho potuto vedere cosa è successo a mia sorella”.
“Malattia ai polmoni? Quella notte faticavo a respirare. Pensavo fosse stanchezza, la mattina mi hanno dato degli antidolorifici ma la sera dopo è stato anche peggio. Alle due ho chiamato il dottore che per fortuna era sveglio e mi ha mandato il fisioterapista, che era più vicino a me. Lui mi ha detto che dovevamo andare in ospedale. Alla fine ho scoperto che avevo un coagulo di sangue nei polmoni. Ho dovuto smettere di giocare per diversi mesi ma ora sono in piedi. Penso che senza di loro sarebbe stato un disastro”.
“Coronavirus? Ero tornato ad allenarmi da 3-4 settimane ma poi è successo questo. I primi 18 giorni eravamo in isolamento perché avevamo giocato contro la Sampdoria, poi ho iniziato a uscire solo per andare a comprare il cibo. L’importante ora è salvarsi da questo virus, poi vedremo quando potremo tornare a giocare”.