Parla Claudio Lotito. Il presidente della Lazio ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni dell’emittente radiofonica Radio Serie A e tra i vari temi trattati si è soffermato sulla sessione di mercato appena terminata e sugli obiettivi stagionali. Inoltre ha svelato un clamoroso retroscena su Sergej Milinkovic-Savic, per il quale un club italiano offrì oltre 100 milioni di euro.

Le parole di Lotito
L’addio di Milinkovic-Savic.
“Perché Milinkovic non è andato in un top club? Non abbiamo mai ricevuto offerte concrete, l’unica vera fu da parte di un club italiano, di cui non farò il nome, che offrì oltre 100 milioni di euro. Io declinai l’offerta perché avevo preso l’impegno con Inzaghi e inoltre non avremmo fatto in tempo a sostituire Sergej, dato che quell’estate il calciomercato chiudeva a metà agosto. Fu un errore chiudere prima il calciomercato, come è tutt’ora sbagliato chiuderlo alle 20 dell’ultimo giorno e non a mezzanotte come negli altri campionati importanti. La scelta di Milinkovic è stata personale: noi non lo volevamo vendere e sono arrivato a offrirgli anche ingaggi importantissimi, ma prima della fine del campionato mi aveva detto che avrebbe voluto fare una nuova esperienza”.

La stoccata alla Roma sulla Conference League e l’obiettivo della Lazio in Champions League.
“Abbiamo allestito una squadra che ha, a livello di qualità e numerico, tutto per competere in entrambe le competizioni. La Lazio lo scorso anno aveva fatto una valutazione. Noi riteniamo che la Conference League è una competizione che non sia di interesse della Lazio; diversa è la Champions, competizione che dà risorse straordinarie e grande visibilità. Atletico Madrid? Dobbiamo verificare lo stato di condizione sia fisica che psicologica di tutti quei giocatori che sono in nazionale sperando che arrivino in condizione e che non vengano menomati in termini di prestazione dagli sforzi profusi”.
Il nuovo stadio.
“Conosco bene le problematiche per poter realizzare uno stadio che possono incidere sulla realizzazione. Sto lavorando su una serie di idee, non ultima il Flaminio, e poi vedremo quella che sarà la soluzione del problema. Noi dobbiamo fare uno stadio che sia efficiente, che sia adeguato alle esigenze e che possa rappresentare un valore aggiunto. Se ristrutturi uno stadio dal valore evocativo come il Flaminio devi partire che non potrai mai mettere in campo alcune attività di ricavo. Su Roma è complicato fare uno stadio ex novo, lo proposi su un terreno di proprietà ma mi fu impedito; fu un errore per la città. Adesso stiamo lavorando su alcune ipotesi. Il Flaminio può avere valore storico e risolvere, sulla carta, il problema ma non certo efficientare i ricavi”.