Del Parma, la Serie A e la missione salvezza rimanendo se stessi

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Investimenti continui su giovani di prospettiva, se necessario pescandoli in campionati meno rinomati, giocare un calcio moderno e offensivo e non puntare mai su calciatori affermati. Pochi e semplici concetti, ma, che incarnano a pieno la filosofia del Parma e del Krause Group, azienda a capo del club crociato. Approdati nella cittadina emiliana nel settembre del 2020, la società americana si è da subito imposta l’obiettivo di far tornare grande la squadra. Il processo è stato più tortuoso di quanto il Krause Group si aspettasse, ma dopo tre anni in Serie B, lo scorso anno il Parma ha finalmente raggiunto la promozione in Serie A, dominando il campionato cadetto.

In estate, pochi colpi per completare una rosa già pronta ad affrontare la massima serie italiana. La lunga permanenza in Serie B ha infatti dato il via ad un progetto che ha giovato all’adattamento dei vari giocatori arrivati e che ancora non conoscevano il calcio italiano. Pensate che alcuni dei calciatori chiave della squadra sono a Parma ormai da diversi anni e hanno attraversato un percorso di maturazione netta sotto la guida di Fabio Pecchia. Le sorti del club sono infatti state affidate all’allenatore nato a Formia, alla prima vera occasione in carriera.

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Il Parma in questo inizio di Serie A: Il 4-2-3-1 di Pecchia, punti di forza e punti di debolezza

Dopo 10 giornate dall’inizio della Serie A, il Parma si è rivelata una delle squadre più ostiche da affrontare per le big del nostro campionato. Il club crociato ha battuto il Milan ed ha fermato Bologna, Fiorentina e Juventus. La situazione in classifica li vede al tredicesimo posto con 9 punti conquistati, ma che potevano essere molti di più. Uno dei problemi principali degli emiliani è stato l’aver giocato troppe partite con l’uomo in meno, ben 4 le espulsioni, e aver compromesso molti match che avrebbero sicuramente avuto un esito diverso. Ma come scritto sopra, la formazione di Pecchia è una squadra che continua ad essere propositiva fino all’ultimo minuto e, per ora, paga ancora un po’ di inesperienza.

Il modulo scelto dal tecnico ex Latina è il 4-2-3-1, stesso sistema usato in Serie B. Il Parma è una squadra molto aggressiva e portata all’attacco, caratteristica che a volte può portare a subire troppi contropiede, che fa del gioco verticale la base da cui impostare le azioni offensive. Il fulcro della squadra di Pecchia è senz’altro Adrian Bernabé, centrocampista spagnolo cresciuto nel Manchester City, che smista e gestisce tutti i palloni. Il classe 2001 sviluppa l’azione e ha varie opzioni di passaggio: l’appoggio ai terzini, che spingono sempre tantissimo, il lancio in profondità verso gli esterni, veri e propri funamboli, oppure lo scarico verso il trequartista che si abbassa a prenderla. In fase di non possesso, invece, si sente ancora la mancanza di un filtro davanti alla difesa e questo non garantisce una stabilità difensiva al Parma. Se il pressing costante dei giocatori crociati salta, infatti, gli avversari possono facilmente arrivare in porta.

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La valorizzazione totale dei giovani: da Dennis Man fino ad arrivare al “panchinaro” Hainaut

Le linee guida sul calciomercato della società sono chiare: nessuna “figurina”, ma, solo giocatori da scoprire e da valorizzare nel giro di qualche anno. Questa politica ha portato il Parma ad essere la squadra più giovane della Serie A con una media di 23,7 anni per partita. Gli unici elementi in rosa ad aver raggiunto i 30 anni sono solamente 4: Chichizola (il portiere di riserva), Osorio (nelle rotazioni il quarto difensore), Di Chiara (il quarto terzino) e Hernani (il titolare nell’attesa che Keita si possa inserire nelle rotazioni). In questo senso i complimenti vanno fatti anche a Mauro Pederzoli, ds dei crociati, che insieme al suo team di scout e osservatori ha portato il club emiliano ad esaudire i desideri della famiglia Krause.

Ma ovviamente dietro ad ogni singolo elemento della rosa è stato fatto un lavoro impostato su più stagioni. Con pazienza e fiducia, ogni ragazzo approdato a Parma ha avuto e avrà il suo tempo per affermarsi. Il caso più eclatante è Dennis Man, una delle stelle della squadra. L’esterno rumeno era arrivato nel 2021 dal FCSB ma i risultati del suo potenziale si sono iniziati a vedere lo scorso anno (13 gol e 7 assist in 35 partite). Ancora più recente è la storia di Antoine Hainaut, centrocampista classe 2002 arrivato dal Boulogne nel 2022. Il francese negli ultimi 2 anni ha racimolato solo 21 presenze, mentre quest’anno è letteralmente esploso, prendendosi il posto da titolare addirittura giocando da terzino. È già storia il suo gol, arrivato al 95esimo della partita contro il Lecce. La sua rete rappresenta un punto di svolta poiché in 10 contro 11, il Parma è riuscito a pareggiare una partita che al 93′ era sul 2-0 per i pugliesi.

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La cronologia degli acquisti del Parma: una squadra costruita con il gioco d’azzardo

Ed ecco i frutti del “moneyball” made in Parma: giocatori presi da campionati definiti minori e valorizzati per essere dei titolari della Prima Squadra.

-(P) Zion Suzuki, 21 agosto 2002: portiere giapponese arrivato dal Sint-Truiden per 7,5 milioni di euro
-(D) Giovanni Leoni, 21 dicembre 2006: arrivato dalla Sampdoria per 5 milioni di euro
-(D) Alessandro Circati, 10 ottobre 2003: arrivato a parametro zero dal Perth Glory, titolare prima della rottura del crociato
-(D) Botond Balogh, 6 giugno 2002: arrivato nel 2020 dall’MTK Budapest per 150mila euro, ora un fedelissimo di Pecchia
-(D) Enrico Delprato, 10 novembre 1999: arrivato dall’Atalanta per 2,75 milioni di euro, ora capitano e punto fermo del Parma
-(D) Woyo Coulibaly, 26 maggio 1999: arrivato dal Le Havre per 1,5 milioni di euro
-(C) Mandela Keita, 10 maggio 2002: arrivato dall’Anversa per 12 milioni di euro, oggetto misterioso del calciomercato ma in lizza per un posto da titolare
-(C) Adrian Bernabé, 26 maggio 2001: arrivato nel 2021 a parametro zero dal Manchester City Under 23, ora stella assoluta e fulcro del gioco
-(C) Simon Sohm, 11 aprile 2001: arrivato dallo Zurigo per 6,4 milioni di euro
-(C) Drissa Camara, 18 febbraio 2002: prodotto del vivaio del Parma, nelle ultime settimane si sta ritagliando uno spazio importante
-(C) Antoine Hainaut, 18 febbraio 2002: arrivato dal Boulogne per 400mila euro, jolly della formazione crociata
-(A) Adrian Benedyczak, 24 novembre 2000: arrivato dal Pogon Stettino per 2,4 milioni di euro
-(A) Valentin Mihaila, 2 febbraio 2000: arrivato dal Craiova per 9,1 milioni di euro
-(A) Dennis Man, 26 agosto 1998: arrivato nel 2021 dal FCSB per 11 milioni di euro, ora trascinatore del Parma
-(A) Anas Haj Mohamed, 26 marzo 2005: arrivato dalla giovanili del Chievo Verona, ma di fatto cresciuto nel vivaio emiliano
-(A) Mateusz Kowalski, 21 luglio 2005: arrivato dal Jagiellonia per 1 milione di euro
-(A) Ange-Yoan Bonny, 25 ottobre 2003: arrivato a parametro zero dal Chateauroux, una delle punte più tecniche del campionato e già definito “il nuovo Zirkzee