Morata innesca il mercato? Quando le cifre folli causano i botti

Antonio Conte ha ricevuto dalla dirigenza del Chelsea il regalo tanto atteso in attacco: Alvaro Morata è sbarcato a Stamford Bridge per 80 milioni di euro complessivi. Ma questo movimento non è solo sull’asse Real Madrid-Chelsea: vediamo insieme perchè.

Correva l’anno 2001: Florentino Perez acquistava Zinedine Zidane dalla Juventus per 150 miliardi delle vecchie lire. Con quei soldi, la Juve acquistò Buffon a 105 miliardi e Nedved e Thuram a 70, dopo aver venduto Pippo Inzaghi al Milan alla stessa cifra. “Superpippo” venne acquistato perchè i soldi per prenderlo vennero dalle cessioni di Comandini, Zenoni e Sala. Arrivarono quindi Rui Costa per 85 miliardi e Pirlo per 35. La Lazio riuscì a prendere Mendieta dal Valencia a 90 miliardi, poi rivelatosi un flop disastroso.

In totale, dalla cessione di un solo giocatore, ovvero Zizou, se ne sono mossi in linea diretta almeno altri dieci, coinvolgendo mezza Serie A. È ciò che si chiama “inflazione da cifre folli”, evento che ormai si ripete sempre più spesso a partire da quella ormai lontana estate del 2001. Nel 2009 e nel 2013 furono i 94 milioni di euro per Cristiano Ronaldo e gli oltre 100 per Gareth Bale a smuovere l’intero mercato europeo in fase di stasi: si mossero giocatori come Berbatov, Negredo, Huntelaar, Saviola, Robben, Sneijder nel 2009, ed i vari Higuaìn, Callejon, Albiol ed Ozil dalle merengues. Per non parlare poi di Neymar al Barça e di Cavani al PSG.

Ieri, lo scossone Morata al Chelsea per 80 milioni di euro: quali sono i possibili scenari? Innanzitutto, Mbappè-Real, BenzemaMonaco, LemarArsenal, Alexis SanchezBayern Monaco, Renato Sanches-Juventus. Movimenti da far tremare i polsi, con cifre mai sotto i 50 milioni a giocatore. Numeri folli, che determinano effetti domino difficili da fermare: per comprare un top-player bisogna necessariamente incassare prima tanti, tanti soldi.

Da Zidane a Morata, passando per CR7, la storia si ripete: i soldi non dormono mai.