L’ad dell’Inter, Giuseppe Marotta, ha rilasciato un’intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport in merito al prossimo mercato nerazzurro. Di seguito le parti più interessanti dell’intervista.
Lautaro, Cavani, Tonali, Chiesa, Zaniolo: il punto sul mercato dell’Inter
“Lautaro? Sul suo futuro in questo momento è difficile pronunciarsi. Però a lui dico: resti concentrato sul presente, c’è una stagione che riprende, ci sono obiettivi da centrare, possiamo toglierci soddisfazioni, i giocatori devono essere protagonisti. Non c’è la volontà della proprietà di vendere Lautaro: è giovane, ha il futuro dalla sua ed è un elemento funzionale per Conte. Poi, certo, c’è una clausola”.
“Dopo il 7 luglio cambiano i ragionamenti? Non so cosa pensi il Barcellona, magari avranno anche delle alternative… Io spero che non paghino la clausola. E in caso di addio, al posto di Lautaro arriverà un giocatore di grande peso, un top player. Ma in questo mercato, a livello europeo la vera difficoltà non sarà dover comprare, ma riuscire a vendere. Non abbiamo fretta: capisco la voglia di nomi, ma bisogna aspettare che le stagioni si concludano e i club siano in grado di fare i programmi futuri. Una cosa mi sento di dire, in linea generale: operazioni in stile Neymar, in cui una squadra va e porta via un calciatore ad un’altra, non si vedranno più per molti anni”.

“Cavani? È una delle opportunità, è oggetto di monitoraggio essendo un calciatore in scadenza. Ma non abbiamo approfondito la questione: in questo momento è piuttosto lontano dall’Inter”.
“Tonali e Chiesa? Non nascondo che siano due talenti. Per Chiesa la Fiorentina ha aspettative economiche elevate, ecco perché oggi non abbiamo avviato un confronto con loro. Settanta milioni? Forse anche di più. Tonali è più abbordabile, un’operazione che si può costruire in maniera migliore. Ed è un ragazzo che è ancora in fase di crescita”
“Zaniolo? Richiede un investimento elevatissimo, non ci sono le condizioni economiche per affrontare il discorso”.
“La cessione di Icardi? Siamo stati bravi, era un’operazione molto difficile, abbiamo portato a casa l’obiettivo favoriti da una scadenza fissata, quella del riscatto”.
“Cinquanta milioni più otto di bonus: non sono pochi? Le operazioni di mercato vanno contestualizzate. Questa è stata definita in un periodo difficile, dal punto di vista finanziario. Inutile pensare a ieri, neppure al domani: l’accordo ci soddisfa oggi. Avevamo fatto una scelta progettuale anche tecnicamente, un anno fa, l’abbiamo rispettata ora”.
“Nainggolan? Non vogliamo svalutarlo. Rientrerà dal prestito, poi faremo delle valutazioni. Non c’è fretta di decidere”.

“Eriksen? Il danese è un gioiello, un grande giocatore. Conte è il direttore d’orchestra, è lui che deve creare il giusto equilibrio tattico. Questi due mesi sono indicativi per conoscersi meglio: vale per il calciatore, vale anche per Conte”.
“Consiglio Federale? Credo non ci siano vincitori o sconfitti. C’è una situazione abbastanza anomala perché oggi siamo stati messi dietro la lavagna. Abbiamo preso uno schiaffo morale, abbiamo perso la nostra rivendicazione: 3 voti contrari alla delibera e 18 a favore alla fine depongono per uno scenario che ha bisogno di una rivisitazione della governance, che forse non rispecchia il peso specifico della Serie A. Io oggi posso criticare il sistema di governo nel calcio in Italia, un sistema molto ancorato a una volontà decisionale che spetta a tante componenti. E’ giusto che la Serie A abbia una sua autonomia come avviene in Inghilterra con la Premier League”.