Sabato 2 febbraio 2019, al San Paolo va in scena Napoli – Sampdoria, partita valida per la 22esima giornata del campionato di Serie A. Al minuto 74 il capitano azzurro Marek Hamsik lascia il campo tra gli applausi, una mano sul petto e l’altra al cielo.
Nessuno si sarebbe mai immaginato che quell’uscita dal campo sarebbe stata la definitiva uscita di scena di Marek Hamsik da calciatore della SSC Napoli.
“C’è una trattativa in corso, dobbiamo valutare insieme al giocatore. Il Napoli ha tantissimo rispetto per Hamsik, se lui vuole fare un’altra esperienza, parlo solamente da un punto di vista emozionale, c’è la tendenza e la volontà di accontentarlo. C’è questa trattativa in corso, non nascondiamo niente“. Le parole di Carlo Ancelotti nel post partita sono chiare e risuonano come un fulmine a ciel sereno nell’ambiente partenopeo.
Hamsik vola in Cina e lascia la sua amata Napoli così come tutto ebbe inizio. Senza proclami, senza grande uscita di scena, senza saluti commoventi. Alla Marek insomma, un ragazzo divenuto uomo all’insegna della riservatezza e dell’umiltà. Campione fuori dal campo prima ancora che in esso.
Le vent se lève… il faut tenter de vivre!
“Il vento si sta alzando… bisogna provare a vivere!”, così Paul Valéry scriveva in una sua famosa poesia. Marek Hamsik non ha abbandonato la nave, ha semplicemente sfruttato il giusto vento per cogliere l’occasione della sua vita, in accordo con la propria truppa.
Un’occasione, a dir la verità, piombata insistentemente già a giugno ma che il capitano aveva rimandato al mittente dopo le rassicurazioni di Carlo Ancelotti. Ma ora, 6 mesi dopo, il ritorno di quest’occasione è apparso ancor di più irrinunciabile.
A 31 anni non si può rifiutare un triennale da 9 milioni l’anno, bisogna cogliere il vento e tentar di vivere. La nave, nonostante l’addio del capitano, rimane in ottime mani. Probabilmente anche tale motivo ha rassicurato Hamsik, la consapevolezza di lasciare una squadra solidissima che può ormai cavarsela anche senza di lui.
Certo, mancherà a tutti quel leader calmo che in 12 anni ha fatto innamorare tutti i partenopei e non. Quel ragazzino arrivato all’ombra del Vesuvio come una semplice scommessa ed a cui sono bastati pochissimi giorni per spazzare via tutti i dubbi con il gol del 16 settembre 2007 proprio contro la Sampdoria.
Record di presenze, record di gol, vincitore di due Coppe Italia e di una SuperCoppa Italiana. Sogno scudetto a lungo inseguito ma mai raggiunto: probabilmente questo il più grande rammarico dell’ormai ex capitano azzurro, non aver mai potuto regalare la gioia del tricolore al popolo che ama.
Un sogno che l’anno scorso sembrava poter diventare realtà, invece sfumato sul più bello. Una scottatura che ha segnato Marek e che ha probabilmente influenzato la sua scelta: il Napoli potrà vincere lo scudetto ma dovrà fare a meno del proprio capitano, il quale si è reso conto di non poter essere più utile alla causa come suo solito. Rassegnazione ma voglia di guardare al futuro, bisogna andare avanti.
Mai una parola fuori posto, mai una protesta per le molteplici sostituzioni, mai una polemica per qualche ruolo da lui ricoperto e non proprio consono alle sue caratteristiche. Son cambiati i compagni, gli allenatori, i moduli, Marek Hamsik però in questi 12 anni c’è sempre stato. Con il suo solito numero 17 sulle spalle e l’iconica cresta sulla sua testa.
Una cresta sbarazzina che potrebbe sembrare in contrasto col carattere riservato dello slovacco partenopeo ma che non deve però stupire. Marek Hamsik è così, con nulla da dimostrare a nessuno e con l’umiltà da campione che ne ha sempre contraddistinto la carriera. Un ragazzone che può vantare tra le sue virtù una delle più belle, quella dell’elegante riservatezza di chi va avanti e tira dritto, cosciente delle proprie possibilità e fiducioso nel proprio futuro.
Grazie di tutto capitano, mio capitano!