Inter, Marotta: “Dzeko merita il rinnovo. Non ho lasciato la Juventus per l’operazione Cristiano Ronaldo”

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Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Radio Anch’io Lo Sport e si è soffermato su moltissimi temi legati sia ai nerazzurri sia al suo passato alla Juventus. Il dirigente ha parlato del momento della squadra guidata da Simone Inzaghi e di alcuni protagonisti come Romelu Lukaku ed Edin Dzeko. Inoltre ha affermato di non aver lasciato la Vecchia Signora a causa del suo parere negativo riguardante l’operazione Cristiano Ronaldo.

Le sue parole

Dzeko: “Rischi che finisca come con Perisic? Non credo, ha dimostrato di voler restare con noi. Merita il rinnovo, è un grande professionista ed è attaccato alla maglia. Come tanti ‘vecchietti’ ha il vizio del gol. Ne terremo conto, il nostro desiderio è rinnovare ma ci deve essere anche la volontà esplicita del calciatore”.

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Il rispetto per Zhang: “Credo che bisogna dare grande rispetto alla famiglia Zhang, ha profuso 800 milioni dando molto all’Inter e al sistema calcio. Con la pandemia tutti hanno avuto contrazioni finanziarie ed eticamente è anche giusto che non si possano più sfoggiare investimenti milionari. Bisogna essere bravi e competenti per essere competitivi in un mondo complicato”.

Lukaku: “Sicuramente questo infortunio è stato imprevisto e imprevedibile, condizionato dalla volontà di tornare in fretta. Bisogna essere cauti, ma fa parte del rischio d’impresa quando si ha una rosa di 25 elementi. Io sono dell’avviso che non ci debba essere uno stress competitivo come quello di questa stagione perché porta a un numero elevato di infortuni e siamo solo a metà stagione. L’auspicio è che possa tornare prima possibile”.

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Le opportunità di mercato: “Mercato? Le opportunità vanno colte ma per i grandi club non ci sono. Sinceramente è un gruppo competitivo per i nostri obiettivi”.

L’addio alla Juventus: “In un club ci sta che ci siano visioni differenti ma non ero totalmente contrario all’operazione Ronaldo, ma non è stato quello l’elemento di divorzio. Il mio ciclo era verso la fine”.

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Il nuovo stadio: “La fotografia generale è che siamo fanalino di coda, con solo quattro stadio di proprietà e impianti con età media di 60 anni. Lo stadio come asset è in Italia un aspetto altamente negativo. Ci sono difficoltà burocratiche, servirebbe un iter più fluido. La situazione, curata da noi da Antonello, è di stallo e spero si possa risolvere”.