Passo dopo passo

Passo dopo passo, uno alla volta. Così la Juventus sta cercando di diventare sempre più a immagine e somiglianza del suo allenatore, Maurizio Sarri. Una metamorfosi complicata e probabilmente dolorosa, che mira ad estirpare completamente o quasi i principi di gioco di Massimiliano Allegri. Principi totalmente opposti a quelli del tecnico ex Chelsea, che erano ormai stati inculcati dentro l’anima dei giocatori bianconeri.

Vincendo a Brescia, i Campioni d’Italia hanno incamerato altri punti preziosi per la classifica, mostrando però, come spesso succede in questo inizio di stagione, mancanza di continuità nell’arco dei novanta minuti.

A differenza delle altre partite disputate fin qui, contro le rondinelle Mister Sarri ha voluto cambiare: il 4-3-3 utilizzato per tutte le precedenti uscite stagionali è stato accantonato per schierare un 4-3-1-2. Un centrocampo a rombo, come quello che Sarri utilizzava a Empoli. Pjanic vertice basso, Khedira e Rabiot (all’esordio dal primo minuto) mezze ali e Ramsey vertice alto, ad interpretare il ruolo non facile di trequartista. E davanti, complice l’assenza di Cristiano Ronaldo, il ritorno alla coppia in HD, formata da Gonzalo Higuain e Paulo Dybala.

La partita

Nonostante il gol subito a freddo (seconda volta consecutiva che i bianconeri vanno in svantaggio) ed il grande ritmo imposto dal Brescia, la compagine bianconera ha pian piano cercato di prendere in mano il gioco provando a sfruttare la potenziale grande qualità dei suoi uomini dalla cintola in su. A tratti si sono viste azioni interessanti, con fraseggi nello stretto che sfociavano in occasioni da gol. Infatti più di una volta gli attaccanti juventini si sono trovati a tu per tu con il portiere bresciano, non riuscendo però a concretizzare. L’assenza di un finalizzatore come Cristiano Ronaldo si fa sentire, ed è infatti un rimpallo da calcio d’angolo a sbloccare il match per conto dei Campioni d’Italia, riportando l’incontro in parità.

Nel secondo tempo la formazione di Sarri si dimostra più compatta e, aumentando l’intensità, diventa padrona del campo. I 4 centrocampisti, cercandosi e trovandosi continuamente, alzano il ritmo del fraseggio, consentendo così di creare varie trame di gioco sviluppando occasioni da rete pericolose. Fino a conquistare la punizione che porta al gol di Miralem Pjanic. Ramsey, mostrando una buona intesa con Dybala e Higuain, ha interpretato il ruolo di trequartista in modo convincente. Il numero 8 ha riscosso le lodi di Maurizio Sarri a fine partita, che l’ha identificato come il giocatore più adatto in rosa ad occupare quella precisa posizione in campo.

Nel finale, una volta uscito il gallese, è stato Adrien Rabiot a giocare nella posizione occupata fin lì dall’ex Gunners. Per il francese si sono sentiti i 7 mesi senza partite ufficiali, spesso fuori ritmo e compassato. Pur riducendo l’efficacia e la velocità della produzione offensiva, la squadra di Sarri ha congelato il risultato con il possesso palla. Che aveva una doppia efficacia: far trascorrere il tempo facendo correre la formazione di Eugenio Corini, tenuta così lontana dall’area di rigore di Szczesny.

Possibile svolta tattica

Dopo aver visto per la prima volta una Juventus più continua e più padrona del campo, è possibile che il 4-3-1-2 possa diventare il modulo di riferimento per la Vecchia Signora? Con un CR7 in più davanti a finalizzare le azioni costruite dai 4 centrocampisti e, perché no, da Paulo Dybala, sarebbe più facile raggiungere il risultato. E come ha affermato lo stesso Maurizio Sarri, con questa disposizione i 7 centrocampisti in rosa troverebbero più spazio. Senza poi contare la penuria di esterni (sia offensivi che difensivi) che c’è in questo momento fra i bianconeri causa infortuni.

Finché Douglas Costa, vero e proprio fattore per l’interpretazione del 4-3-3 in questo inizio di campionato, non tornerà disponibile, ipotizzare un ritorno al modulo tanto caro all’allenatore ex Napoli non è utopia.