Kean il guerriero viola: cronaca di un nuovo rinascimento fiorentino

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L’avvio di stagione della Fiorentina non è stato di certo arrembante, ma le 7 vittorie nelle ultime 8 partite ne hanno sancito un rilancio clamoroso in classifica. Adesso è nel blocco delle seconde a 25 punti, soltanto uno in meno rispetto al Napoli capolista. Il merito di tutto ciò? Sicuramente la pazienza di una dirigenza che, nonostante un inizio fatto solo di pareggi, non ha messo pressione addosso a Palladino e al gruppo. All’interno di quest’ultimo, però, va segnalato un elemento in particolare: Moise Kean. 8 gol in 12 giornate e 3 in altrettante partite di Conference League. Un bottino formidabile, se si prendono in considerazione le passate stagioni ne ha messi al referto 22 in 122 presenze con la maglia della Juventus. A che cosa si deve questo cambio di passo? Proviamo a ripercorrere insieme gli ultimi anni di carriera del classe 2000 attraverso un excursus tattico tra il gioco di Allegri e quello del suo attuale allenatore.

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Kean e l’ultimo Allegri

Negli ultimi tre anni alla Juventus, Moise Kean ha avuto un impiego tattico abbastanza variabile sotto la guida di Massimiliano Allegri, venendo alternato tra titolare e riserva. Il tecnico livornese l’ha utilizzato principalmente come centravanti, ma anche in ruoli più larghi, sfruttando la sua velocità e la sua fisicità per occupare gli spazi in contropiede e nelle transizioni veloci. Talvolta, lo ha schierato in un sistema offensivo a due punte, spesso accanto a Dusan Vlahovic, servendosi del suo dinamismo e della sua capacità di attaccare la profondità. Tuttavia, Kean ha dovuto adattarsi a un gioco più corale e meno individualista, seguendo le direttive di Allegri per contribuire al pressing alto e alla gestione dei ritmi di gioco. La sua poca continuità, a causa di infortuni e scelte tattiche, ha limitato il suo impatto, ma la sua duttilità ha comunque permesso alla squadra di alternare soluzioni offensive diverse.

A Firenze come a Parigi

Moise Kean, sotto la guida di Raffaele Palladino alla Fiorentina, è stato impiegato principalmente come attaccante centrale, ma con una funzione più versatile rispetto ai suoi precedenti ruoli in altre squadre. Palladino lo utilizza in un sistema offensivo dinamico, dove il ragazzo deve alternarsi tra il gioco in profondità e il supporto alla manovra, fungendo anche da punto di riferimento nelle azioni di ripartenza. La sua velocità e fisicità vengono sfruttate per pressare alto e per attaccare le difese avversarie con accelerazioni improvvise. Una tripletta e una doppietta, per lui, finora. Rispetto alla sua stagione più prolifica al Paris Saint-Germain (2020/2021), sotto la direzione di Tuchel e Pochettino, Kean aveva un ruolo più strutturato e definito. Al PSG, spesso schierato come seconda punta o come ala sinistra in un 4-3-3, beneficiava del gioco di squadra altamente tecnico e della sua capacità di inserimento, trovando spazi per finalizzare, segnando 17 gol tra campionato e coppe.