La bandiera del Milan, Paolo Maldini, è stato protagonista di una simpatica e genuina diretta Instagram con l’amico ed ex compagno Bobo Vieri. L’ex numero 3 rossonero ha toccato varie tematiche, raccontando alcuni aneddoti e ricordando alcuni momenti della sua gloriosa carriera. Interessanti anche le sue dichiarazioni circa la ripresa dei campionati.
“La stagione deve finire”
Circa la ripresa del campionato, Maldini si è così pronunciato: “Bisogna provare a finire la stagione. Se non si finisse, sarebbe un disastro. Molti non pagherebbero, i club fallirebbero. Bisogna provare, ma la priorità è la salute. Ci sarà un inizio in tutto, se ci saranno le condizioni, è giusto che ci si provi.
Potrebbe sembrare presto a maggio, ma i protocolli di allenamento sarebbero rigidi, sarebbe solo allenamento atletico. La priorità resta la salute, se il governo darà l’ok Federazione e Lega faranno un calendario, restano 12 giornate e la Coppa Italia, sarebbe un finale compresso, ma è l’unica maniera per finire ed evitare reclami e proteste. Cominciare a luglio sarebbe difficile. Se non si forza, non si riparte più. E il danno economico sarà enorme”.
“Nel Milan mi sono realizzato”
Il figlio del celebre Cesare Maldini ha poi parlato dei suoi 25 anni di carriera, così commentandola: ” Sono milanese, milanista, la storia di mio padre è una storia grandissima, è stato il primo capitano ad alzare la Champions. I miei figli hanno giocato qui. E’ una storia talmente bella, mi sono realizzato come calciatore e uomo qui. Non avrei potuto sognare una carriera migliore.
Per andar via avrei dovuto voler andare via io la società avrebbe dovuto essere interessata a vendermi e nessuna delle due condizioni si è verificata”. Ha poi aggiunto: “Fare il dirigente di una squadra,con il figlio che si allena, non è facile, ma nella mia vita sono successe cose simili. Ho avuto mio papà allenatore. Daniel era in Primavera, Giampaolo lo ha messo in prima squadra e Pioli l’ha fatto esordire. Tutte le volte che mio papà mi parlava, a me dava fastidio. E lo stesso succede a Daniel. Se lui mi chiede qualcosa? Penso sia giusto farli sbagliare, sono iper critico con i miei figli, non è facile”.
Bilancio sull’esperienza da direttore dell’area tecnica
“Il primo anno è stata un’esperienza bellissima, senza Leonardo mi sono sentito solo e non in grado di fare tutto. Da quando sono a capo della dirigenza sportiva, mi sono sentito a mio agio. Ci vuole esperienza, è normale, ma avendo sempre vissuto all’interno di quel mondo, viene tutto naturale. Ho sempre curato il rapporto con le persone. Non ho finito le scuole, ho avuto fortuna nella vita, a 18 anni ho studiato le cose che avevo lasciato, come l’inglese”.