Rizzoli: “Arbitri pronti a ripartire. Sì alle 5 sostituzioni, ma…”

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Si sta facendo di tutto per far ripartire la Serie A il prima possibile. Gli organi federali stanno cercando di seguire il modello Bundesliga, i giocatori, anche se individualmente, hanno ricominciato ad allenarsi, e anche gli arbitri sono pronti: parola di Nicola Rizzoli, designatore della nostra Serie A.

Intervenuto nella trasmissione di Sabato Sport, l’ex arbitro internazionale ha trattato molti temi, strettamente connessi con l’attiva che lui ha rappresentato e rappresenta, in un’altra veste ancora oggi: dalle 5 sostituzioni, alle proteste, passando per la VAR.

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Non c’è spazio per le proteste

Rizzoli, a nome del movimento arbitri, ha dato il benestare alla ripartenza dei nostri campionati.

Noi siamo pronti per l’eventuale ripresa, restiamo in attesa del confronto del 28 col Governo” e poi ancora: “Noi siamo pronti. Appena sapremo esattamente le linee del protocollo da adottare applicheremo delle strategie di ripartenza. Per ora ci sono solo ipotesi, ma gli arbitri si stanno allenando da tempo. Ci sono preoccupazioni, pensieri su alcuni argomenti da risolvere, attesa per capire come verranno affrontati vari step e quale sarà il modo migliore per ripartire in sicurezza, sapendo che bisognerà stare molto attenti. Noi arbitri abbiamo preoccupazioni diverse dalle società perché abbiamo 80 persone che arrivano da diverse parti d’Italia e dovranno spostarsi: bisognerà stare attenti sui viaggi”.

Per ripartire post pandemia corona virus è stato necessario introdurre novità, probabilmente impensabili fino a pochi mesi fa: per esempio l’introduzione delle 5 sostituzioni.

Su questo il designatore Rizzoli ha voluto esprimere una sua personale opinione: “Da un punto di vista regolamentare è importante che non possano essere utilizzate dagli allenatori strategie per perdere tempo, mantenendo la possibilità di fare questi cinque cambi in soli tre slot. Da un punto di vista tecnico non sta a me giudicare È un’opportunità dovuta al rischio di infortuni per le tante partite che si dovrebbero giocare in un arco temporale ristretto, con match ogni quattro giorni. Ma saranno la Federazione e le leghe a decidere se accettare la novità.

Una delle precauzioni “naturali” per combattere il virus è il cosidetto distanziamento sociale, quindi il mantenere le distanze prescritte. Sarà cosi, anche se molto difficile, esempio ne è il campionato tedesco, mantenerle anche nel campo da gioco. “C’è la possibilità di fare qualcosa di nuovo dopo questa emergenza: se capiamo che le proteste non servono e il rispetto è fondamentale, potremo avere un grande beneficio. È chiaro che le proteste, da sempre una delle cose più antipatiche da vedere, andranno gestite in modo diverso. Oggi bisogna avere un rispetto reciproco delle distanze e dunque quando non verranno rispettate bisognerà intervenire: questo non significa ammonire tutti, ma la distanza opportuna per dialogare con l’arbitro deve essere di un metro e mezzo. Questo può essere un passo culturale importante”.

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Cambia anche la VAR

E poi importante capire come sarà gestita la VAR: “Abbiamo fatto un grosso sforzo per mettere in sicurezza tutto, quindi riusciremo a ripartire utilizzando la tecnologia. È chiaro che questo garantirà uniformità al campionato”. Come sarà organizzato il tutto? “Nella stanza resteranno due arbitri, Var e Avar, e l’operatore, mentre solo la persona addetta a inviare le immagini alla regia sarà in un’altra sala. Tre persone nella stessa sala, un maggiore distanziamento e poi anche plexigrass e l’utilizzo delle mascherine: auspichiamo che non ci sia alcun tipo di rischio”.