Nainggolan: “Non sono contro la Juventus. Mi sarebbe piaciuto lavorare con Conte. Il mio erede? Barella”

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Tra un presente che lo vede fermo ai box, e un futuro incerto fra Inter ed altre piste che sono solo ipotesi al momento, Radja Nainggolan, ha parlato nel corso di una diretta streaming su Twitch, ha parlato, anzi chiarito, la sua posizione e i suoi sentimenti sportivi nutrito verso la Juventus e del suo futuro, che potrebbe essere nel segno nerazzurro e di Antonio Conte e di tutti i suoi momenti belli e meno gloriosi.

“Mi piacciono le sfide contro i più forti”

Nel corso della diretta, Nainggolan ha parlato di Juventus e della sua voglia, prima o poi, di batterla. Il suo sentimento nei confronti della Vecchia Signora potrebbe racchiudersi qua. “Voglio sfatare questo mito che sono contro la Juve. Io ho sempre detto che non andrei alla Juve perché mi piacciono le sfide, non voglio mai stare con i più forti. La cosa più bella è prendere una squadra e portarla in alto. Poi ora gli juventini mi diranno che è la Juve a non volermi, ma va bene così. Ora i tifosi della Juve mi fanno anche i cori contro, ma la verità è che sono soltanto rimasto coerente con ciò che ho detto”.

Altro tema caldo e molto è il futuro del Ninja, visto che a fine stagione sportiva tornerà alla base, ad Appiano Gentile, dove lo attenderà Antonio Conte, che potrebbe farne una pedina, chissà importante, per la sua prossima Inter. Queste le parole del centrocampista sul tecnico leccese: “Mi sarebbe piaciuto lavorare con Conte, amo le persone che parlano chiaro e lui è uno che ti dice le cose in faccia, con me è stato sempre stato trasparente sin dall’inizio. Quando uno è schietto e diretto lo stimo, non posso avere altro che rispetto”.

Radja Nainggolan, Roma 2017/18

L’amore verso la Capitale

Poi il passato a Roma, e quell’affetto dei tifosi romanisti che non manca mai e che è sempre caldo: “Se mi manca? Lì ho lasciato il cuore ma non perché è la Roma: ho sempre ricevuto tanto affetto, ho visto tante battaglie. Forse sono arrivato anche nell’età in cui iniziava a contare il calcio, giocavi per cose più importanti. E poi a me piace la sfida. Io ritengo la Juve la squadra più forte degli ultimi dieci anni e per me era più importante provare a batterla che andare là e vincere. Questo è stato il mio spirito. A Roma ci ho sempre creduto e ricevere tanto affetto dalla gente è stato bello. Quindi sì Roma mi manca, ma la vita va avanti. Tante persone si lasciano con i fidanzati di una vita e poi si trovano un’altra vita. E’ la vita.”.

 Roma è anche Francesco Totti e il Ninja ne ha voluto parlare così del suo ex Capitano romano: ” Ho un bellissimo rapporto con Francesco, abbiamo fatto qualche vacanzina insieme anche. E’ una bravissima persona, molto divertente perché ha sempre la battuta pronta, per me è stato bello averlo conosciuto”.

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Tra infortuni e momenti indelebili

Tra infortuni e compagni e gol più bello, Nainggolan ha sempre le idee chiare. Prima una parentesi sull’infortunio attuale che lo vede in dubbio per la ripresa della Serie A: “Ho avuto una piccola lesione al soleo, dovevo stare fermo 20 giorni. Faccio un’altra visita e vediamo come va. Voglio fare queste ultime 12-13 partite al massimo, cercherò di esserci già alla prossima. Ma aspettiamo la visita”.

E poi il ricordo dei momenti felici, vissuti insieme a qualche amico che era molto di più di un semplice compagno di squadra. “Uno veramente divertente direi Juan Jesus perché per quanto è serio è pure bello stupidino, ma nel senso buono (ride, ndr). Il più rompiscatole Manolas, è bello pesante! Ma ho un rapporto di fratellanza con lui, gli voglio bene. Al primo contatto si rotola 100 volte per terra”.

Giocatori con i quali avrebbe voluto giocare: “Ho giocato con tanti grandi calciatori. Mi ha sempre impressionato Seedorf, poi ce ne sono tanti: Messi, Cristiano Ronaldo, fanno la differenza ed è è giusto che chiunque ci voglia giocare. La mia carriera è stata importante fino ad oggi, ho avuto sempre un buon rapporto con tutti, altroché creare problemi negli spogliatoi come dice qualcuno”.

Gol più importante e momento più bello della carriera: “”Forse l’1-0 al Napoli al 93′, per stare lì in alto davanti a loro. Il più bello tecnicamente quello contro la Spal. Difficilmente la palla arriva lì all’angolino. Un paio belli li ho fatti. Io ogni tanto ci provo, in carriera ne ho fatti tanti da fuori area. Ma quello con la Spal per tecnica e velocità d’esecuzione penso sia stato quello più vicino alla perfezione. Il passaggio del turno contro il Barcellona, una cosa impossibile per la gente diventata realtà: questo dimostra che nel calcio è tutto possibile. Anche dentro al campo è stata un’emozione incredibile. Tutti i giocatori di quella squadra pensano che quello sia uno dei momenti più belli, anche per chi ha vinto una Premier come Dzeko e Kolarov. Tutta la settimana si vedeva uno spirito incredibile e si credeva nel successo”.

Il numero 4, quella voglia matta di videogiochi, e l’erede prescelto

Perchè proprio il numero 4?Non ho un motivo particolare. Io ho iniziato a Piacenza con il 10, poi sono passato al 23 che mi piaceva tanto. A Cagliari ho preso il 28 il primo anno perché con Cellino non si potevano prendere numeri alti, poi l’anno dopo Conti mi consigliò il 4, da lì ho fatto bene e mi sono innamorato. Non è essere scaramantico, vedi che anche all’Inter ho preso il 14, ma se posso preferisco prendere il 4. Perché comunque è il numero della mia data di nascita ed è diventato un numero molto affettivo per me”.

Giocatore, Nainggolan, tuttocampista, che quando ne ha voglia, corre per tutta la squadra, non staccando mai la spina. Contano voglia e sacrifici, gli stessi che lui e la sua famiglia hanno fatto per farlo arrivare dove si trova ora: “Io ho rinunciato a poco nella mia vita. Ognuno ha il suo modo di vivere, io non mi sono mai tolto nessun ‘vizio’, non ho vissuto sempre da massimo professionista. Ne prendo atto, ma per me l’importante domenica è dare battaglia per la tua squadra, i tuoi compagni. E questo a me non è mai mancato. Quello che è da giudicare per me è quello che dai in campo. Io sicuramente ho sbagliato tante volte in carriera, ma l’importante è esserci quando c’è da dare battaglia per la tua squadra e in questo non ho mai mancato”.

I videogiochi piacciono al Ninja, si sa, e la quarantena ha veramente reso il centrocampista più di un appassionato in materia: “Da quando è iniziata la quarantena ero bello malato, più di voi forse (ride, ndr). Cenavo alle 20.30 e finivo di giocare anche alle 5-6 del mattino. Gioco solo a Call of Duty, calcio non mi diverto granché. Preferisco giocare con gli amici, fare missioni… Mi diverte. Il mio compagno più incallito? Il più forte su COD è Marko Rog. Una sera abbiamo fatto una serata a casa sua in otto, ci siamo portati tutti i gamecase da lui, è stata una bella serata. Io streamer su Twitch? Mi sa che prima devo prendere lezioni, perché non ci capisco niente (ride, ndr). Non credo però che avrò troppo tempo”.

Infine, un’investitura importante ad un centrocampista che potrebbe ritrovare ben presto in tinte nerazzurre, come compagno di squadra magari. Il suo erede è proprio lui: “L’ha preso l’Inter, Barella mi somiglia. E’ cazzuto, fa pochi gol e assist ma è giovane ed è un elemento importante per far girare bene altri dieci elementi in squadra”.