Lorenzo Pellegrini è precipitato in un abisso che sembra non avere fine. Negli ultimi due anni, il capitano della Roma ha vissuto una fase di grande tumulto nella sua carriera, partita dal secondo anno della gestione di José Mourinho. Dopo la prima annata del portoghese alla guida dei capitolini, in cui l’ex Sassuolo ha attraversato il suo periodo più prolifico con la maglia giallorossa, il 7 è diventato un punto di divisione tra i tifosi. Da un lato, molti riconoscono il suo talento e il suo impegno; dall’altro, un numero crescente di sostenitori lo accusa di essere addirittura responsabile degli esoneri di figure chiave come lo Special One e De Rossi, successivamente. La mancanza di carisma e di un appeal da leader ha alimentato critiche riguardo alla sua capacità di indossare la fascia da capitano, generando dibattiti accesi tra i supporters.
Il rosso contro il Belgio
Anche sul fronte della Nazionale, Pellegrini sta vivendo un periodo altrettanto complicato. Dopo un Europeo deludente nell’estate appena trascorsa, in cui l’Italia non è riuscita a brillare come previsto, venendo eliminata dalla Svizzera agli ottavi di finale, il centrocampista si è ritrovato nuovamente sotto la lente d’ingrandimento dei tifosi della sua Roma, in particolar modo. La situazione è culminata in un episodio controverso durante la Nations League, quando ha ricevuto un cartellino rosso nella sfida contro il Belgio. Intervento sconclusionato, in scivolata e da dietro, che non ha lasciato scampo al direttore di gara costretto, dopo una breve revisione al VAR, a far terminare la sua gara anzitempo. Tra l’altro, sugli sviluppi di quel calcio di punizione, i ‘Diavoli Rossi’ non solo riescono ad accorciare le distanze, ma iniziano persino il processo di rimonta, concretizzandolo nella ripresa con una zampata di Trossard sotto misura per fare 2-2. Un gesto, quello del capitano della Roma, che ha suscitato ulteriori critiche e interrogativi sulla sua gestione delle emozioni in contesti decisivi. La squadra di Spalletti, tra l’altro, aveva dominato in lungo e in largo prima di rimanere in inferiorità numerica.
Le parole dell’ex compagno in Primavera Ferri
In molti si chiedono i motivi di questo lungo ed estenuante periodo no di Lorenzo Pellegrini. Un suo ex compagno ai tempi della Primavera della Roma, Jacopo Ferri, ha provato a dare una risposta in un’intervista a Tridente Podcast. L’amicizia tra i due, al tempo, era veramente speciale: “Con Pellegrini avevo un rapporto di amicizia molto forte; purtroppo, però, più le carriere vanno avanti e più è complicato mantenere vivo l’affiatamento. Quando arrivavamo negli hotel, in trasferta, se non eravamo segnati in stanza insieme, nemmeno entravamo: questo per farvi capire quanto ci volevamo bene”.
Solo attraverso il duro lavoro l’ex Sassuolo può lasciarsi tutto alle spalle: “Ora Lorenzo è in un momento particolare della sua carriera e solo lavorando sodo può uscirne. C’è da dire, però, che a lui viene data la fascia di capitano subito dopo due mostri sacri come Totti e De Rossi, due giocatori che anche visti da dentro possiedono un’aura mastodontica. A 25 anni ereditare una carica del genere non è semplice. Lui, poi, tiene tanto alla Roma, a volte soffre quella fascia, e sentire costantemente tutto ciò che gli viene detto dai tifosi non gli fa affatto bene. Sono sicuro, comunque, che non appena si riprenderà la scena e tornerà a fare bene, la tifoseria ricomincerà a supportarlo”.