Daniele De Rossi è il simbolo più longevo della nuova Roma che si riunirà, dopo le vacanze estive, al raduno precampionato. L’addio di Spalletti (ora mister dell’Inter) e la fine del rapporto d’amore fra Totti ed i giallorossi, rendono la figura del numero sedici romano ancor più importante per il futuro del club capitolino.
Fra presente e prossimo futuro, la società di Pallotta si affiderà all’esperienza ed all’amore del nuovo capitano romanista. Non più soltanto “Capitan Futuro” ma uomo copertina di un nuovo corso.
DE ROSSI: “IL NO ALL’INTER? PARTICOLARE VEDERMI CON UN’ALTRA MAGLIA”
Mai banale e scontato, De Rossi regala sempre spunti interessanti per riflettere sull’universo calcio. Dal ritorno della Nazionale, il centrocampista della Roma ha rilasciato delle dichiarazioni interessanti. Ecco cosa ha detto: “Tra Conte e Ventura c’è stato un discorso di continuità. Per quello che riguarda la Roma mi auguro una continuità nella guida tecnica e nella società. Negli ultimi anni abbiamo fatto risultati importanti. Non sappiamo ancora chi è il nuovo allenatore. Non per forza dobbiamo trovare un allenatore simile a Spalletti, è il nostro lavoro capire gli allenatori e capire cosa vogliono. Mi dispiace per Spalletti all’Inter, come sapete tutti è un allenatore al quale sono molto legato, lo ritengo un allenatore molto forte e spero non lo faccia vedere al 100% all’Inter, che è una nostra rivale per le piazze d’onore e, chissà, magari qualcosa di più. Il no all’Inter? Non vedermi in nerazzurro non mi fa effetto, non ci sono mai stato. Sarebbe stato particolare vedermi con un’altra maglia, di qualsiasi colore”.
De Rossi si spinge anche oltre, parlando del suo futuro con la Roma e la Nazionale: “Ho 34 anni fra un paio di mesi, sono strasicuro che potrò essere un giocatore importante per il Mondiale, già arrivarci significa avere una grande condizione fisica… se penso al 2020, 37 anni, bisogna essere realisti con noi stessi. Roma e l’Italia sono casa mia, se ci sarà bisogno sarò sempre presente. Se parlo con i miei amici davanti a una pizza, orientativamente, il Mondiale sarà l’ultima esperienza in Nazionale. A oggi è il mio ultimo contratto con la Roma”.
Chiusura sulla finale di Champions League persa dalla Juventus: “Abbiamo parlato due minuti, io e Buffon, in queste giornate hanno dovuto raccontare e spiegare la stessa partita, rievocando ricordi non belli. Gufare? Non lo scopriamo adesso, sarebbe stato uguale con un’altra squadra italiana. Il fatto che ci siano sempre loro aumenta l’odio… odio è sbagliato, rivalità fra tifoserie. Io la vivo diversamente. Quando ero ragazzino sono andato a vedere Ajax-Juventus a Roma e tifavo per l’Ajax. Cresci così, mio padre non era un tifoso sfegatato… Ho visto amici con le lacrime agli occhi, Buffon avrebbe meritato di vincerla non solo per la Champions ma per il pallone d’oro”.