Napoli, Osimhen: “Spalletti è un genio, mi ha trasformato come attaccante. La maschera? Ormai fa parte di me”

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Victor Osimhen è stato uno dei giocatori più decisivi per il terzo scudetto del Napoli e gran parte del merito va dato anche a Luciano Spalletti. Il tecnico toscano ha infatti saputo valorizzare al massimo il nigeriano e il resto della squadra.

Quest’anno la stagione per l’ex Lille non è iniziata benissimo e per ora un infortunio rimediato con la Nazionale lo terrà ai box per oltre un mese. Inoltre a gennaio di mezzo ci sarà anche la Coppa D’Africa e la sua Nigeria è una delle favorite alla vittoria finale.

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Victor Osimhen – Foto Antonio Fraioli

La lunga intervista rilasciata su Tv Play da Osimhen

Osimhen è stato ospite della celebre trasmissione Twitch Tv Play e contattato dall’amico Mario Balotelli, ha rilasciato una lunga intervista. Ecco le sue parole.

Sul pallone d’oro
“Chi vincerà il Pallone d’Oro? Per me i due che meritano di vincere sono Messi e Haaland. Uno ha vinto la Coppa del Mondo, l’altro il Triplete. Non voglio dire la mia opinione a riguardo, ma entrambi lo meritano di vincere”.

È anche un tuo obiettivo vincerlo?
“Onestamente, se un giorno riuscirò ad essere vicino a vincerlo sarà clamoroso, per me è già un sogno giocare a questi livelli. Sarà un obiettivo, ma non un ossessione. Se sarò capace ad essere competitivo ad un certo livello, sarà fantastico”.

Che emozione è segnare allo stadio Maradona?
“Prima di trasferirmi al Napoli, parlai con Koulibaly della citta, della gente, dello stadio. Quando ho segnato il primo gol al Maradona contro l’Atalanta, non c’erano tantissimi tifosi allo stadio a causa del Covid, ma tutti aspettavano che segnassi. Quando segno sento sempre le stesse emozioni, è qualcosa di speciale, sia quando gioco con grandi squadre che con quelle minori”.

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Come è iniziata la tua carriera?
“Quando hai scoperto il tuo talento da calciatore e quando hai iniziato? Ero molto giovane quando ho iniziato a giocare. Da piccolo mi ruppi una spalla facendo una rovesciata. Sentivo tanto dolore. In famiglia, in quella situazione, nessuno mi incoraggiava realmente a diventare un professionista. Quindi quando ero davvero molto molto piccolo smisi di giocare a calcio e iniziai a lavorare per guadagnare soldi. Ho perso mia madre molto presto e aiutavo mio padre e la mia famiglia. Ma mi aiutò una persona che credeva in me. Lui mi chiese perché avevo smesso così giovane, ma la situazione familiare a quel tempo era davvero pessima. Provai a spiegargli che non avevo delle scarpe per allenarmi, sarebbe stato difficile per me”.

“Questa persona mi promise delle nuove scarpe per giocare. Facevo tre ore ogni giorno per andare ad allenarmi. Questa persona mi aiutava anche a mangiare perché io lavoravo per una chiesa e dormivo anche lì dentro. A 17 anni ho fatto un provino, ma c’erano tantissimi ragazzi che provavano a fare questo provino. In 15-20 minuti del provino segnai 2 gol e registrai un assist e mi presero. Lì è cambiata veramente la mia vita. E questo mi ha fatto diventare il tipo di calciatore che sono oggi”.

Il gol più bello segnato in carriera?
“Quello contro la Roma. La difficoltà di questa rete la gente non può capirla. L’altro gol alla Roma al Maradona? Il cross fatto da Kvara è stato provato in settimana, poi quando il difensore è saltato a vuoto io l’ho stoppata e calciato al volo”.

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Ronaldo o Messi?
“Sono fan di entrambi. Chi mi conosce da bambino lo sa. Ho fatto una foto con Messi quando ho giocato contro di lui. Per me è difficile rispondere, non ho una preferenza. Quello che hanno fatto loro per il calcio è qualcosa di clamoroso”.

Cosa pensi del campionato arabo?
“Il livello del campionato è buono. Alcuni grandi calciatori sono andati in Arabia e sono attrazione per altri tanti talentuosi giocatori. Per me è un buon campionato”.

Meglio la Saudi Pro League o l’MLS?
“Non saprei ancora, ma alle stesse condizioni gli Stati Uniti”.

Per quanto tempo ancora indosserai la maschera?
“Non voglio dire per sempre, ma penso per molto tempo. Ho una placca sul volto. Ormai fa parte di me, sono riconosciuto perché indosso la maschera. Quindi credo che la indosserò per molto”.

A quale attaccante ti ispiri?
“Mi ha ispirato Drogba. Ho avuto una persona vicino a me che mi diceva che il mio gioco assomigliava lui, ho inziato a vedere i suoi video. Poi l’ho conosciuto anche di persona”.

Calciatore africano più forte di sempre?
“Ce ne sono tanti: Diouf, Kanu, Drogba, Eto’o, anche Jay Jay Okocha, sì! Ma credo Drogba-Eto’o”.

Come affronti la pressione e le aspettative?
“Il primo a mettere pressioni su me stresso sono io. Perciò chiedo agli altri di fare tanto. Non ho paura della pressione”.

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Su Spalletti
“Non lo dico perché mi ha trasformato come attaccante, ma è un genio. E’ un allenatore che chiede tantissimo, ma sa esaltare il talento dei suoi giocatori. Sicuramente saprà mettere l’Italia sulla strada giusta per vincere. La Nazionale italiana ha tanti calciatori da mettere a disposizione per lui”.

Su Kvaratskhelia
“Mi piace molto, abbiamo lo stesso atteggiamento nel calcio, è un grande talento e io lo chiamo “Mago”. L’affiatamento con lui è ottimo, abbiamo un ottimo rapporto e per me è un grande uomo e giocatore”.

Il difensore più ostico che hai affrontato?
“Il difensore più tosto che ho affrontato è stato Romero che ora è in Premier, la prima volta che ci ho giocato contro pensavo che molti difensori non fossero veloci, ma lui è veloce e forte, ho fatto uno scatto e lui era già dietro a me, dove andavo lui mi marcava. È molto forte e mi ha dato filo da torcere, anche Smalling nel 2020 mi ha dato problemi”.

La Nigeria può vincere la Coppa D’Africa?
“Abbiamo ancora tanta strada da fare, abbiamo la qualità ma nel calcio africano non puoi sottovalutare nessuno, siamo pronti e abbiamo un ottimo allenatore. Possiamo andare lontano in questa competizione”.