Lazio, Sarri: “Tavola apparecchiata per nostra sconfitta con l’Inter. Champions? Siamo già morti senza motivazioni”

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Maurizio Sarri - Foto Antonio Fraioli

Sono parole al veleno quelle dette da Maurizio Sarri in conferenza stampa alla vigilia del match tra la sua Lazio e l’Inter. Il toscano si è scagliato contro la decisione di spostare la sfida scudetto tra Napoli e Salernitana definendo la situazione “apparecchiata” per un possibile ko dei biancocelesti, che di fatto consegnerebbe ai partenopei la matematica certezza di vincere lo scudetto.

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Maurizio Sarri – Foto Antonio Fraioli

Ovviamente l’ira dell’ex Empoli riguarda la lotta Champions, poiché una sconfitta contro i nerazzurri significherebbe un passo falso in uno scontro diretto. Tutto per poter limitare problemi eccessivi derivanti dalla festa scudetto del Napoli. Sarri inoltre, ha espresso il suo malumore anche sull’orario della partita, che verrà disputata a San Siro alle 12:30. Il sessantaquattrenne sostiene che l’insolito orario non aiuta a creare un grande spettacolo, rendendo mediocre il livello della Serie A.

Le parole al veleno di Maurizio Sarri

Ecco lo sfogo di Maurizio Sarri in conferenza stampa.

Rialzarsi dopo la sconfitta contro il Torino
“Ora è una fase di stagione in cui gli insegnamenti servono a poco, veniamo da zero punti ed è sempre pesante in questo momento. Dipende dalle motivazioni, con il Torino non eravamo al top fisicamente e mentalmente. Se questo è dovuto nell’aver pensato di aver raggiunto l’obiettivo siamo nei guai. Se è un piccolo down ci può stare. Possiamo avere qualche certezza in più del passato, ma l’Inter nei match singoli è molto competitiva. Dimentichiamo il match d’andata: è arrivato il risultato, ma abbiamo sofferto. Parliamo di una partita da giocare con il collettivo, non con i singoli”.

Come sta la squadra fisicamente
“Questa settimana abbiamo lavorato con ‘scarico’, spero la squadra stia meglio. Un cervello che funziona fa funzionare le gambe. I carichi di lavoro e un cambio di temperature l’abbiamo un po’ pagati. Non tutelo nessuno, dico solo le cose come stanno. Una settimana decisiva? Importante direi, dopo ci sono altre 4 partite”.

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Mattia Zaccagni e Wilfried Singo – Foto Antonio Fraioli

Sullo scudetto del Napoli
“Noi pensiamo alla nostra partita, la tavola è stata apparecchiata per la festa pensando che non faremo risultato. Napoli festa la farà lo stesso, speriamo il più tardi possibile”.

Sull’Inter e il vantaggio in classifica
Nel nostro campionato ci sono almeno 4 squadre più forti di noi. Vuol dire che ce la giochiamo, che noi abbiamo fatto qualcosa in più del nostro potenziale, altre meno. L’Inter è fortissima nelle partite singole. Le insidie del match? Troveremo una squadra che vuole arrivare quarta, molto motivata. I nerazzurri vengono da risultati importanti in Coppa Italia e Champions. Poi c’è l’aspetto che riguarda noi, con i rischi che ci possono essere in questo momento. Spero che questa squadra, la mia, dimostri capacità di reazione. Se ci sentiamo in lotta per qualcosa le motivazioni vengono fuori naturalmente. Altrimenti diventa complicato”.

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Lo sfogo sulla Serie A
“Siamo in una fase in cui vanno fatti pochi calcoli: chi salta salta, chi scoppia scoppia. Ci sono cose su cui non sarò mai d’accordo. La Premier incassa 4 miliardi di euro. Noi invece siamo in mano a chi ci dà meno di un quarto di quei soldi e gestisce tutto il calendario. In Italia le previsioni dicono che può anche piovere domani a Milano, ma potevano anche fare 33 gradi. Quindi dico, come c***o si fa a giocare alle 12.30? Qui si fa di tutto per fare un campionato mediocre, le strutture non sono adeguate, si gioca di m***a, ci sono tutti i presupposti per fare un brutto spettacolo. Viviamo un momento storico in cui potremmo anche risalire. Leggo i programmi di chi vuole diventare presidente federale e si parla di Nazionale, non di stadi. Senza stadi siamo morti. Ho la fortuna di avere un’età… Lo dico perché sono innamorato del calcio, vedo un possibile spiraglio per tornare a livelli buoni, però c’è un insieme di lacci che ci faranno sprofondare ancora”.