Saudade d’Europa e di Milan per Alexandre Pato, uno dei talenti più importanti che però si sono persi per strada. I tifosi rossoneri, sicuramente, avranno chiari i ricordi più belli del papero: il gol all’esordio contro il Napoli, i gol nel derby scudetto, il gol dopo 20 secondi al Camp Nou contro il Barcellona, sono solo alcuni ricordi di una bellissima collezione.
I tifosi, però ricorderanno anche i troppi infortuni che hanno dilaniato la carriera della promessa brasiliana, e che lo hanno difatti relegato, troppo giovane, a ritornare a giocare nella madre patria.
Dopo un po’ di tempo Pato è ritornato sul tema Milan esprimendo il suo sogno e una valutazione in vista del periodo rossonero, lontano certamente da quello che era anche il suo Milan.

“Vinco la Libertadores e poi torno”
Alexandre Pato, ai microfoni della Gazzetta dello Sport, ha espresso tutto il suo attaccamento e amore verso il Milan ed ha anche rivelato quale sia il suo sogno: rivestire, un giorno, nuovamente la maglia rossonera. “Seguo molto il Milan. Quando riesco guardo qualche partita, altrimenti mi documento: se sbirciaste i miei collegamenti sul web, vedreste una lista lunga così di accessi a Gazzetta.it sulla pagina del Diavolo. Sono dispiaciuto di vederlo ormai da un po’ in condizioni così critiche, ma vedo anche che la proprietà sta provando a ripartire e quindi i tifosi devono avere fiducia. Voglia di Milan? Mi piacerebbe tornare in Europa. Dai, faccio bene quest’anno, vinco la Libertadores e poi torno. Al Milan sarebbe davvero bello”.

Il Milan del futuro secondo Pato
Momenti certamente diversi rispetto a quelli in cui Pato era protagonista: questo sembra veramente la brutta copia di quell’ultima espressione di Milan in cui il talento brasiliano era solo una fetta di una torta che contava numerose stelle: Nesta, Thiago Silva, Ronaldinho, Robinho, Ibrahimovic. Anche di quest’ultimo ha parlato Pato, dicendo la sua anche sul modo in cui il Milan dovrebbe guardare al futuro, ripartendo dal gigante svedese e rivelando qualche chicca proprio su di lui. “Il club deve puntare su di lui, è troppo prezioso per i giovani ed è letale in area. È uno che tira il gruppo, ti fa dare il massimo. E poi è molto intelligente, si cura bene. Come si comportava con me? Mi chiedeva sempre la palla, spesso in modo brusco. Una volta col Napoli ho segnato dopo aver deciso di concludere l’azione da solo nonostante lui fosse piazzato bene. Mi sono detto: ‘se non faccio gol mi ammazza’. In generale direi che ci siamo capiti bene. Che tris facevamo con Robinho. E quanti gol”.
Il Milan, secondo Pato non deve ripartire solo da Ibra, ma anche da un’altra bandiera. Anzi dalla bandiera per eccellenza, ossia da Paolo Maldini. “Maldini verso l’addio? La società deve lasciarlo lavorare, conosce la testa dei giocatori, sa cosa significa questo club ed è in grado di riportarlo in alto. Mi auguro possa avere una strada lunga in rossonero. La proprietà deve puntare su persone così e dargli la tranquillità di poter fare il loro lavoro. Ci ho giocato insieme e so cosa può dare al Milan. Da compagno mi ha dato consigli e aiutato, una volta ci siamo anche scontrati, lui è un personaggio molto schietto. Ci sentiamo regolarmente, l’ultima volta è stato due settimane fa”.
L’eterna promessa incompiuta ha chiaro come debba ripartire il Milan nel futuro magari puntando su una coppia d’attacco appartenente ad altri tempi e che farà salire la nostalgia molti tifosi rossoneri: Pato-Ibrahimovic.