Lazio, Lotito: “Sarri? Ho scelto un’idea di fare calcio. Stadio di proprietà? Ci siamo mossi per il Flaminio”

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Claudio Lotito, patron della Lazio è stato intervistato in esclusiva da Leggo. Il presidente romano ha risposto ad alcune domande sul club biancoceleste e sull’idea di poter ripristinare lo stadio Flaminio ed usarlo come stadio di proprietà. Infine ha aggiunto anche un commento sulla sua candidatura alle elezioni in Molise.

L’intervista a Lotito

La scelta di puntare su Sarri
“Ci siamo capiti subito. Non lo conoscevo, però mi ha fatto immediatamente una grande impressione: come ho già detto Sarri è una persona che vive per il calcio. Per questo gli ho affidato un progetto ad ampio raggio, che mi sembra stia mostrando tutte le sue potenzialità anche in queste prime giornate di campionato che fanno ben preludere a questa seconda stagione”.

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Maurizio Sarri – Foto Antonio Fraioli

Ma come nasce l’idea di ingaggiarlo come sostituto di Inzaghi?
“Dopo l’uscita di scena di Simone Inzaghi, per certi versi improvvisa e inattesa, abbiamo scelto un allenatore in linea con le ambizioni di questo club. Non, dunque, un mister di transizione, ma uno in grado di far partire subito un progetto nuovo, che puntasse sui giovani e al miglioramento della rosa. Ho valutato tanti tecnici validi, più o meno blasonati. Ho scelto di non accontentarmi. Non ho preso un nome: ho scelto un’idea di fare calcio”.

Il mercato e i 50 milioni spesi
“È stato uno dei mercati più dispendiosi sotto il profilo economico, ma si è fatto un investimento per gettare le basi del rinnovamento necessario che attendeva il nostro parco giocatori. Avevamo figure e ruoli da coprire nell’immediato, ma anche bisogno di dare alla rosa più ricambi di quanti ce ne fossero lo scorso anno. Senza fare collezioni di figurine, ma comprando chi fosse veramente utile. E, cosa che molti brillanti commentatori trascurano, non abbiamo venduto le nostre pedine migliori, a partire da Sergej Milinkovic-Savic. Altre grandi squadre hanno sacrificato tasselli importanti, noi no”.

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L’esultanza della Lazio – Foto Antonio Fraioli

Su Romagnoli
“Essere laziali è un plus importante, perché aiuta a entrare da subito in sintonia con questi colori. Da solo però non basta. Prima di tutto viene l’aspetto tecnico: e Romagnoli è davvero quel che ci serviva, per capacità ed esperienza internazionale. Del bianco e celeste ti innamori da bambino, così è stato per Romagnoli, oppure giocandoci: penso che Immobile, Milinkovic, ma anche altri che sono qui da meno tempo di loro, siano diventati ormai tifosi della squadra in cui giocano”.

Sullo stadio Flaminio
“Ci siamo mossi ufficialmente, come sapete. Fare uno stadio di proprietà non è come andare a prendere un caffè al bar. Ci sono procedure, condizioni mutevoli, variabili a non finire che possono incidere sul risultato finale. Per questo parlerò a tempo debito e non ha senso fare annunci di qualsiasi tipo su questo tema. Di certo la Lazio vuole un suo stadio di proprietà”.

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Ci saranno delle novità a livello dirigenziale?
“Girano sempre tante voci attorno alla Lazio. Bisogna guardare ai fatti e non alle indiscrezioni. Nella società sono in corso alcuni cambiamenti, come sapete ho affidato un ruolo per tutto il settore giovanile e la Primavera, oltre che Lazio Woman, a mio figlio Enrico, che porterà sicuramente energia giovane e grande attaccamento ai colori biancocelesti. È arrivato il Direttore Fabiani, persona di grande esperienza che gode della mia considerazione e stima personale. Ho apportato alcuni cambi nella comunicazione, per essere sempre più pronti e propositivi, visto che non abbiamo, a differenza di altri, trattamenti con i guanti bianchi”.

Qual è il sogno di Claudio Lotito?
“Portare la Lazio ai vertici del Campionato italiano e d’Europa. È un sogno sportivo, professionale, personale”.