“Sappiate amare la Bari. Sappiatela custodire e guardatela sempre con occhi innamorati.”
Con queste parole del suo primo portiere, primo capitano e suo fondatore, nasceva, più di 110 anni fa, la Bari. Austriaco di famiglia, ma nato e cresciuto a nel capoluogo pugliese, Floriano Ludwig nel 1908 fondava la base storica del calcio barese. Per lui era un amore viscerale, ma allo stesso tempo effimero e complicato, sfuggente e doloroso. Una compagna di vita. Per questo, checché ne dicano in televisione, su internet, in radio o sui giornali, la squadra del capoluogo pugliese non è mai stato il Bari…ma “La Bari”.
Dove eravamo rimasti?
Un amore fatto di alti e bassi, che però negli ultimi tempi è stato pieno, pienissimo di bassi. Pensiamo al fatto che ad inizio di questo decennio, la Bari si accingeva ad iniziare quello che ad oggi è il suo ultimo campionato di Serie A. La stagione 2010/11 finì ancora peggio di come si potesse immaginare, vale a dire con la retrocessione in Serie B. Seguirono 2 stagioni molto insoddisfacenti, con la squadra impantanata a metà classifica nella serie cadetta. Nel marzo 2014 poi, l’Associazione Sportiva Bari viene dichiarata fallita. A stagione in corsa la squadra è senza società, senza presidente, in una situazione di classifica pessima e soprattutto dichiarata fallita. Penalizzata in classifica di svariati punti per non aver pagato gli stipendi e per problemi legati al calcioscomesse. Ma è qui che avviene il miracolo. Ciò che era mancato negli ultimi tempi, diventa l’unica cosa ancora rimasta: i tifosi.
Un’incredibile cavalcata porterà i galletti fino alla semifinale dei play-off, riempiendo il San Nicola con ben 50.895 cuori biancorossi, ma che non basterà per passare il turno. La stagione 2013/14 rimarrà sempre nelle mente dei tifosi baresi, per quell’incredibile cavalcata, un’ancora più incredibile situazione, con i calciatori che vincevano partite e festeggiavano sotto la curva con dei cartelli su cui era scritto #compratelabari. Una stagione emozionante che, purtroppo, verrà sempre ricordata come una meravigliosa stagione fallimentare. Seguirono altre stagioni mediocri fino a quando, nell’estate 2018, ad appena quattro anni dalla sua nascita, la Bari, fallisce di nuovo. Sembra la fine. Ma è solo un nuovo inizio.
Una nuova era
Quando si tocca il fondo, l’unica nota positiva è che più in basso di così, non si può andare. A luglio 2018, la Bari non è più una società. Non è più neanche una squadra, non è quasi più nulla. Sono solo dei tifosi, anzi, tanti tifosi, e un nome, un semplice titolo sportivo. In quella tragica, sciagurata, estate, si pensa addirittura che la squadra ripartirà dalla Terza Categoria, o che il timone venga preso da nuove società del territorio come l’appena nata United Sly. Ma poi, come si suole dire a Bari “schitt alla morte non si acchiìe la drètte”, in maniera più semplice, solo alla morte non c’è rimedio. E quindi una soluzione si trovò.
Il 31 luglio 2018, il sindaco cede il titolo sportivo della città alla “Società Sportiva Calcio Bari S.S.D.”, costituita dalla Filmauro di Aurelio De Laurentiis. La presidenza è affidata al figlio dello stesso De Laurentiis, Luigi, mentre come allenatore viene scelto Giovanni Cornacchini. La nuova Bari riparte dal campionato di Serie D, a cui partecipa per la terza volta assoluta e dal quale era assente da 64 anni. Partecipa inoltre, per la prima volta nella sua storia, alla Coppa Italia Serie D. Trascinata da tanti talenti locali, ma anche da alcuni nomi importanti del panorama dilettantistico italiano, la Bari non fallisce l’obiettivo e vince il suo girone. Uno degli uomini simbolo di questa squadra è stato sicuramente il capitano, Franco “Ciccio” Brienza, che non poteva in nessun modo deludere i suoi tifosi. E per amore della Bari infatti, anche lui scende nell’inferno del dilettantismo, che però, durerà solo un anno.
Come procede questa stagione?
La stagione 2019/20 si è aperta con i botti di mercato. Una campagna acquisti stellare per una squadra di Serie C, con anche la ciliegina sulla torta: Mirco Antenucci. Direttamente dalla Serie A, la punta di diamante è l’attaccante ex SPAL. L’inizio però non è dei migliori, infatti dopo qualche difficoltà iniziale, il presidente De Laurentiis decide di esonerare il mister Cornacchini e di affidare la panchina a Vincenzo Vivarini. Da quel momento la squadra è in netta ripresa. La Bari infatti, chiuderà il 2019 al secondo posto nel suo girone.
Un sogno promozione che sta pian piano accendendo di nuovo la passione in città, con la speranza di poter tornare subito in Serie B dopo appena 2 stagioni, e perché no, tornare di nuovo in quella Serie A, che ormai dista già un decennio. Con i tifosi che stanno tornando a cantare e a tifare per la Vecchia Stella del Sud, che la stanno amando. Che la stanno custodendo e continuano a guardarla con occhi innamorati. Come se fosse una compagna di vita. Un amore immenso per dei colori e una squadra. Ed è per questo, checché ne dicano in televisione, su internet, in radio o sui giornali, che la squadra del capoluogo pugliese non è mai stato il Bari…ma “La Bari”.