L’avventura di Paulo Fonseca al Milan non è iniziata nel migliore dei modi e l’esperienza in rossonero potrebbe essere già giunta al capolinea. I deludenti risultati ottenuti nelle prime giornate di Serie A (una vittoria contro il Venezia e 5 punti in classifica dopo quattro turni) e la sconfitta casalinga per 1-3 all’esordio in Champions League contro il Liverpool hanno creato particolare malumore sia all’interno della società sia nella tifoseria, motivo per cui il derby contro l’Inter in programma domenica 22 settembre alle ore 20:45 risulta decisivo per la sua permanenza.
Non è da escludere però una scelta drastica: Zlatan Ibrahimovic, Senior Advisor della Proprietà e del Senior Management del Milan, potrebbe decidere di scuotere l’ambiente con una soluzione shock, ovvero l’esonero dell’allenatore portoghese prima della stracittadina: “Il mio ruolo è semplice, comando io. Io sono il boss e tutti quanti lavorano per me”, la piccata dichiarazione di Ibra nel prepartita di Milan-Liverpool.
#Nopetegui e la virata sul piano B
Paulo Fonseca viene nominato ufficialmente nuovo allenatore del Milan il 13 giugno e prende in mano l’eredità lasciata da Stefano Pioli. L’ex tecnico del Lille decide così di mettersi in gioco e di tornare in Italia a tre anni dall’addio alla Roma. La dirigenza rossonera considerava però il cinquantunenne un piano B poiché il vero obiettivo era Julen Lopetegui e i numerosi contatti tra le parti confermavano la volontà di trovare l’accordo. I tifosi però non approvavano lo spagnolo e hanno dato il via a una clamorosa rivolta social rappresentata dall’hashtag #NOpetegui: la società ha fatto quindi un passo indietro e ha virato sul profilo di Fonseca.
Dalle amichevoli alla realtà: risultati flop e il caso Theo Hernandez- Leao
Nonostante lo scetticismo generale, la squadra rossonera stupisce tutti durante il precampionato e batte 3-2 il Manchester City, 1-0 il Real Madrid, 6-5 d.c.r. il Barcellona e 3-1 il Monza. I calciatori si divertono e regalano spettacolo e l’allenatore portoghese inizia a far ricredere i sostenitori.
Il primo vero test è datato 17 agosto e a San Siro va in scena Milan-Torino, partita valida per la 1ª giornata del campionato di Serie A 2024/25. A sorpresa la squadra parte con il freno a mano tirato, fa fatica a costruire trame di gioco interessanti e soprattutto balla eccessivamente in difesa. L’atteggiamento spregiudicato voluto da Fonseca non paga e dopo 68 minuti il tabellone dello stadio segna Milan 0-2 Torino. I tifosi iniziano a mugugnare ma l’allenatore si riscatta grazie alle sostituzioni: inserisce Alvaro Morata e Noah Okafor, i quali guidano la rimonta nel recupero e fissano il punteggio sul 2-2 finale.
La settimana successiva i rossoneri vanno a caccia della prima vittoria stagionale in casa del Parma ma incontrano più difficoltà del previsto. La crisi continua e dopo appena 2 minuti di gioco gli emiliani sono già in vantaggio con Dennis Man. La reazione arriva al 66′ con Christian Pulisic, ma la rete del pareggio non nasconde gli enormi limiti difensivi della squadra: il Milan soffre terribilmente le ripartenze delle frecce di Fabio Pecchia e al 77′ viene punito da Matteo Cancellieri, il quale segna il definitivo 2-1.
Dopo due giornate il Diavolo ha un solo punto in classifica e il prossimo avversario è la Lazio di Marco Baroni. Fonseca non è assolutamente soddisfatto dei suoi leader e ‘punisce’ Rafael Leao e Theo Hernandez spedendoli in panchina tra le numerose polemiche dei tifosi. Pronti, via e al minuto 8 Strahinja Pavlovic porta in vantaggio gli ospiti. Nonostante i numerosi errori dal punto di vista tecnico, la squadra sembra avere il controllo della gara ma spesso l’apparenza inganna e nel secondo tempo il Milan cade negli stessi errori delle partite precedenti: dal 62′ al 66′ la Lazio ribalta il match con Boulaye Dia e Valentin Castellanos, i quali realizzano praticamente due reti identiche su assist del terzino sinistro Nuno Tavares. Al minuto 70 l’allenatore rossonero manda in campo Hernandez e Leao e i due calciatori rispondono presenti rendendosi protagonisti del gol del 2-2 dopo appena 60 secondi. L’arbitro chiama il ‘cooling break’ e in questa situazione vengono messe a nudo le fragilità e la forte tensione che regna all’interno dello spogliatoio: la squadra si riunisce attorno a Fonseca ma all’appello mancano due giocatori, ovvero proprio Theo e Rafa. Il terzino e l’esterno non seguono le indicazioni del tecnico restando sorprendentemente in disparte nel lato opposto del prato dello Stadio Olimpico. “Eravamo entrati in campo da due minuti e non avevamo bisogno di fare il cooling break – la spiegazione di Hernandez nel postpartita –. Non abbiamo nulla contro la squadra o l’allenatore e siamo sempre pronti ad aiutare i nostri compagni”. Il risultato finale passa in secondo piano e l’ammutinamento dei due leader diventa l’argomento principale: “Non c’è alcun tipo di problema – fa chiarezza Fonseca -. Erano entrati da due minuti e non avevano bisogno di riposare. Non creiamo problemi dove non ci sono”. Terminato il match, la società chiede spiegazioni ai due calciatori e dopo un lungo confronto decide di non punirli.
Nemmeno i tifosi apprezzano il gesto dei loro beniamini e si aspettano una risposta nella partita successiva contro il Venezia: i due partono titolari e mettono subito in chiaro le cose confezionando la rete del vantaggio. Il Milan domina e strapazza Eusebio Di Francesco siglando 4 gol in appena 29 minuti, trovando così la prima vittoria stagionale e un po’ di serenità in vista dell’attesissima sfida di Champions League contro il Liverpool.
I rossoneri continuano sull’onda dell’entusiasmo creato dal successo contro i lagunari e si portano immediatamente sull’1-0 con Pulisic, ma la gioia dura davvero poco: i Reds ribaltano la partita già nel primo tempo con due colpi di testa di Ibrahima Konaté e Virgil van Dijk e nella ripresa chiudono i conti con Dominik Szoboszlai. Il dominio dell’armata di Arne Slot è troppo evidente e al fischio finale esplode la rabbia dei tifosi del Milan tra cori e insulti come “Tirate fuori le p***e” e “Ci avete rotto il c***o”.
Ultima chiamata: i problemi di Fonseca e i possibili sostituti in caso di fallimento
Una sola vittoria in cinque gare hanno spinto la società a dare un ultimatum a Fonseca ma la prossima partita è tutt’altro che semplice e si tratta del derby contro l’Inter di Simone Inzaghi, la squadra che proprio l’anno scorso vinse lo scudetto grazie alla vittoria per 2-1 nella stracittadina. L’allenatore portoghese dovrà compiere quasi un miracolo poiché l’ultimo successo dei rossoneri contro i nerazzurri risale a ben due anni fa e gli ultimi sei incroci hanno visto il Diavolo sempre sconfitto. Il peso e l’importanza di questo match è sottolineato dal lungo colloquio avvenuto a Milanello tra Ibrahimovic e i senatori (Mike Maignan, Theo Hernandez e Tijjani Reijnders), i quali hanno stretto una sorta di patto con l’obiettivo di vincere il derby. Il dirigente rossonero ha parlato anche con Fonseca e l’allenatore per salvare la panchina avrà bisogno di una vittoria.
La squadra è sembrata particolarmente in confusione in questo inizio di stagione ed è necessaria una scossa per riconquistare la fiducia dei tifosi. Oltre ai problemi all’interno dello spogliatoio tra i leader e il tecnico, il Milan è apparso davvero fragile nella fase difensiva e i 9 gol subiti in 5 partite (unico clean sheet contro il Venezia) sono uno specchio della realtà. Dubbi anche sullo schieramento tattico e sul posizionamento di alcuni calciatori tra cui Loftus-Cheek e Reijnders, il quale brilla nella nazionale olandese nel ruolo di trequartista mentre in rossonero viene quasi sempre schierato in un centrocampo a due al fianco di Youssouf Fofana. Inoltre a Fonseca è stato contestato anche il suo 4-2-3-1 poiché secondo molti, l’ex rossonero Zvonimir Boban su tutti (“Reijnders non è una mezzapunta e nemmeno un 6 ma è chiaramente un 8. Loftus-Cheek non è un 4, un 6 o un 10, è un 8. Non può pensare con loro di fare il 4-3-3?”), il modulo migliore per esaltare le caratteristiche di tutti i componenti della rosa sarebbe il 4-3-3: “Rispetto le opinioni di tutti. Penso che noi possiamo giocare con diversi moduli ma siamo troppo fragili individualmente – risponde il tecnico -. Sto cercando la migliore soluzione per il centrocampo e la struttura a due mi piace”.
Intanto la dirigenza del Milan si guarda intorno ed è già al lavoro per l’eventuale sostituto di Fonseca: il nome più caldo è l’ex Borussia Dortmund Edin Terzic, presente a San Siro in occasione del match contro il Liverpool; in piedi anche la pista Thomas Tuchel, il quale ha aperto al progetto e ha dato massima disponibilità a trattare. Per quanto riguarda invece gli allenatori italiani si parla soprattutto di Maurizio Sarri e Massimiliano Allegri, tornati sul mercato in seguito alla conclusione delle rispettive esperienze alla Lazio e alla Juventus.
Fonseca è già all’ultima spiaggia dopo appena un mese dall’inizio del campionato e per scacciare (momentaneamente) i fantasmi ha solamente un risultato a disposizione contro l’Inter: la vittoria.