Messi: “Il Barcellona è la mia vita. Il futuro è poco chiaro: un giorno vorrei giocare in MLS”

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Una ricca e completa visione del passato, del presente e del futuro di Lionel Messi, nell’intervista che il fenomeno argentino ha rilasciato ai microfoni argentini di “La Sexta“. Dal ricordo del Natale quando ancora non era nessuno, in Argentina, al rapporto per i compagni, passando ovviamente per il futuro che non sembra avere nessuna certezza se a Barcellona o altrove: certo è che il richiamo della America ispira al 10 blaugrana. E ancora tanto altro.

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“Cristiano un grandissimo atleta. A Natale chiedevo sempre una palla”

Il fenomeno argentino ha inizialmente ricordato il suo Natale da piccolo, quando ancora solo sognava di incantare tutto il mondo con le sue giocate. “In Argentina festeggiamo tutto, Babbo Natale e i Re Magi. È bello perché ci ritroviamo, anche se adesso è complicato (a causa del coronavirus). Regalo? Era sempre una palla, scarpette o qualcosa legato al calcio. Ricordo un pallone che era molto costoso e per noi difficile da ottenere. Ma mio padre e mia madre hanno fatto di tutto per farmi il regalo che volevo. Poi anche una maglia da calcio, di Newell’s. Ma in generale, Babbo Natale era sempre buono con me“.

Dall’essere bambino al diventare uno dei più grandi atleti di tutti i secoli, insieme ad altri eletti ovviamente. E poi il suo hobby: quello della Playstation. “I più grandi atleti? Nadal, Federer, LeBron. In tutti gli sport c’è un atleta che si distingue ed è ammirevole. Cristiano, nel calcio. Ammiro tutti gli atleti che si distinguono e lasciano tutto per dare il massimo. Ho giocato molto alla play, ma dalla nascita di Thiago ho smesso. E ora che Thiago sta iniziando, ricomincio a giocare con lui e a farmi appassionare“.

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L’amore per Barcellona, la vita e il futuro

Messi ha raccontato anche come sia nato l’amore verso Barcellona e il club. La storia d’amore tra la Pulce e il club catalano riassunta in poche, dolci, righe. “Per il Barcellona farei qualunque cosa. L’ho sempre detto. Barcellona è la mia vita. Sono qui da quando avevo 13 anni. E ‘stato un momento difficile, ho lasciato tutto e sono arrivato in un posto in cui non conoscevo nessuno e con la mia personalità era dura. Un’esperienza importante che mi ha aiutato a crescere. Ero timido e ho creato un guscio. Stavo pensando a quello che volevo, realizzare il mio sogno, concentrarmi su ogni allenamento. Poi piano piano ho fatto amicizia Sono cresciuto sia nel club che in città. Vivo a Barcellona da più tempo che nel mio paese. Ho sempre lasciato tutto per il Barcellona e ho un rapporto d’amore perché è quello che ho vissuto da quando sono arrivato qui“.

E poi il presente, pensando al futuro: “Oggi sto bene. È vero che ho passato un periodo molto brutto per tutta l’estate, ma voglio lottare seriamente per tutto ciò che mi aspetta. Il club sta attraversando un momento difficile. Tutto ciò che circonda il Barcellona sta diventando difficile. Non sarà facile tornare dove eravamo. E non riesco a pensare a quello che pensano tutti perché se lo faccio divento pazzo. Molte persone parlano senza sapere, sempre di più. Oggi se dici una bugia la gente ci crede e non è sempre vero. Se ho pianto? A causa dello sport ho sofferto molto“.

Com’è la vita di una star mondiale? Diremo sicuramente ricca ed entusiasmante. Messi non la pensa proprio così. “A volte è noiosa. Mi alzo la mattina, facciamo colazione, vado ad allenarmi, torno. Con Antonella, andiamo a cercare i bambini e stiamo con loro. Quando torniamo, sono già le 8, ceniamo e andiamo a letto. Poco più di questo. Il fatto che guadagniamo un sacco di soldi e che non ci importa di nulla è una bugia. Viviamo la realtà come gli altri. A volte vorrei essere anonimo e potermi divertire e andare al mercato, al cinema, al supermercato senza che nessuno mi guardi e senza avere 300 occhi addosso“.

Il ricordo di Maradona e il rapporto con ex e compagni

Ovviamente la scomparsa di Diego Armando Maradona è stata una brutta botta per chi è stato, da sempre, definito il suo erede e che lo ha ricordato indossando l’ultima maglia del Pibe De Oro, ossia quella del Newell’s Old Boys. Messi ha voluto esternare questo pensiero: “Il mio funerale come il suo? Non lo immagino né voglio pensarci. Ma è normale per quello che era Diego e che ha fatto per l’Argentina. Meritava tutto“.

Tornando al campo, il fantasista blaugrana ha parlato anche del rapporto con i suoi compagni e con quella fetta, grossa, di Barcellona che nella scorsa estate è partita, facendo sorgere i dubbi anche a lui. ” Vicino all’addio? Lo dicevo da sei mesi, ho detto al presidente che me ne stavo andando per fargli capire che ero serio, è stato un modo per farlo sapere alla società. Sento di aver dato tutto ai colori e che tutto ciò che la società mi ha dato me lo sono guadagnato e meritato. Poi è arrivato un momento in cui pensavo di aver completato un ciclo, che avevo bisogno di un cambiamento. Volevo andarmene e volevo fare bene. Ma il presidente no. E ha iniziato a filtrare le cose per far sembrare che fossi io il cattivo“. Su Suarez, in particolare: “Quello che hanno fatto con lui mi è sembrato folle. Era gratis, pagava gli anni del contratto ed è stato dato a una squadra che avrebbe lottato con noi. Bartomeu mi ha ingannato in molte cose e per diversi anni. Se fossi andato a processo avrei avuto ragione, ma non volevo andare dal Barça così“.

La voglia d’America

A fine stagione sarà ancora Barcellona? Per Messi… ancora non c’è nulla di chiaro. Le finestre del mercato sono apertissime e dopo la crisi di questa estate molte squadre tra cui PSG, Manchester City di Guardiola sognano il colpo. Molto potrebbe passare da mercato che farà il club catalano, per convincerlo a restare. “arà difficile prendere giocatori perché non ci sono soldi. Devi coinvolgerne diversi importanti per combattere di nuovo per tutto e devi pagarli. Portare Neymar deve essere molto costoso. Non ho problemi con Griezman, a volte beviamo mate insieme. Sul mio futuro non ho nulla di chiaro. Aspetterò che la stagione finisca. Resterò e vivrò qui, voglio tornare un domani ed essere nel club in qualche modo“.

E quelle luci d’America che chiamano: “Ho sempre avuto il pensiero di divertirmi e vivere negli Stati Uniti, di giocare quel campionato. Se succederà non lo so. Se devo partire vorrei farlo nel migliore dei modi. E se vado mi piacerebbe tornare un giorno e lavorare nel club contribuendo a renderlo migliore“.