Napoli-Lazio, pressing iperoffensivo contro difesa posizionale

La Serie A 2017/2018 ha riacceso il dibattito su una questione molto cara agli appassionati di tattica: pressing iperoffensivo o difesa posizionale.

NAPOLI: IL PRESSING SARRIANO E L’ARMA KOULIBALY

Tra i principali interpreti del pressing offensivo troviamo il Napoli di Maurizio Sarri. Il tecnico toscano al terzo anno alla guida del club partenopeo è il promotore numero uno del pressing iperoffensivo. Il tecnico toscano ritiene che per una squadra che fa del possesso palla il proprio fiore all’occhiello sia molto più immediato e coerente pressare subito il portatore di palla, schermando la prima azione dei difensori scegliendo di proiettare i centrocampisti fino alla linea difensiva avversaria. Un sistema a tratti infallibile perché il Napoli può contare sul difensore più dominante del campionato: Kalidou Koulibaly. È lui quello che tiene in piedi il castello, senza di lui tutto il sistema di coperture preventive e pressing alto sarebbe vano. Il difensore senegalese rappresenta, infatti,  il piano B del sistema sopra citato, di fatti qualora le squadre avversarie fossero in grado di uscire dalla ragnatela del Napoli ci sarebbe lui in campo aperto a giocarsi l’1 vs 1.

Simone Inzaghi, Lazio-Cagliari 2017-2018

LAZIO, LA RICETTA DI SIMONE INZAGHI: UNA DIFESA SEMPLICE ED EFFICACE

Per quel che concerne, invece, la difesa posizionale, il rappresentante numero uno di questa corrente di pensiero risponde al nome di Simone Inzaghi. Potendo contare su una Lazio estremamente fisica, Inzaghino ha deciso di imperniare la propria difesa della porta attraverso un sistema più tradizionale optando per una linea molto bassa della squadra. Il suo concetto di difesa è tanto semplice quanto efficace: rinfoltire la zona centrale concedendo una presunta superiorità sulle fasce. Presunta perché nella stragrande maggioranza dei casi, le mezzeali della squadra biancoceleste sono impeccabili nella scalata sugli esterni: Parolo scolarizzato dall’Europeo in Francia sotto la guida del maestro Conte garantisce copertura e intelligenza tattica fuori dall’ordinario; Milinkovic-Savic fa esattamente tutto ciò che vuole su un campo da calcio ma soprattutto usa il corpo come pochi altri a livello mondiale, solo gente come Pogba, Ibrahimovic o Mandzukic sembrano poter fare altrettanto.

Alla luce di quanto detto, quel che pare ovvio è che entrambi gli allenatori tirano il meglio dai propri calciatori. Sarri schierando calciatori dalla qualità tecnica superiore alla media e abituati per caratteristiche a tenere tanto il pallone, non potrebbe pretendere da loro una corsa di 30 metri all’indietro e inculcargli il concetto di rintanarsi sotto la linea della palla. Dall’altro lato Inzaghi contando su una squadra di corazzieri massimizza la propria difesa chiedendogli di stare bassi, inoltre difendendo così aziona il migliore contropiedista del campionato. Quel Ciro Immobile che assistito dal centrocampista più visionario del campionato (Luis Alberto) sta segnando con una regolarità incredibile.

Comunque sia non è questo il luogo in cui si sindaca su quale sia il metodo migliore per arrivare alla vittoria. Il trend europeo sembra più in linea col sistema Guardiola, anche se la difesa tradizionale rappresentata da Allegri e Mourinho ha ancora i suoi rappresentanti e il rischio restaurazione è ancora lì, dietro l’angolo, pronto a rimanifestarsi.