Nel giorno dell’annuncio ufficiale dell’acquisto di Victor Osimhen dal Lille, Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista a Sky Sport toccando svariati temi.
Sul colpo Osimhen
“Osimhen lo seguivamo da tempo. Lo volevano Gattuso e Giuntoli, mi hanno convinto a fare questo sacrificio da ben 70 milioni, con i 10 di bonus arriviamo a 80 e se consideriamo i vari stipendi che percepirà negli anni superiamo abbondantemente i 100 milioni. Victor è un giocatore dal quale non ci aspettiamo tutto e subito, non è un giocatore da 25-30 gol ma dovrebbe esprimere un gioco straordinario per la squadra, essere di servizio ai compagni, segnando gol e facendone fare anche agli altri.
Che impressione umana ho avuto di lui dopo l’incontro avuto a Capri? Straordinaria, si è subito innamorato di Napoli, mi ha fatto delle domande particolari, più di vita sociale che di calcio. Domande alle quali io ho risposto. È venuto con due procuratori, con loro ci eravamo accordati per un cifra, dopo due giorni però mi telefona Giuntoli dicendomi che il ragazzo aveva cambiato procuratori. E i nuovi hanno voluto più soldi. Nel calcio è cosi, ogni acquisto è diverso e particolare: gli acquisti più belli che ricordo, che ho condotto in prima persona, sono stati quelli di Cavani, Higuain e poi altri che sono stati più collegiali. Anche Osimhen, voluto fortemente dall’allenatore e propiziato da Giuntoli e io li ho assecondati”.
Sul futuro di Milik
“Milik è sul mercato da sempre perché da quando lo conosco gli dico ‘Allunghiamo? Allunghiamo?’ E lui ti guarda e non favella. E allora devi prendere atto che deve andare via. A questo punto andrà via però al miglior offerente, non si fanno sconti a nessuno. Altrimenti rischierà di restare a Napoli e probabilmente non rientrerà nelle scelte dell’allenatore. Se Osimhen completa l’attacco? Avevamo altri calciatori nel nostro paniere, si tratterà adesso di vedere se nella nostra rosa c’è sufficiente respiro in attacco o se dovremo ancora migliorare qualcosa. Non dimentichiamo che abbiamo già comprato Petagna, oltre a un difensore centrale (Rrahmani, ndr). A gennaio abbiamo fatto acquisti non solo per l’immediato, altri due li abbiamo lasciati in prestito alle squadre di appartenenza”.
Sul feeling con Gattuso
“Il nuovo ciclo è ricominciato con Gattuso, un uomo vero e anche un ex calciatore che ha vinto un titolo mondiale. È uno che non ha voglia di rivincite, né economiche né di altro genere, non deve dimostrare niente a nessuno. Siamo molto simili in questo. Io non trattengo nessuno, se Rino si troverà bene il matrimonio potrà continuare per il periodo che le parti riterranno giusto, se Rino vorrà approdare in altri lidi non vedo perché dovrei costringerlo a rimanere. Per me lui dovrebbe essere l’iniziatore di un ciclo che può durare a lungo. Il giorno che lui non sarà più ispirato, andrà in altri lidi”.

Sul destino di Koulibaly
“Koulibaly è un’ottima persona, un bravissimo ragazzo, un bravissimo marito e un bravissimo papà. Un bravissimo calciatore, un ottimo difensore. Certo che mi dispiacerebbe perderlo, però arriva un momento in cui bisogna per forza di cose separarsi. Se è arrivato questo momento? Non saprei, non sta a me dirlo. Primo perché i 90 milioni sul mio tavolo non ci sono. Bisogna vedere cosa vogliono offrire non solo a me, ma anche a Koulibaly”.
Su Immobile e Sarri
“Dispiaciuto se Immobile superasse il record di Higuain? È un ragazzo di Torre Annunziata, non potrebbe dispiacermi, sarei solo felice per lui, ormai è da Scarpa d’Oro. Lo scudetto della Juve, il primo di Sarri, come l’ho vissuto? È una normalità. Sarri rimane sempre nel mio cuore e a lui dirò sempre grazie, poi ognuno di noi fa delle cavolate e secondo me lui ne ha fatte due/tre che poteva evitare. Però è un problema suo, peccato, se fosse rimasto a Napoli forse mi avrebbe aiutato a vincere lo scudetto e a rendere ancora più forte la squadra. Lui non se l’è sentita di rischiare dopo 3 anni di un calcio bellissimo ed è andato altrove, dove non credo si sia trovato così bene come a Napoli. Ma sono decisioni personali”.
Sulla Champions a Barcellona
“La UEFA fa il gioco delle tre scimmie: non vedo, non sento e non parlo. Io mi auguro per la UEFA, per il bene che vogliono loro, che non succeda nulla. Nel caso, si scatenerebbe l’inferno. Spero che la mia squadra non arrivi al match spompata dal caldo e da tutte le gare ravvicinate. I ragazzi hanno alcuni giorni per riposarsi mentalmente perché lì bisogna arrivarci a mente fresca, dobbiamo andare a Barcellona per divertirci, così magari Insigne piazza un bel gol… Il primo obiettivo per la prossima stagione è tornare in Champions, economicamente prima di tutto: senza Champions noi andremo in rosso. E poi per i tifosi”.