Milan, Ibrahimovic: “Ho paura di smettere. Non mi serve il Pallone d’Oro per essere il più forte”

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Zlatan Ibrahimovic ha parlato a margine della presentazione del suo libro ‘Adrenalina – My untold stories‘ alla Triennale a Milano. L’attaccante del Milan si è soffermato sulla sua carriera ed anche su ciò che lo attenderà in futuro.

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Le sue parole

Sulla rovesciata come gesto per ribaltare le situazioni. 
“Devi scegliere la tua strada e credere in te stesso. Si sbaglia e si impara, per me essere perfetti è essere se stessi. Ho avuto successo, se a 40 anni sono ancora qua vuol dire che qualcosa ho fatto bene”.

Sull’essere ancora decisivo
“Dopo l’infortunio che mi ha fatto stare fuori un anno, ho capito che il calcio per me è tutto. Ho paura di smettere perché non so cosa mi aspetta dopo. A Sanremo avevo paura della multa se non mi fossi presentato (ride, ndr). Comunque, sto dimostrando che con la mentalità giusta posso fare ancora la differenza. È tutto recupero, voglia che devi avere. Poi ho una mentalità: ‘Perché essere normale quando puoi essere migliore?'”.

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Sull’adrenalina.
“Mi arriva con gli obiettivi che mi pongo. Ogni giorno mi sveglio con dei dolori, ma con l’adrenalina vado avanti. La rovesciata di ieri mi porta avanti, non ho vinto e mi brucia, non sono felice. Anche questa è adrenalina per la prossima partita”.

Ora l’adrenalina è lo Scudetto per il Milan? 
“Sicuro, sicuro”.

Sul possibile futuro da allenatore.
“Vediamo… Finché sono attivo penso solo al calcio. Fare l’allenatore è un lavoro difficile, devi trasmettere le tue idee a 25 giocatori. Devi fare la scuola per allenatori”.

Su mister Capello.
“Capello mi ha fatto capire come lavorare con così tanti campioni. Non chiedeva rispetto, lo prendeva. Quando entrava nello spogliatoio c’erano Vieira, Cannavaro, Nedved… A quel tempo Ibra non era nessuno, ma io volevo dimostrare di essere più forte di tutti. Ogni giorno mi allenavo contro Cannavaro e Thuram. Poi quando li passavo c’era Buffon. Era un buon allenamento, mi ha fatto diventare chi sono oggi”.

Su mister Pioli.
“Quando sono arrivato al Milan era difficile, però abbiamo messo insieme il gruppo. Tutti hanno capito cosa serve per arrivare agli obiettivi: sacrificio, correre… Abbiamo creato un’atmosfera più che top. Poi c’è stata la pandemia. Pioli ha uno staff fantastico, ho avuto tanti allenatori con staff differenti, ma il suo staff è top e tutto il gruppo va verso lo stesso obiettivo. Purtroppo ieri non abbiamo vinto, se avessimo fatto due gol avremmo vinto (ride, ndr)”.

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Sul Pallone d’Oro?
“È una bella cosa, ma non mi serve per pensare che sono il più forte di tutti”.