Il ventiduesimo turno di Serie A è già cominciato e alla partita spartiacque tra Milan e Inter manca solo una settimana. Il terzino del Milan, Diogo Dalot, è intervenuto ai microfoni di SportWeek per parlare delle ambizioni scudetto del club e degli uomini che ne fanno parte, da Ibrahimovic a Pioli.

Il rapporto con Leao
“Siamo abbastanza diversi. Lui fuori dal campo è molto più estroverso, e pure in campo io sembro più concentrato. Non che lui non lo sia, diciamo che lo è in modo diverso. Forse per questo siamo così amici, perché siamo complementari. Io per lui sono quasi una figura paterna: lo tranquillizzo, lo invito a riflettere prima di fare una cosa, ad andarci piano. Gli sto vicino e gli dico quello che va bene o che non va bene. Lui fa il contrario: sostiene che devo essere più sciolto, che non devo preoccuparmi troppo per tutto. Siamo l’opposto uno dell’altro, è divertente”.
Lo Special one
“Mourinho mi ha lasciato tante cose. Innanzitutto è l’uomo che mi ha fatto salire un gradino, facendomi giocare in un campionato importante e nel trofeo più prestigioso, la Champions. Poi mi ha sempre fatto vedere, spiegandomelo, quello che mi mancava per giocare ai massimi livelli. E mi piace come gestisce il gruppo”.
La bravura di Pioli
“Mi piace la sua capacità di comunicare con i giocatori, facendo sentire utile e speciale ciascuno, sia che giochi tutte le partite, sia che scenda in campo una volta al mese. Come tecnico sta facendo un lavoro fantastico. La classifica di Serie A parla per lui”.
Un minutaggio maggiore
“Quando ho accettato la proposta del Milan avevo un obiettivo più importante di altri, sentire di nuovo il profumo dell’erba. Prima ancora, tornare a considerarmi un giocatore dopo tutti gli infortuni che mi avevano frenato negli ultimi tre anni. Ci sono riuscito. Finora sono sempre stato a disposizione dell’allenatore. Poi volevo dimostrare di meritare di giocare, attraverso il lavoro quotidiano. E anche questo traguardo credo di averlo raggiunto: fino a questo momento ho giocato 16 partite. Mi pare molto positivo”.
La differenza con Calabria
“Da un terzino Pioli vuole equilibrio: compattezza difensiva e capacità di spinta. Rispetto a Calabria io forse sono un po’ più offensivo. Avere caratteristiche diverse è una risorsa: io, Davide e Theo abbiamo qualità differenti e questo è un bene, perché offre all’allenatore possibilità di scelta e aumenta la competitività in allenamento. In un grande club come il Milan la concorrenza alza il livello complessivo della squadra”.
Lo scudetto
“Se ci crediamo? E’ normale quando fai tanti punti e nello spogliatoio ci sono giocatori, o ex, vincenti come Zlatan o Bonera e Dida. La cosa importante è mantenere equilibrio. Se ci riusciamo, sono convinto che lotteremo fino in fondo per il titolo”.