Il nuovo Genoa di Vieira: il modulo, lo stile di gioco e il rapporto odi et amo con Balotelli

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La rivoluzione in casa Genoa è ufficialmente iniziata e a guidarla c’è Patrick Vieira, il quale è stato chiamato per sostituire l’esonerato Alberto Gilardino. Nonostante i quattro punti conquistati nelle ultime due partite e il rinnovo di contratto firmato a maggio, il Campione del Mondo del 2006 è stato sollevato dall’incarico a causa di alcune incomprensioni con la società e di un gioco non particolarmente brillante: il Grifone è attualmente diciassettesimo in classifica con 10 punti e la zona retrocessione è soltanto a -1. Starà quindi al tecnico francese, il quale ha firmato un biennale con opzione di prolungamento per il terzo anno (con una clausola che permetterebbe l’eventuale addio già alla fine della stagione in corso), guidare la squadra a una salvezza tranquilla in seguito alle esperienze nel Manchester City (a livello giovanile), New York City, Nizza, Crystal Palace e Strasburgo.

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Il calcio di Vieira: “Voglio vedere la mia squadra nella metà campo avversaria”

Vieira esordirà sulla panchina del Genoa domenica 24 novembre alle ore 12:30 e affronterà il Cagliari di Davide Nicola allo Stadio Luigi Ferraris nella partita valida per la tredicesima giornata di Serie A. L’atmosfera sarà bollente e probabilmente i tifosi proseguiranno la protesta contro l’amministratore delegato del club Andres Blazquez e la proprietà: “Blazquez game over” e “Vergogna! 777 out” sono alcuni degli striscioni apparsi in città dopo l’esonero di Gilardino. Patrick avrà quindi il compito di portare i sostenitori dalla sua parte, i quali restano piuttosto scettici e si chiedono se sia l’uomo giusto per dirigere questa squadra.

Parlando di calcio giocato, in tutta la sua carriera da allenatore Vieira ha utilizzato la difesa a 4, sfoderando la linea a 3 o a 5 in alcune partite. I moduli più utilizzati sono il 4-3-3 e il 4-2-3-1, caratterizzati dalla velocità e dall’estro degli esterni offensivi. L’idea quindi non sembra rispecchiare la strategia del Genoa, dato che la rosa rossoblù è costruita per giocare con tre difensori centrali e due esterni di centrocampo.

Diventato ufficialmente allenatore del Genoa nella giornata di ieri, Vieira ha davvero pochissimo tempo per apportare dei cambiamenti significativi e a causa dell’emergenza infortuni è possibile che, almeno nella fase iniziale, possa mantenere lo scacchiere tattico di Gilardino. In vista del match di domenica il Grifone dovrebbe quindi schierarsi con il consueto 3-5-2 e rappresenterebbe la soluzione più logica. Qualora decidesse di puntare in futuro sulla difesa a 4, il tecnico potrebbe trovare numerose difficoltà a partire dalla mancanza di ali offensive, motivo per cui sarebbe costretto ad adattare Jeff Ekhator, Vitinha, Caleb Ekuban o David Ankeye. Inoltre gli esterni di centrocampo presenti in rosa hanno caratteristiche prettamente difensive e avanzare uno di loro sulla trequarti potrebbe rivelarsi dannoso per l’equilibrio della squadra. L’eventuale passaggio al 4-3-3 o al 4-2-3-1 dipende inevitabilmente dalla presenza di Junior Messias, l’unica ala di ruolo all’interno del gruppo: al momento però il brasiliano è infortunato e l’ultima apparizione in campo è datata 1° settembre.

Nonostante abbia determinate idee, Vieira è un allenatore piuttosto flessibile: “Ciò che conta per me è ottenere il massimo dai miei giocatori tramite il bel gioco – le sue parole nel corso della presentazione da tecnico del Nizza nel 2018 -. Non credo che ci siano sistemi o stili di gioco migliori di un altro. Grandi allenatori come José Mourinho, Arsene Wenger, Pep Guardiola e Antonio Conte hanno filosofie diverse ma tutti hanno vinto”. Cercherò di imporre uno stile di gioco offensivo, caratterizzato da molte combinazioni uno-due e da un blocco difensivo compatto, le dichiarazioni con cui presenta il suo calcio in Francia. Sedutosi sulla panchina del Crystal Palace, afferma inoltre di voler “vedere la squadra nella metà campo avversaria, segnando di più e creando un numero maggiore di occasioni rispetto al solito”.

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La carriera di Vieira da allenatore

Vieira sembra quindi aver completamente cambiato la sua personalità: da calciatore era un fenomenale centrocampista fisico e di rottura, mentre da allenatore chiede ai suoi ragazzi di avere una mentalità particolarmente offensiva e di mantenere il controllo del pallone per dominare il gioco. Tali principi si intravedono sia nel Manchester City Under 21 sia nel New York City, in cui però mostra grandi limiti dal punto di vista difensivo. La situazione si capovolge al Nizza: nella prima stagione la squadra diventa quasi impenetrabile (seconda miglior difesa del campionato con 35 gol subiti come il PSG) ma fatica enormemente a creare occasioni (appena 30 reti in 38 partite e terzo peggior attacco). Nei suoi due anni e mezzo in Costa Azzurra raccoglie comunque dei buoni risultati come la qualificazione in Europa League, ma il “bel gioco” resta un concetto astratto e anche i numeri parlano chiarissimo: in 89 gare tra tutte le competizioni sono più i gol subiti (118) rispetto a quelli fatti (107).

Successivamente arriva la chiamata del Crystal Palace e Vieira può confrontarsi con il campionato migliore del mondo. La prima stagione è davvero positiva e colleziona vittorie di grande prestigio contro Tottenham (3-0), Manchester City (0-2), Arsenal (3-0) e Manchester United (1-0). Il 4-3-3 di Vieira complica la vita agli avversari e il coraggio, la costruzione dal basso e la rapidità nelle ripartenze sono i marchi di fabbrica di una rosa ricca di talento: l’ala sinistra Wilfried Zaha è la stella (15 reti in stagione) e alle sue spalle c’è il centrocampista Conor Gallagher (ben 8 gol); inoltre sono presenti giovani di grande prospettiva come Michael Olise (oggi al Bayern Monaco), Eberechi Eze e Tyrick Mitchell. L’annata termina con un dodicesimo posto in classifica e la semifinale di FA Cup e la fotografia della stagione è rappresentata da una statistica: “I londinesi chiudono con una differenza reti positiva (50 gol fatti e 46 subiti) per la prima volta in Premier League, a dimostrazione della loro abilità in attacco e della solidità difensiva”, si legge sul sito ufficiale del club. La magia si interrompe però nella stagione seguente e dopo ben dodici partite consecutive senza vittoria Vieira viene esonerato.

Alla guida dello Strasburgo l’allenatore francese utilizza la difesa a tre con maggiore continuità, proponendola soprattutto nella parte iniziale e finale del campionato. Il percorso in Ligue 1 è in linea con il rendimento dell’annata precedente ma a spaventare sono i numeri offensivi (appena 38 reti fatte) e difensivi (50 gol subiti), motivo per cui in estate si consuma l’addio.

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Il rapporto tra Vieira e Balotelli: dalla lite al Nizza alla riappacificazione

Analizzando la carriera di Vieira possiamo notare come abbia avuto l’opportunità di guidare club che avevano come obiettivo principale lo sviluppo e la valorizzazione di giovani talenti, ma non sempre l’allenatore è riuscito a portare a termine la missione. Il tecnico classe ’76 non ha mai avuto continuità nel rendimento e la proposta di gioco iniziale è mutata nel corso delle sue esperienze, trasformandosi in una strategia sterile sotto porta e poco solida nel reparto arretrato.

Dal punto di vista della personalità è un uomo carismatico e non ha paura di prendere decisioni forti pur di proteggere il gruppo: Ci sono delle regole e vanno rispettate, motivo per cui chi non lo fa può essere multato o messo fuori squadra. Io sono il guardiano dei miei ragazzi sia per quanto riguarda il loro comportamento sia per le prestazioni che forniscono in campo. Quando Wenger era sotto pressione non perdeva la testa e restava sempre lo stesso. Questo aspetto mi piace perché un comportamento del genere ispira fiducia a un giocatore. Tutti gli allenatori che ho avuto, da Wenger a Mourinho fino a Mancini, conoscevano bene i propri calciatori e sapevano come legare con loro”.

Vieira ha dovuto affrontare situazioni particolarmente spinose nei suoi anni da allenatore e la più celebre riguarda il rapporto odi et amo con Mario Balotelli, che ha ritrovato anche al Genoa. I due sono stati compagni di squadra all’Inter e al Manchester City e si sono ritrovati al Nizza in vesti diverse (Patrick allenatore e ‘Super Mario‘ ancora giocatore): il feeling non sboccia e, dopo alcuni screzi nati a partire da una sostituzione nel match contro il Guingamp, nel gennaio del 2019 il centravanti lascia la Costa Azzurra per trasferirsi al Marsiglia. “Fin dall’inizio è stato difficile gestire Mario tra mercato e ritardo di forma – le parole di Vieira in un’intervista a Nice Matin -. Poi la situazione è peggiorata e, anche se c’era la voglia di fare bene, ci siamo resi conto che non sarebbe stato semplice. È stato un fallimento ma non sono deluso, ho imparato molto dal rapporto con Mario. Tra me e lui niente di personale“.

Nel gennaio del 2020 l’allenatore rilascia ulteriori dichiarazioni e torna a parlare del rapporto con Balotelli, ma questa volta non risparmia le critiche:La sua mentalità non si addice ad uno sport di squadra come il calciodice al Daily Mail –. Al Nizza volevo costruire una certa filosofia basata sulla compattezza e l’etica del lavoro, motivo per cui è stato davvero complicato per me lavorare con un giocatore come lui. La situazione era diventata ingestibile per entrambi e quindi abbiamo deciso di separarci”

Nei mesi successivi arrivano però dei segnali di disgelo: “È stato un grande piacere essere stato il suo allenatore. Mario è un giocatore speciale, è un ragazzo fantastico e lo adoro. È stato difficile allenarlo al Nizza, è frustrante vedere così tanto talento sprecato. Da allenatore cerchi di ottenere il massimo da ogni giocatore ed è stato davvero complicato farlo con lui, ma è un ragazzo a cui vorrò sempre bene”.

Nell’aprile del 2024 ‘Super Mario‘ risponde alle parole di Vieira in un’intervista a So Foot: “Al Nizza avevo il sorriso ogni giorno e vivevo una vita da sogno, ma il modo di giocare di Vieira non mi si addiceva molto. Con lui mi trovavo bene, ma dal punto di vista calcistico non mi piaceva. Se non avessi avuto problemi con lui non avrei mai lasciato il Nizza”.

Ora i due sembrano aver messo da parte i dissapori passati e ne hanno già parlato nel corso del primo allenamento: “Sono due persone intelligenti e si abbracceranno davanti a me”, le parole del presidente del Genoa Alberto Zangrillo. Balotelli infatti può rappresentare una risorsa importantissima per Vieira e in una situazione di difficoltà come quella attuale non è permesso destabilizzare ulteriormente l’ambiente. Tutti i componenti della rosa dovranno remare dalla stessa parte e seguire le richieste dell’allenatore, alle prese probabilmente con la sfida più complicata della sua carriera, per raggiungere l’obiettivo comune: salvare il Genoa e riconquistare la fiducia dei tifosi.