Primavera 2013. Alexander Chapmann Ferguson lascia la panchina del Manchester United per dedicarsi a ciò che gli piace di più: buoni bicchieri di vino, Cathy – sua inseparabile compagnia di avventure – e corse di cavalli. Il problema, per il club più glorioso d’Inghilterra, è che il suo addio avrebbe generato un terremoto dalle parti di Carrington. A Manchester, infatti, non si sarebbero più visti i trionfi e le vittorie ammirate nell’era Ferguson e soprattutto sarebbe svanito ogni punto di contatto con “La classe del ‘92”. Nella trentennale esperienza di quello divenuto ‘Sir’, soltanto una caratteristica non sarebbe mai mancata nonostante la girandola di calciatori: il collegamento tra una classe di giocatori e il suo allenatore. In ogni successo del tecnico scozzese, ci saranno sempre un inglese e un gallese a fargli compagnia. E pensare che al primo, i media imputavano una scarsa visione del campo (per via di chiari problemi alla vista); al secondo, poca robustezza fisica. Uno sarebbe diventato il più forte centrocampista britannico della sua generazione, l’altro l’esterno più prossimo alla perfezione. Si tratta naturalmente di Paul Scholes e Ryan Giggs. Questi due sono gli altri figli che Ferguson avrebbe voluto avere.
Nel mondo dello sport esistono rarissimi casi di uomini totalmente legati in modo tecnico e spirituale alle sorti di un allenatore. Si sentono storie fugaci, cicli intensi ma quasi mai rapporti così lunghi e produttivi come quello tra Sir Alex e i suoi due ragazzi. Non si sa cosa ci sia stato di tanto mistico da permettere una collaborazione così lunga. Non può essere semplicemente che alle due parti in causa conveniva soltanto proseguire il rapporto. Doveva esserci molto di più. In loro due Sir Alex individuava il knowhow da trasferire ai neoarrivati nel club. Pogba, in un’intervista, ha raccontato di quanto sia stato decisivo Giggs nella sua prima esperienza allo United. Un campione con l’umiltà di un gregario “pronto a farsi giri supplementari di campo per dimostrare ai giovani che il club veniva prima di tutto”. Scholes, invece, era il ‘Silent Hero’ che altro non era se non il leader-by-example di cui si parla in un qualsiasi libro di Organizzazione Aziendale. Per i compagni era sufficiente guardarlo negli occhi e vedergli disegnare il campo di 50 metri per capire cosa significava essere un diavolo rosso. Questi due, tuttavia, non erano i soli esponenti della famosa classe del ’92. Ce ne sono stati altri non meno importanti ma soltanto leggermente meno fedeli. Si tratta dei fratelli Neville, di Nicky Butt e naturalmente di David Beckham. Quest’ultimo è la naturale conclusione del pezzo e merita un approfondimento a parte.
Beckham rappresenta l’Alfa e l’Omega, il bene e il male dell’era Ferguson. Nessuno ha costretto Ferguson ad un atteggiamento patriarcale quanto l’esterno destro inglese. Nessuno ha costretto Ferguson al lancio di uno scarpino (dopo una complicata finale di Fa Cup contro l’Arsenal) come David Beckham. E nessuno ha reso tanto felice Ferguson come Beckham. Il suo piede destro è probabilmente il più educato mai ammirato durante l’era scozzese e la sua professionalità un orgoglio per il tecnico di Aberdeen. D’altronde, l’aveva ottenuta non da uno Stam e da un Roy Keane, ma da uno che nel talento aveva la prima caratteristica. Tuttavia, in un mondo ipermaschilista come quello del calcio, è stato l’arrivo di una donna a rovinare il rapporto di stima incondizionata presente tra Ferguson e Beckham. Si tratta dell’amore tra la frontwoman delle Spice Girls Vittoria e il suo fiore all’occhiello: secondo Sir Alex, quel legame trasformò Beckham in negativo e mise lo United al secondo posto nella scala delle priorità del calciatore. La storia poi avrebbe dimostrato che Beckham avrebbe mantenuto durante tutta la sua carriera una professionalità ammirabile, ma come dare torto a Fergie: lo aveva accolto in pigiama nel suo studio e adesso aveva davanti a sé un’icona della moda. Non facile per un ex gestore di pub di Aberdeen.
Per chi volesse un happy ending di questa storia, ci sono vari documentari su YouTube che testimoniano un mai sopito amore tra tutti gli alunni della classe del ’92. Dad Alex, da qualche parte, probabilmente starà sorridendo… nonostante tutto.