In qualsiasi dizionario, sotto la voce “bomber” compare, come definizione, il nome di Edin Dzeko. 119 gol in 260 apparizioni con la maglia della Roma e, adesso, una prima parte di stagione con la maglia dell’Inter da ottimi voti. Dopo aver siglato la rete del vantaggio alla sua grande ex in Coppa Italia e in vista dello scontro di Champions League imminente contro il Liverpool, il Cigno di Sarajevo ha rilasciato qualche dichiarazione in merito al suo passato e a molto altro al Daily Mail. Queste le sue parole.

L’addio inaspettato
“La scorsa estate è stata la prima in cui ho detto: ‘Non andrò via’. L’anno scorso c’era stato qualcosa con la Juventus, due anni fa con l’Inter era quasi fatta. Questa estate non mi aspettavo di lasciare Roma dopo l’arrivo di Mourinho. Ho parlato con lui quando è arrivato, sapendo che avevo un anno di contratto. Il suo arrivo a Roma è un grande onore. Gli ho detto: ‘Sono qui e darò tutto per te e per il club. Ma, visto che è il mio ultimo anno da contratto, se arrivasse qualcosa potremmo valutarlo?’. Nei giorni successivi la Roma ha preso Abraham e l’Inter si è fatta avanti”.
Voglia di stupire ancora
“Conte ha fatto un grande lavoro nei due anni passati. Nessuno si aspettava di vedere l’Inter nella posizione in cui è adesso ma non avevo alcun timore. Conosco le mie qualità e ci sono grandi giocatori qui. Stiamo andando bene. Speriamo di continuare così, abbiamo vinto la Supercoppa dopo 10 anni. Siamo arrivati agli ottavi di Champions dopo 10 anni. Siamo ancora primi e vogliamo rimanerci, dobbiamo continuare così”.
La Champions e il sorteggio Liverpool
“Quale sorteggio? Il Liverpool o l’Ajax. E’ stato strano. Non è mai accaduto prima, non è stato fortunato per noi perché il Liverpool può far male a chiunque. Ma è la Champions questa, il meglio che c’è al mondo. Il Liverpool è favorito e lo sappiamo ma non si può mai dire al 100% prima che un team possa battere un altro. Abbiamo una grande squadra, non siamo la tipica squadra italiana che sta tutta dietro. Anche se in queste partite bisogna difendere benissimo”.
Salah e Alisson fondamentali per vincere
“Parlerò con Momo e con Alisson prima del match. E non dimentico Milner. A lui devo il primo gol segnato con il City. Su Salah dico che l’ho aiutato, nel mio piccolo, a diventare quello che è ora. Abbiamo avuto grandi momenti a Roma: andavo in profondità e gli aprivo gli spazi per la sua velocità, sono felice per lui, è un grande ragazzo che merita i traguardi che ha conquistato. E lo stesso vale per Alisson. Siamo stati due anni e mezzo insieme e siamo arrivati in semifinale di Champions prima che il Liverpool ci sconfisse. Per vincere i grandi trofei, c’è bisogno di giocatori così. Il Liverpool poi ha fatto un grande lavoro, non conosco i loro scout ma hanno fatto acquisti incredibili”.
Il lavoro fisico
“Lavoro come mai fatto prima. Prima e dopo l’allenamento, faccio un lavoro per prevenire eventuali infortuni, è importantissimo. Mangiare salto è fondamentale, so che ho quasi 36 anni e devo prevenire eventuali infortuni. Ho avuto un nutrizionista a Roma e lo stesso ce l’ho all’Inter. Da giocatore e atleta, abbiamo bisogno di queste figure. Giochiamo ogni 3 giorni e dobbiamo riposarci. Abbiamo bisogno di cibo sano e di mangiare bene, mi aiuta e andiamo avanti così”.
Il ritiro
“Paura? Un pochino, sì. Ho parlato tanto con i miei vecchi compagni che si sono ritirati presto. Volevano vivere con la loro famiglia, prendersi delle vacanze. E dopo sei mesi si erano pentiti e mi dicevano: ‘Non smettere di giocare’. Queste parole sono nella mia testa, ho una sola carriera e questa è la mia più grande motivazione. Non penso di fare l’allenatore o altro. Vediamo quali opzioni ci saranno quando mi ritirerò ma ad ora non ci penso. Ci sarà tempo ma non è ancora giunto il momento. Voglio giocare”.